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Si può misurare la felicità di un popolo?

da | Ago 1, 2023 | diritti, felicità

è tenersi per mano, andare lontano, la felicità
è il tuo sguardo innocente in mezzo alla gente, la felicità
è restare vicini come bambini, la felicità

La domanda alla base di questo articolo è Si può misurare la felicità di un popolo?; o di un paese? domanda cui è difficile rispondere e che noi non affronteremo né in termini filosofici, né etici; ci limiteremo a presentarvi e a commentare i risultati raggiunti da un gruppo di ricerca mondiale che sono contenuti nel World Happiness Report 2023, attività queste riconducibili al Gallup World Poll. Sono passati più di dieci anni dalla pubblicazione del primo Rapporto Mondiale sulla Felicità. E sono passati esattamente dieci anni da quando l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato la risoluzione 66/281, che proclama il 20 marzo come Giornata internazionale della felicità.

Da allora, sempre più persone sono convinte che il nostro successo come Paesi debba essere giudicato dalla felicità dei nostri cittadini. C'è anche un crescente consenso sul modo in cui la felicità dovrebbe essere misurata. Questo consenso significa che la felicità nazionale può ora diventare un obiettivo operativo per i governi. Ma come hanno fatto a misurare la felicità di un popolo? Certamente non andando in giro ad intervistare persone e chiedendo loro se si sentono felici, realizzati e soddisfatti. Sono stati identificati alcuni parametri "oggettivi" quali la capacità di sostenre la propria famiglia con dignità, o la presenza di forme di tutela sociale che ci facciano sentire meno soli, il rispetto dei diritti fonadamentali; di questi parametri parleremo nel seguito dell'articolo.

Si può misurare la felicità di un popolo?scarica World Happiness Report 2023

 

Che cos'è il Gallup World Poll?

Il Gallup World Poll analizza le questioni più importanti a livello mondiale, come l'accesso al cibo, l'occupazione, le prestazioni della leadership e il benessere. Da quando ha creato il World Poll nel 2005, Gallup ha condotto studi in oltre 160 Paesi che comprendono il 99% della popolazione adulta mondiale. Gli scienziati senior di Gallup forniscono consulenza per lo sviluppo di un insieme comune di statistiche che Gallup raccoglie in ogni Paese del mondo. Il sondaggio World Poll comprende più di 100 domande globali e domande specifiche per ogni regione. Gallup pone ai residenti dall'Australia al Pakistan le stesse domande, ogni volta e nello stesso modo. In questo modo è possibile analizzare i dati di anno in anno e fare confronti diretti tra i Paesi.

La felicità è un diritto costituzionale?

In base alle definizioni contenute nei dizionari, la felicità (l’eudaimonia di Aristotele, di Platone e di Epicuro) è uno stato d’animo positivo conseguente alla soddisfazione dei propri desideri. Parliamo di un insieme di sensazioni ed emozioni dell’intelletto e del corpo, che procurano gioia e benessere per lungo tempo.

Un concetto molto dibattuto in molteplici culture e società è il diritto alla felicità. Andando oltre i dizionari, sono molti i fattori che incidono sul concetto di felicità, e quello che rende felici le persone cambia in base all’individuo. Tuttavia, sono in molti a sostenere che la felicità, per qualsiasi essere umano, sia un diritto fondamentale, e che lo Stato debba garantire le condizioni per il suo pieno raggiungimento.

Nella nostra Costituzione non esiste un riconoscimento del diritto alla felicità. O per lo meno, non esplicitamente. La felicità è un concetto relativo e astratto, certo, ma lo Stato deve sempre garantire degli strumenti affinché ogni persona possa realizzarla attraverso le sue sfaccettature.

