Europa
casa comune: intersezioni
Uno sguardo ampio sull’Europa e sul futuro dell’Unione europea non può che abbracciare il mondo intero. L’interdipendenza fra le diverse aree del globo, crescente negli ultimi decenni, in virtù della rivoluzione digitale, rende l’esperimento che il vecchio continente sta portando avanti da settant’anni a questa parte una cosa fragile e preziosa insieme. Fragile, perché ancora incompiuto e sottoposto a continue tensioni interne ed esterne; prezioso, perché mai nella storia della civiltà popoli tanto diversi e segnati da conflitti secolari – gli ultimi due, devastanti, soltanto nel ‘900 – hanno tentato una via di cooperazione e di pace, sulla base di principi universali condivisi: libertà e dignità dell’uomo nella democrazia.
Le sfide e le debolezze, i passi in avanti e gli arretramenti segnano questo cammino che, per certi versi, come dice Alessandro Cavalli nell’intervento che vi proponiamo, è ancora agli inizi. Società, economie, lingue, tradizioni: tutto sembrerebbe tenere separati gli stati europei. E di tutto occorre tenere conto, come di un grande patrimonio, se si vuole vincere la scommessa, importante per il mondo intero, di realizzare – come recita il motto dell’Unione – l’unità nella diversità.
Alessandro Cavalli
Nasce nel 1939. Dopo aver frequentato il liceo scientifico, ha studiato all’Università L. Bocconi, dove si è laureato nel 1963 con una dissertazione in “Storia Economica” sul metodo delle scienze storico-sociali in Max Weber e Werner Sombart. Dal giugno 1965 al luglio 1967, come Harkness Fellow del Commonwealth Fund studia negli Stati Uniti. Dal 1969 inizia l’attività di insegnamento all’Università di Pavia. Tra il 1985 e il 1990 è direttore del Dipartimento di Studi Politici e Sociali. Dal 2003 al 2013 insegna come docente a contratto presso l’Istituto Universitario di Studi Superiori (IUSS) di Pavia. Nel febbraio-marzo del 1980 è Directeur d’Etudes presso l’Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales di Parigi dove svolge seminari su invito di Pierre Bourdieu, nel 1989 è Max Weber Gastprofessor all’ Università di Heidelberg. Nel marzo-aprile del 1994 tiene un corso sulla sociologia tedesca tra 800 e 900 come Leclerq Visiting Professor all’Université Catholique di Louvain-la-Neuve (Belgium), nell’anno successivo, tra febbraio e luglio del 1995 è Fellow del Collegium Budapest, Institute for Advanced Studies, dove approfondisce il tema del rapporto tra storia e memoria