Disinformazione
e responsabilità:  introduzione  


Disinformazione: che cos’è e perché ci preoccupa

La disinformazione esiste almeno da quando gli esseri umani hanno imparato a comunicare in modo articolato, e la storia è ricca di esempi celebri: la falsa donazione di Costantino, l’inesistente regno del Prete Gianni, l’errata rappresentazione della California come un’isola nelle mappe del XVI secolo, fino alla vergogna dei Protocolli dei Savi di Sion, un documento costruito ad arte in funzione antisemita.

Tuttavia, solo in anni recenti il tema è diventato oggetto di allarme a livello internazionale: nel 2013, il Global Risk Report del World Economic Forum riportava la disinformazione come uno dei grandi pericoli per le civiltà contemporanee, descrivendola in termini di “incendi digitali fuori controllo in un mondo iperconnesso” (digital wildfires in a hyperconnected world); pochi anni dopo, nel 2016, l’Oxford Dictionary indicava come parola dell’anno “post-verità” (post-truth), vale a dire un atteggiamento nei confronti dell’informazione che privilegia l’impatto emotivo e persuasivo, anziché l’aderenza ai fatti. Da allora, appelli e interventi per affrontare il problema della disinformazione si sono susseguiti con sempre maggiore frequenza.

In questo kit offriamo innanzitutto materiali per ricostruire sia i più celebri casi di disinformazione nelle varie epoche, sia le grandi tappe nell’evoluzione del sistema dei media, con ricadute fondamentali sui processi di circolazione dell’informazione (storia).

Discuteremo inoltre il contributo di discipline diverse nell’affrontare il tema della disinformazione, approfondendo in particolare il ruolo della responsabilità epistemica degli attori individuali, il valore democratico dell’informazione, e i rapporti fra piattaforme online e media tradizionali (intersezioni).

Affronteremo poi problemi aperti nello studio della disinformazione: dal modo in cui valutarne l’effettiva diffusione, alla relativa efficacia di diverse strategie proposte per combatterla (questioni controverse).

Per fare tutto questo, verranno fornite definizioni precise di alcuni concetti chiave: complottismo, infotainment, disintermediazione (definizioni / in profondità).

Infine, il tavolo di lavoro proposto suggerirà come organizzare i materiali del kit in sequenze di apprendimento efficaci.

Introduciamo il tema con questo contributo di Fabio Paglieri, volto a fornire una definizione di cosa sia la disinformazione e a spiegare perché oggi ci preoccupi così tanto.

Fabio Paglieri

Dirigente di ricerca presso l’Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del CNR di Roma, è stato Presidente dell’Associazione Italiana di Scienze Cognitive (2017-2019) e membro del Direttivo dell’Associazione Italiana di Psicologia (2021-2023): dal 2012 dirige due riviste accademiche, Sistemi Intelligenti (Il Mulino) e Topoi (Springer). È uno psicologo cognitivo e si occupa prevalentemente di processi decisionali ed epistemici: ha pubblicato 4 monografie e oltre 150 articoli scientifici su questi temi, nonché svariate curatele. Nel 2020 ha proposto un approccio non catastrofista al problema della disinformazione, nel libro La disinformazione felice (Il Mulino).