La nostra Costituzione non riconosce esplicitamente il diritto alla felicità al fine di evitare di insinuare che gli interessi del singolo precedono quelli della collettività. Ma così non è, ovviamente, dato che le libertà personali sono compatibili con l’interesse delle persone e degli altri cittadini. Anzi: sono numerose le norme che antepongono l’interesse della cittadinanza a quella dell’individuo. I padri costituenti sapevano bene che l’interesse del singolo non può prescindere dal benessere collettivo nel quale è inserito. Questo ben rappresenta il concetto di società, che collega tutti e tutto: quello che succede ad un unico individuo si ripercuote tutto intorno a lui.

Ma non tutti i paesi sono uguali. La Dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti d’America, redatta da Thomas Jefferson (1743-1826) e approvata dal Congresso di Filadelfia il 4 luglio 1776, qualifica il perseguimento della felicità come diritto inalienabile. Il popolo avrebbe quindi il diritto di pretendere dal governo le misure in grado di assicurare a ogni cittadino la propria quota di benessere; in caso contrario i consociati avrebbero il diritto di sovvertire o modificare l’ordine precostituito. La Dichiarazione americana identifica quei valori politici tra cui la felicità, che i nuovi governi da quel momento dovranno perseguire.

Nel panorama francese è degna di nota la Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino il cui testo proposto dal marchese de La Fayette, discusso innanzi all’Assemblea nazionale dal 20 al 26 agosto 1789, viene approvato il successivo 5 ottobre. Fortemente influenzata dalla Dichiarazione americana, quella francese afferma che il fine delle istituzioni pubbliche è rappresentato dalla “felicità di tutti”. È lecito domandarsi se la Dichiarazione d’Oltralpe sancisca un principio di felicità formale o sostanziale e in che modo sia possibile predeterminare la funzione dello Stato per realizzare la “felicità di tutti”. (per maggiori arricchimenti si veda ad esempio Il diritto al perseguimento della felicità di Donatella Cesarini.

I parametri impiegati nel World Happiness Report

Il rapporto è pubblicato dalla Rete delle Nazioni Unite per le soluzioni di sviluppo sostenibile e i sondaggi mondiali Gallup raccolgono i dati. Il rapporto misura la felicità in base a sei fattori:

Il rapporto di quest'anno, tuttavia, ha adottato un approccio nuovo e diverso per misurare la felicità nazionale, basato su fiducia, benevolenza, efficienza dello Stato, comportamento altruistico e impatto dei social media.

Ma che cosa intende l’essere umano quando dice di essere felice? Quali sono i parametri secondo cui possiamo definirci davvero tali? Le risposte sono ovviamente soggettive ma, sicuramente, il luogo, la nazione e le persone che ci stanno accanto influiscono notevolmente sul nostro umore. Come si legge nel rapporto del World Happiness Report, a seguito della pandemia, poi, i casi di stress, depressione e tristezza hanno pesato sulla vita delle persone. I giovani, soprattutto, risultano essere meno felici rispetto agli over 60 che sono, invece, più soddisfatti della loro vita. Il documento dedica un’intera sezione al rapporto tra felicità e Covid-19: si legge inoltre che la pandemia ha portato maggiore solidarietà nelle persone, registrando un’impennata delle azioni benefiche; rispetto al periodo precedente la pandemia, infatti, l’aumento nel 2021 è stato di un quarto.

La posizione dell'Italia

I paesi nordici continuano ad occupare la top 5 degli stati con il più alto tasso di felicità registrati dalle persone. Al primo posto troviamo infatti la Finlandia che per il quarto anno consecutivo occupa il podio..

L’Italia è scivolata di due posizioni rispetto al 2021, occupando ora il trentatreesimo posto, mentre 5 sono i posti in classifica rispetto al 2020.  Ha visto tempi migliori ma anche peggiori quali il quadriennio 2014-2017. È stata registrata una tendenza globale di innalzamento nei confronti di stress, preoccupazione e tristezza che sono aumentati dell’8% nel 2020 e del 4% nel 2021, rispetto ai livelli pre-pandemia.

