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Italia digitale 2026

Italia digitale 2026

da | 8 Ago 2021 | Internet, Next Generation EU, PNRR_Tech, UE

Italia digitale 2026

Il PNRR è di certo una delle imprese più complesse che il nostro paese si sia trovato a dover affrontare: ne va  della credibilità internazionale dell'Italia e della sua possibilità di ripresa. E' quasi inevitabile dunque che qualche volta compaiono, anche sui siti del governo, cifre apparentemente contraddittorie. Ad esempio, sul sito del  Ministero per l'innovazione tecnologica e la transizione digitale (MITD Vittorio Colao), nella sezione Italia digitale 2026 si può leggere:

Il 27% delle risorse totali del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PDF) sono dedicate alla transizione digitale.

Supponiamo che le risorse dedicate alla transizione digitale siano quelle che nel piano appartengono alla

Missione 1 - Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura

per la quale sono previsti investimenti per 49,2 mld, su un totale di 222,1 (circa il 22% contro il 27% dichiarato in apertura); il totale della missione è distribuito su 3 componenti

  • Digitalizzazione, Innovazione e sicurezza nella PA: 9,75 mld
  • Digitalizzazione, Innovazione e Competitività nel sistema produttivo: 23,89 mld
  • Turismo e Cultura 4.0: 6,68

come è possibile osservare il totale delle tre componenti è 40,32 mld con uno scostamento di circa 9 mld; non abbiamo giustificazioni per motivare questo scostamento, non sappiamo se si riferisca ad un diverso totale, o se non comprenda l'intero importo della missione 1, se si riferisca ad una modifica del piano (poco probabile), o ad altre considerazioni; per il momento prendiamo atto e, nel prosieguo, ci rifaremo alle cifre riportate nella pagina del Governo dedicata al tema Italia digitale 2026.

Italia digitale 2026leggi l'articolo completo sul sito del Governo

Italia digitale 2026scarica il PNRR (269 pagine)

 

All'interno del Piano si sviluppa su due assi la strategia del Governo per l’Italia digitale.

Il primo asse riguarda le infrastrutture digitali e la connettività a banda ultra larga. Il secondo riguarda tutti quegli interventi volti a trasformare la Pubblica Amministrazione (PA) in chiave digitale.

I due assi sono necessari per garantire che tutti i cittadini abbiano accesso a connessioni veloci per vivere appieno le opportunità che una vita digitale può e deve offrire e per migliorare il rapporto tra cittadino e pubblica amministrazione rendendo quest’ultima un alleato nella vita digitale dei cittadini.

6,71
mld euro
reti ultra veloci

6,74
mld euro
digitalizzazione PA

Assi di intervento

La digitalizzazione delle infrastrutture tecnologiche e dei servizi pubblici è un impegno non più rimandabile per far diventare la PA un vero “alleato” di cittadini e imprese. Il digitale è la soluzione in grado di accorciare drasticamente le “distanze” tra enti e individui e ridurre i tempi della burocrazia.

La strategia Italia digitale 2026 include importanti investimenti per garantire la copertura di tutto il territorio con reti a banda ultra-larga, condizione necessaria per consentire alle imprese di catturare i benefici della digitalizzazione e più in generale per realizzare pienamente l’obiettivo di gigabit society.

Una Pubblica Amministrazione (PA) efficace deve saper supportare cittadini e imprese con servizi sempre più performanti e universalmente accessibili, di cui il digitale è un presupposto essenziale.

Gli obiettivi Italia digitale 2026

L'importante piano di investimenti e riforme previsto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza vuole mettere l'Italia nel gruppo di testa in Europa entro il 2026.

Per fare ciò il Governo si pone cinque ambiziosi obiettivi:

  1. Diffondere l’identità digitale, assicurando che venga utilizzata dal 70% della popolazione; (leggi)
  2. Colmare il gap di competenze digitali, con almeno il 70% della popolazione che sia digitalmente abile; (leggi)
  3. Portare circa il 75% delle PA italiane a utilizzare servizi in cloud; (leggi)
  4. Raggiungere almeno l’80% dei servizi pubblici essenziali erogati online; (leggi)
  5. Raggiungere, in collaborazione con il Mise, il 100% delle famiglie e delle imprese italiane con reti a banda ultra-larga. (leggi)
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Italia digitale 2026

Obiettivo 1 - Identità e cittadinanza digitale

Diffondere l’identità digitale, assicurando che venga utilizzata entro il 2026 dal 70% della popolazione

La trasformazione dell’architettura digitale della Pubblica Amministrazione (PA), dall'infrastruttura cloud all'interoperabilità dei dati, è accompagnata da investimenti mirati a migliorare i servizi digitali offerti ai cittadini.

 

pagoPA, app IO e notifiche digitali

La trasformazione dell’architettura digitale della PA, dal cloud all’interoperabilità dei dati, è accompagnata da investimenti mirati a semplificare la vita digitale dei cittadini, attraverso migliori servizi pubblici.

