In psicologia, la resilienza è un concetto che indica la capacità di fare fronte in maniera positiva ad eventi traumatici, di riorganizzare positivamente la propria vita dinanzi alle difficoltà, di ricostruirsi restando sensibili alle opportunità positive che la vita offre, senza alienare la propria identità. Sono persone resilienti quelle che, immerse in circostanze avverse, riescono, nonostante tutto e talvolta contro ogni previsione, a fronteggiare efficacemente le contrarietà, a dare nuovo slancio alla propria esistenza e persino a raggiungere mete importanti. 
Applicato ad un’intera comunità ovvero alla società, anziché a un singolo individuo, il concetto di resilienza si sta affermando nell’analisi dei contesti sociali successivi a gravi catastrofi naturali o dovute all’azione dell’uomo quali, ad esempio, attentati terroristici, rivoluzioni o guerre. Vi sono processi economici e sociali che, in conseguenza del trauma costituito da una catastrofe, cessano di svilupparsi restando in una continua instabilità e, alle volte, addirittura collassano, estinguendosi; in altri casi, al contrario, sopravvivono e, anzi, proprio in conseguenza del trauma, trovano la forza e le risorse per una nuova fase di crescita e di affermazione. Pertanto, la resilienza è anche un concetto sociologico oltre che psicologico.
In ingegneria, viene misurata come la capacità di un materiale di resistere a forze dinamiche, ovvero ad urti, fino a rottura, assorbendo energia con deformazioni elastiche e plastiche. 
Dal significato originario di tipo psicologico il concetto si è diffuso anche in quello economico. Pertanto, un’organizzazione (impresa, azienda e contesti analoghi) è resiliente quando è in grado di affrontare i rischi, cogliendo opportunità anche nelle situazioni negative (si rafforza grazie alla risoluzione dei problemi). In pratica, sa evolversi uscendo positivamente da situazioni di crisi in quanto è capace di gestire il cambiamento.