In ogni caso il 2022 è il peggior anno valutato come posizione dell’Italia all’interno dei paesi della Unione Europea: 18esimo posto.

Si può misurare la felicità di un popolo?

Il rapporto delinea poi una serie di fattori da cui dipenderanno le nuove prospettive di felicità: il futuro della pandemia e la risoluzione del conflitto militare sono le più comuni. Stranamente nel rapporto non si fa cenno ai timori (o almeno noi non l’abbiamo trovato) di cui sono preda soprattutto i giovani in merito al futuro climatico. Sta prendendo piede un neologismo, non particolarmente felice forse, che è eco-ansia.

“Io soffro di eco-ansia, lei non ha paura per i suoi nipoti?”. È questa la domanda che ha fatto commuovere il ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin. Gliel’ha posta una ragazza di nome Giorgia, durante l’incontro al Giffoni Film Fest. Il ministro ha risposto a vari quesiti sul cambiamento climatico, ma non è riuscito a trattenere le lacrime quando la giovane - anche lei commossa - ha confessato: “Ho molta paura per il mio futuro”.

 

La classifica del World Happiness Report

Nel seguito 3 tabelle, la prima riporta l’elenco  dei migliori paesi; in testa Finlandia e Danimarca, più del 64% in Europa e il 50% nella Unione Europea; nella seconda tabella compaiono i paesi peggiori (ossia i meno felici): colpisce anche la posizione dell’india (125esima posizione e compare anche nella terza tavola, l’ultimo posto (137°) è occupato, a sorpresa, da Cipro (paese dell’Unione Europea), a sorpresa perché negli anni precedenti si aggirava intorno alla 40esima posizione.

Nella terza tabella l’elenco di alcuni paesi rilevanti (Cina, Usa, India) e l’Italia al 33esimo posto, mentre nelle posizioni precedenti (ossia migliori dell’Italia), ci sono Stati Uniti, Regno Unito, Germania e Francia.

Si può misurare la felicità di un popolo?
Si può misurare la felicità di un popolo?
Si può misurare la felicità di un popolo?

Ci si domanda se per prevenire la miseria, i governi e le organizzazioni internazionali debbano stabilire diritti come quelli della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo delle Nazioni Unite (UDHR). O ampliare  gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) per considerare congiuntamente le dimensioni del benessere e della politica ambientale al fine di garantire la felicità delle generazioni future.  La sensazione insomma è che il miliardo e passa di persone che vivono in Occidente siano sempre più lontane dal resto del mondo. 

Tutte le politiche governative dovrebbero essere valutate rispetto alla pietra di paragone del benessere (per dollaro speso).  In realtà così non è. Quando si allargano le disparità non solo economiche e quindi non solo legate alle condizioni materiali ma anche culturali ed esistenziali è complicato pensare a una misurazione condivisa della felicità. Quello che il report non dice è proprio che mai come questi anni la definizione di felicità andrebbe declinata in modo diverso. Detto in modo più diretto, servono davvero nuovi indicatori ma capaci di leggere meglio il contesto. (preso da Il Sole 24Ore)

Clicca qui per vedere una mappa complessiva della Felicità, elaborata da Visual Capitalist, ovviamente sulla base del World Happiness Report 2023.

Una mappa tematica

Come spesso facciamo riportiamo di seguito anche una mappa tematica desunta dal portale Our World in Data, mappa che si appoggia alla stessa base dati; se volte potete scaricare la base dati. (scarica la base dati)

Sul portale di Pur World in Data compaiono molti più grafici di quelli riportati in questo articolo, se vuoi vederli clicca qui

se non conosci i grafici di Our World in Data vedi l'articolo che spiega le modalità di utilizzo

Soddisfazione di vita auto-riferita, 2022
Immaginate una scala, con gradini numerati da 0 in basso a 10 in alto. La cima della scala rappresenta la migliore vita possibile e il fondo della scala rappresenta la peggiore vita possibile