In primo luogo sono rafforzati strumenti già lanciati con successo negli ultimi anni, come la piattaforma per i pagamenti verso la PA, pagoPA, e l’app IO, il punto unico di accesso per i servizi pubblici digitali. A questi verranno aggiunti nuovi servizi, come ad esempio la piattaforma unica di notifiche digitali. Grazie ad essa sarà possibile inviare notifiche con valore legale in modo interamente digitale. L’utilizzo della piattaforma per la notifica digitale degli atti pubblici ridurrà sensibilmente i tempi di comunicazione tra PA e cittadini e consentirà l’invio e la ricezione di avvisi in tempo reale. Permetterà poi alla Pubblica Amministrazione di risparmiare sulle spese di spedizione e diminuirà i casi di mancato recapito.

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Obiettivo 2 - Competenze digitali

Colmare il gap di competenze digitali, con almeno il 70% della popolazione che sia digitalmente abile

Le iniziative di trasformazione digitale di infrastrutture e servizi sono arricchite da interventi di supporto alle competenze digitali dei cittadini, per garantire un sostegno robusto e pervasivo al compimento del percorso di alfabetizzazione digitale del Paese. In questo ambito il Piano nazionale di ripresa e resilienza nel suo complesso prevede diverse linee di azione, tra loro sinergiche, che coprono tutti gli snodi del percorso educativo.

 

Le azioni

Per non rimanere incompiuta la trasformazione digitale di infrastrutture e servizi della PA deve essere inclusiva.

Italia digitale 2026 prevede iniziative di supporto alle competenze digitali dei cittadini: sia per dare a tutti le stesse opportunità, sia per completare il percorso verso un Paese realmente digitale. Lo scopo è di garantire un sostegno robusto e pervasivo al compimento del percorso di alfabetizzazione digitale. In questo ambito il Piano nazionale di ripresa e resilienza nel suo complesso prevede diverse linee di azione, tra loro sinergiche, che coprono tutti gli snodi del percorso educativo.

Gli interventi mirano a supportare le fasce della popolazione a maggior rischio di subire le conseguenze del digital divide. Oltre alle misure più tradizionali fornite dalle piattaforme educative, di istruzione e di supporto all’inserimento nel mondo del lavoro, con il PNRR si vuole rafforzare esperienze di facilitazione digitale sul territorio e il Servizio Civile Digitale. Circa 3 milioni di cittadini potranno così acquisire competenze digitali di base.

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Obiettivo 3 - Cloud e infrastrutture digitali

Portare entro il 2026 circa il 75% delle PA italiane a utilizzare servizi in cloud

La trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione (PA) segue un approccio “cloud first”, orientato alla migrazione dei dati e degli applicativi informatici delle singole amministrazioni verso un ambiente cloud.

 

Infrastrutture digitali

La trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione (PA) segue un approccio “cloud first”, orientato alla migrazione dei dati e degli applicativi informatici delle singole amministrazioni verso un ambiente cloud. Un cambiamento che porterà a servizi più sicuri e integrati.

Il processo consentirà di razionalizzare e consolidare molti dei data center oggi distribuiti sul territorio, a partire da quelli meno efficienti e sicuri. Ad oggi il 95% dei circa 11mila data center utilizzati dagli enti pubblici italiani presenta carenze nei requisiti minimi di sicurezza, affidabilità, capacità elaborativa ed efficienza.

Per le amministrazioni centrali vuol dire adottare uno di due modelli: migrare sul Polo Strategico Nazionale – PSN, una nuova infrastruttura dedicata cloud (completamente “privata” o “ibrida”), localizzata sul territorio nazionale e all’avanguardia in prestazioni e sicurezza, oppure migrare sul cloud “public” di uno tra gli operatori di mercato opportunamente certificati.

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Cloud, bando per Polo strategico sarà aggiudicato entro 2022

7 settembre 2021 - Il Sole 24Ore

Italia digitale 2026Il ministro è intervenuto in conferenza stampa per la presentazione della Strategia Cloud Italia. La Strategia Cloud Italia si articolerà in fasi successive a cominciare dalla pubblicazione del bando di gara per la realizzazione del Polo strategico nazionale: «Al più tardi» entro la fine del 2021 si procederà a pubblicare il bando di gara per la realizzazione del Psn. E sempre «al più tardi entro la fine del 2022 dovrà avvenire l'aggiudicazione del bando di gara». È quanto emerso dagli indirizzi presentati oggi in conferenza stampa per la presentazione della Strategia Cloud Italia dal ministro per l’Innovazione e la transizione digitale Vittorio Colao per quanto attiene la migrazione delle amministrazioni sul cloud la cui conclusione è indicata entro la fine del 2025. Nella fase di migrazione verrà data precedenza alle Pac che attualmente operano con data center propri classificati, secondo il censimento Agid del patrimonio Ict della Pa, in Categoria B (con carenze strutturali e/o organizzative o che non garantiscono la continuità dei servizi). «A giorni ci aspettiamo proposte per il polo strategico nazionale». Si parla da tempo di una cordata in via di costituzione tra Cassa depositi e prestiti, Tim, Leonardo e Sogei. (continua a leggere)

