Clima
e società: questioni controverse
Per affrontare in modo razionale l’emergenza climatica, non servono prese di posizione ideologiche e astratte. Serve ragionare e agire con gli strumenti che ci mettono a disposizione la ricerca scientifica e l’innovazione tecnologica. Immaginare un mondo che riduce i propri consumi può essere un esercizio mentale che ci fa sentire più buoni, ma non fa i conti con la complessità del reale, con i legittimi interessi in gioco, con le aspirazioni allo sviluppo delle popolazioni emergenti, con le centinaia di migliaia di posti di lavoro che una scelta radicale di decrescita metterebbe a rischio.
La transizione energetica di cui molto si parla è già realtà da qualche anno almeno; tuttavia, il ritmo con cui cerchiamo di ridurre l’uso dei combustibili fossili è troppo blando. Occorre fare di più, fare meglio, e fare più rapidamente. Ma come? Solo la scienza e le applicazioni tecnologiche possono fornire risposte sempre più efficaci e solo la politica può adottare scelte compatibili con gli scenari socioeconomici (e geopolitici) globali che si stanno configurando nel corso di questo tragitto verso un mondo “a emissioni zero”, per dirla con una iperbole.
Ma è possibile passare da una economia lineare (estraggo-trasformo-produco-consumo-scarto) ad una circolare, nella quale lo scarto diventa, almeno in parte, materiale di riuso per nuovi manufatti? O dovremo accontentarci di riciclare solo la carta? E ancora. Le fonti energetiche pulite potranno mai sostituire quelle inquinanti, che attualmente dominano ancora i mercati dell’energia? Quando questo passaggio sarà economicamente sostenibile?
Alcune risposte le trovate negli interventi di Gianfranco Pacchioni, alle pagine Introduzione e Definizioni/in profondità. Qui vi proponiamo di guardare e ascoltare Luca Beverina, che illustra con grande chiarezza i concetti e le prospettive del riciclo e delle fonti alternative.
Luca Beverina
Professore Ordinario di Chimica Organica presso l’Università di Milano-Bicocca. Scienziato dei Materiali di formazione, subito dopo il conseguimento del Dottorato di Ricerca ha lavorato negli Stati Uniti presso il Georgia Institute of Technology di Atlanta. Rientrato in Italia, è rimasto attivo nel medesimo ambito di ricerca ma ha anche dedicato impegno crescente alla chimica delle formulazioni e alla sostenibilità. I suoi contributi più recenti riguardano lo sviluppo di metodi di chimica verde per la produzione a basso impatto ambientale di coloranti e pigmenti.