Cambiamento climatico e disuguaglianze
Cambiamento climatico e disuguaglianze è l'articolo tratto da LaVoce.info , in cui è apparso il 17 gennaio del 2023 a firma di 4 autori legati alla Scuola Superiore S. Anna di Pisa: Matteo Coronese, Francesco Lamperti, Elisa Palagi e Andrea Roventini. Vi è una correlazione preoccupante tra i cambiamenti climatici in atto e la crescita delle disuguaglianze. Il perdurare e l’intensificarsi di eventi estremi (assenza di precipitazioni e siccità) sommato al riscaldamento globale vedranno aumentare le disparità di reddito su scala mondiale e anche tra regioni europee. L’articolo, che vi proponiamo in forma semplificata, mostra come questo processo, in mancanza di politiche di adattamento e mitigazione, sia inevitabile.
Cambiamento climatico e disuguaglianze
Mitigare gli effetti del cambiamento climatico e ridurre le crescenti disuguaglianze economiche sono sfide estremamente complesse, ma quanto mai attuali. Poiché i due fenomeni sono strettamente interconnessi, è cruciale affrontarli nel loro insieme. Diversi studi hanno già mostrato infatti che il cambiamento climatico aumenterà le disuguaglianze di reddito tra regioni e paesi; il suo impatto sulle diverse classi di reddito è invece meno chiaro.
In un nostro studio, analizziamo gli effetti del cambiamento climatico sulle disuguaglianze di reddito, sia tra paesi che al loro interno. I risultati, sebbene non inaspettati, non sono incoraggianti: le anomalie di precipitazione colpiscono particolarmente i più poveri, specialmente nei paesi che dipendono maggiormente dal settore agricolo. Le nostre proiezioni indicano che l’86 per cento dei paesi analizzati diventerà più povero entro la fine del secolo a causa del cambiamento climatico, e che le disuguaglianze di reddito globali aumenteranno, specialmente nei paesi in via di sviluppo. Anche l’Italia sarà colpita, poiché le disparità tra regioni europee si amplificheranno.
aumenteranno le distanze fra le fasce di reddito…
I danni da cambiamento climatico ed eventi estremi sono in aumento. Ma come influenzano le varie fasce di reddito? Abbiamo provato a rispondere a questa domanda utilizzando dati su un indicatore di disuguaglianza – ovvero la quota di reddito percepita dal 50 per cento più povero della popolazione – mettendoli in relazione ad anomalie sia di precipitazioni che di temperature.
Sembra infatti che il mutare delle temperature e quello delle precipitazioni abbiano effetti diversi, benché sovrapponibili, sulle nostre economie. Sono precisamente livelli estremi di precipitazioni (basse o elevate) che aumentano le disparità di reddito, specialmente nei paesi in cui l’occupazione è fortemente concentrata in agricoltura. Inoltre, precipitazioni – così come temperature – estreme tendono a ridurre sia la crescita del Pil pro capite, sia quella del Pil agricolo pro capite. In sintesi, le anomalie climatiche diminuiscono la dimensione della “torta”, ma cambiano anche il modo in cui la torta stessa viene spartita tra le varie fasce di reddito.
Perché le conseguenze di siccità e precipitazioni estreme sono più forti nei paesi ad elevata intensità agricola? Dipende da due fattori. Primo, gli impatti sul reddito aggregato sono minori rispetto a quelli sul reddito agricolo. Secondo, le persone più povere in paesi in via di sviluppo dipendono tipicamente dal reddito generato nel settore primario. Di conseguenza, le anomalie climatiche si traducono in un divario più ampio tra ricchi e poveri.
…e i paesi più poveri diventeranno più poveri
Se per adesso l’impatto del cambiamento climatico è stato relativamente contenuto, cosa potrebbe succedere a fine secolo in assenza di azioni correttive? Le nostre proiezioni indicano che in uno scenario privo di azioni di mitigazione, la maggior parte dei paesi sperimenterà aumenti di disuguaglianza a causa delle future variazioni di precipitazioni. Ad esempio, nell’Africa sub-sahariana, la quota di reddito del 50 per cento più povero diminuirà di oltre il 10 per cento. In alcune aree del mondo, le disparità regionali aumenteranno: in Europa crescerà il gap tra i paesi del Nord e quelli mediterranei. Infine, se consideriamo anche gli effetti dovuti all’aumento delle temperature, le nostre proiezioni indicano che l’86 per cento dei paesi diverranno più poveri rispetto a un mondo senza cambiamento climatico.