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Obiettivo 4 - Servizi pubblici online

Raggiungere entro il 2026 almeno l’80% dei servizi pubblici essenziali erogati online

Il gap digitale della PA italiana comporta una ridotta produttività e uno spreco di risorse. Cittadini e imprese ad oggi sono costretti ad accedere alle diverse amministrazioni come silos verticali, non interconnessi tra loro. Con Italia digitale 2026 si vuole superare questo ostacolo.

 

Dati e interoperabilità

Il gap digitale della PA italiana si traduce oggi in ridotta produttività e spesso in un peso non sopportabile per cittadini e imprese, che debbono accedere alle diverse amministrazioni come silos verticali, non interconnessi tra loro.

La trasformazione digitale della PA si prefigge di cambiare l’architettura e le modalità di interconnessione tra le basi dati delle amministrazioni. Avere banche dati pubbliche che parlano tra loro, contribuisce a un risparmio economico, per le amministrazioni, e di tempo, per i cittadini.

La creazione di un unico profilo digitale, fa sì che le informazioni sui cittadini siano a disposizione “una volta per tutte” per le amministrazioni in modo immediato, semplice ed efficace. La piena interoperabilità dei dataset della PA comporterà un esteso utilizzo dell’identità e del domicilio digitale, scelto liberamente dai cittadini.

Si verrà così a creare una “Piattaforma Nazionale Dati” evitando al cittadino di dover fornire più volte la stessa informazione a diverse amministrazioni. La piattaforma offrirà alle amministrazioni un catalogo centrale di “connettori automatici” (le cosiddette “API” – Application Programming Interface) consultabili e accessibili tramite un servizio dedicato. In un contesto integralmente conforme alle leggi europee sulla privacy, i cittadini non dovranno più fornire le stesse informazioni a diverse amministrazioni.

La realizzazione della Piattaforma Nazionale Dati sarà accompagnata da un progetto finalizzato a garantire la piena partecipazione dell’Italia all’iniziativa Europea del Single Digital Gateway.

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Dal certificato di nascita allo stato di famiglia: 14 certificati diventano digitali

29 ottobre 2021 - Huff Post

Italia digitale 2026L’annuncio del ministro Vittorio Colao. Dal 15 novembre non servirà più andare allo sportello. Vittorio Colao, il ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale, in accordo con gli uffici del Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, ha approvato una norma “per permettere ai cittadini di iscrivere e gestire online il proprio domicilio digitale, direttamente dall’anagrafe nazionale della popolazione residente (ANPR), accedendo con SPID e CIE“.

Comune di Isola del Liri » Certificati anagrafici onlineDal 15 novembre, dunque, per avere un certificato anagrafico non servirà più andare allo sportello: basterà sedersi al computer e scaricarlo. “Senza nemmeno pagare il bollo, che in qualche caso arriva fino a 16 euro, e questo sarà valido in tutta Italia e per 14 tipi di certificato, dallo stato civile alla nascita, al matrimonio, ecc”. A dirlo è lo stesso Colao, in un’intervista al Corriere della Sera. Ma quali documenti saranno scaricabili online? (continua a leggere)

Italia digitale 2026

Obiettivo 5 - Reti ultraveloci

Raggiungere entro il 2026 il 100% delle famiglie e delle imprese italiane con reti a banda ultra-larga (BUL)

La nuova strategia europea Digital Compass stabilisce obiettivi impegnativi per il prossimo decennio: deve essere garantita entro il 2030 una connettività a 1 Gbps per tutti e la piena copertura 5G delle aree popolate. L’ambizione dell’Italia è di raggiungere gli obiettivi europei di trasformazione digitale in netto anticipo sui tempi, portando connessioni a 1 Gbps su tutto il territorio nazionale entro il 2026.

 

Reti ultraveloci

La nuova strategia europea Digital Compass stabilisce obiettivi impegnativi per il prossimo decennio: deve essere garantita entro il 2030 una connettività a 1 Gbps per tutti e la piena copertura 5G delle aree popolate. L’ambizione dell’Italia è di raggiungere gli obiettivi europei di trasformazione digitale in netto anticipo sui tempi, portando connessioni a 1 Gbps su tutto il territorio nazionale entro il 2026.

Per mantenere la promessa di una Gigabit society universale si adotta un approccio neutrale sotto il profilo tecnologico che ottimizzi l’impiego delle risorse.

Online l'ultimo rapporto sullo stato del progetto BUL - Smart Nation

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