Il cambiamento climatico aumenterà le disparità globali
Quali sono le implicazioni per la disuguaglianza globale? In uno scenario nel quale non si intervenisse con politiche significative di mitigazione, l’indice di Gini - coefficiente che si usa per misurare la diseguaglianza nella distribuzione della ricchezza – crescerà del 24 per cento entro fine secolo come conseguenza del cambiamento climatico. Se restringiamo il campo ai paesi che dipendono fortemente dall’agricoltura, il valore arriva a un preoccupante 45 per cento se si considerano solo gli impatti delle precipitazioni, e addirittura al 78 per cento se si aggiungono le future anomalie di temperatura.
Ovviamente, questi numeri cambiano se ipotizziamo scenari socio-economici e climatici alternativi. Uno sviluppo strutturale dei paesi agricoli diminuirebbe notevolmente la loro vulnerabilità a variazioni future nelle precipitazioni. Tuttavia, se lo sviluppo fosse accompagnato – a livello globale – da un forte uso di combustibili fossili, i guadagni derivanti dai minori impatti delle precipitazioni non sarebbero sufficienti a compensare quelli sempre più alti derivanti dall’aumento delle temperature, sia in termini di crescita che di disuguaglianza. Al contrario, in uno scenario con emissioni contenute, i livelli di disuguaglianza rimarrebbero invece sostanzialmente più bassi, suggerendo come lo sviluppo sostenibile dei paesi più poveri sia un’arma per contrastare le conseguenze degli impatti climatici.
il rischio di un circolo vizioso
Non solamente livelli di precipitazioni estremi hanno danneggiato sproporzionatamente le fasce di reddito più povere, ma hanno rallentato il processo di sviluppo economico complessivo di molti paesi. In mancanza di interventi strutturali, economie povere e fortemente dipendenti dall’agricoltura rischiano di vedere la loro vulnerabilità al cambiamento climatico aumentare in futuro, innescando circoli viziosi.
Questi risultati richiamano la nostra attenzione su un fatto cruciale, ovvero che uno sviluppo sostenibile può limitare fortemente gli effetti diretti del cambiamento climatico e le disuguaglianze che potrebbero generare.
Un grafico dell'indice Gini
Nel seguito riportiamo un grafico della distribuzione mondiale dell'indice di Gini; il grafico è preso dal portale Our World in Data dove l'origine dei dati è la World Bank Data
che cosa è il portale Our World in Data
OurWorldInData è un sito di pubblicazione scientifica appartenente alla categoria della Editoria digitale che presenta ricerche empiriche e dati che mostrano come stanno cambiando le condizioni di vita nel mondo. Questa pubblicazione web sullo sviluppo globale comunica questa conoscenza empirica per mezzo di visualizzazioni di dati interattive (diagrammi e mappe) e presenta le scoperte sullo sviluppo che spiegano cosa provoca i cambiamenti che osserviamo e quali sono le conseguenze di questi cambiamenti.
I grafici mostrano dati interessanti relativi a diversi paesi del mondo; le modalità di visualizzazione sono tre: CHART, MAP e TABLE.
- CHART mostra i dati come grafico nel tempo, in questo caso è possibile aggiungere altre nazioni rispetto a quelle mostrate inizialmente; con il comando ±add country è possibile aggiungere (ma anche togliere) qualche paese (Italia, Francia e Germania ad esempio).
- MAP i dati sono mostrati sulla mappa mondiale assegnando ad ogni paese un colore che simboleggia l'intensità della violazione, con un azione di mouse over compaio altri dati relativi al paese specifico
- TABLE i dati sono visualizzati in tabella (e sono esportabile in formato CSV con il comando download)
- con il tasto il grafico (sia CHART che MAP) viene animato( nel tempo)
L'obiettivo è mostrare come il mondo sta cambiando e perché. La pubblicazione è sviluppata all'Università di Oxford ed il suo autore è Max Roser, storico sociale ed economista dello sviluppo. Copre una vasta gamma di argomenti in molte discipline accademiche: le tendenze riguardo a salute, risorse alimentari, crescita e distribuzione della ricchezza, violenza, diritti, guerre, cultura, consumo di energia, istruzione, e cambiamento ambientale. Coprire tutti questi aspetti in una sola risorsa rende possibile capire come le tendenze a lungo termine osservate siano interconnesse.
La ricerca sullo sviluppo globale viene presentata ad un pubblico di curiosi, giornalisti, accademici e persone che devono prendere decisioni strategiche. Gli articoli hanno dei riferimenti incrociati tra di loro far capire cosa provoca le tendenze a lungo termine osservate. Per ogni argomento viene discussa la qualità dei dati e, indicando le fonti al visitatore, il sito agisce come database di database – un meta-database.
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