Materie prime e semilavorati che mancano. Il mondo occidentale esce faticosamente dalla crisi generata dalla pandemi Covid-19, l'economia sembra riprendere slancio e all'improvviso si accorge che mancano molte materie prime e semilavorati quali i microchip. Il produttore svedese di autocarri Scania ha sospeso la produzione di camion, la crisi dei microchip blocca il polo Stellantis di Melfi nel mese di settembre (2021); in generale l'automotive è tutta più o meno in crisi.
Il costo delle materie prime non ha frenato l’interscambio commerciale cinese, che in agosto ha retto ai contagi e alla chiusura dei porti, ma spinge l’aumento dei prezzi alla produzione ai massimi da 13 anni a questa parte facendo registrare in agosto un dato da record: +9,5 in agosto. Anche i prezzi al consumo salgono dello 0,8% rispetto all’1% di luglio. Come è evidente, i problemi più seri restano quelli collegati alla funzionalità della catena produttiva e della logistica. I prezzi dei prodotti alimentari, per il momento, sono in declino, ma in un contesto di sofferenza per le aziende nell’accesso al credito, calano le prospettive sul Pil atteso.
A questo si aggiunge una crisi della logistica: trasporti e stoccaggi. In Italia mancano circa 17.000 camionisti, il sistema dei trasporti via nave è stato messo in crisi da alcuni gravi incidenti verificatisi nel canale di Suez. Nuovo incidente nel Canale di Suez dove una gigantesca portacontainer (la Coral Crystal in viaggio verso Port Sudan sul Mar Rosso, costruita nel 2012, lunga 225 metri e larga 32) ha bloccato per alcune ore il passaggio causando il ritardo del transito di almeno altre quattro imbarcazioni. Già a marzo scorso (2021) si era verificato un episodio simile quando un’altra portacontainer, la EverGiven, rimase bloccata per giorni causando una congestione di 422 navi.
Per i suoi lettori, Civitas seguirà quanto compare di significativo, sulla stampa on line, sul fronte delle materie prime, dei semilavorati, dei trasporti e della logistica in generale.
vedi la tavola delle terre rare
Acciaio
Offerta Usa per risolvere la disputa con Ue su dazi acciaio
10 settembre 2021 - Ansa - Bloomberg
Gli Stati Uniti hanno presentato un'offerta iniziale all'Unione Europea per risolvere la disputa triennale sulle importazioni di acciaio negli Usa. Lo riporta l'agenzia Bloomberg citando alcune fonti, secondo le quali l'offerta spiana la strada a una soluzione entro la fine dell'anno. Donald Trump ha imposto nel 2018 dazi del 25% sull'importazioni di acciaio dall'Ue. La proposta americana includerebbe dei contingenti tariffari. (continua a leggere)
In Italia manca l’acciaio e l’Ue ha le sue colpe
8 settembre - HuffPost - Claudio Paudice
I dazi insostenibili per le nostre imprese. Tonnellate ferme nei porti di Ravenna e Marghera. Di acciaio ce n’è poco, quel poco che c’è costa caro e una parte di quello già pronto per essere lavorato è bloccato nei porti per vincoli normativi stabiliti dall’Unione Europea. La situazione con cui in questi giorni stanno facendo i conti gli importatori del metallo industriale è tanto grave quanto “paradossale”: così l’ha definita il presidente dell’Ance, l’associazione dei costruttori edili, che lunedì ha lanciato un allarme sui pericoli imminenti per il rilancio economico post-Covid: “C’è il rischio concreto che le opere del PNRR e gli interventi privati relativi al Superbonus non arriveranno nei tempi stabiliti, trasformando in un fuoco di paglia la ripresa in atto”, ha detto Gabriele Buia. Se in larga parte la carenza e i prezzi alle stelle sono un effetto indesiderato dei blocchi produttivi causati dalla pandemia un anno fa, ad aggravare la situazione ci hanno pensato tuttavia le norme europee, (continua a leggere)
Alluminio
Alluminio senza freni dopo il colpo di Stato in Guinea: prezzi al top da 10 anni
7 settembre 2021 - Il Sole 24Ore - Sissi Bellomo
Si intensifica il rally del metallo, già in rialzo di quasi il 40% da inizio anno. Il Paese africano è responsabile di un quarto della produzione mondiale di bauxite. Alluminio senza freni dopo il colpo di Stato in Guinea, che solleva allarme in un mercato che già da mesi è in forte tensione. Il prezzo del metallo, già in rialzo di circa il 40% da gennaio, ha aggiornato il record decennale al London Metal Exchange, spingendosi fino a 2.782 dollari per tonnellata nel primo giorno in cui la borsa londinese ha riaperto il ring alle contrattazioni dal vivo dopo la lunga sospensione dovuta al Covid. (contenuto disponibile su abbonamento)
Alluminio a prezzi record: la Cina produce meno e importa sempre di più
31 agosto 2021 - Il Sole 24Ore - Sissi Bellomo
Le quotazioni a Londra sono salite di un terzo da inizio anno. In più i consumatori europei e nordamericani pagano premi record. Procurarsi metallo non è facile. Nemmeno la variante Delta è riuscita a fermare la corsa dell’alluminio, che non sembra più trovare ostacoli. Le quotazioni del metallo lunedì 30 si sono spinte ai massimi da 13 anni a Shanghai e minacciano di salire ulteriormente anche al London Metal Exchange (Lme), che è rimasto chiuso per festività. Alla Borsa metalli londinese l’alluminio si è già apprezzato di oltre un terzo da inizio anno e dell’80% rispetto ai minimi di marzo 2020, al picco dei lockdown, fino a superare 2.650 dollari per tonnellata... (continua a leggere)
Litio
Il litio è il più leggero dei metalli, con una densità (0,535 g/cm³) pari a circa metà di quella dell'acqua. Come tutti i metalli alcalini, il litio reagisce facilmente con l'acqua e in natura non si trova allo stato metallico, a causa della sua notevole reattività. Ciononostante è meno reattivo del sodio, a dispetto della similitudine chimica, e per la relazione diagonale con il magnesio condivide con quest'ultimo elemento molte proprietà. Se riscaldato, produce una fiamma color cremisi, ma quando brucia intensamente, la fiamma diventa bianco brillante. È un elemento univalente. È il più leggero degli elementi solidi ed è usato principalmente nelle leghe conduttrici di calore, nelle batterie e come componente in alcuni medicinali.
Litio, mega miniera in Ghana per 15 anni all’australiana Atlantic Lithium
20 ottobre 2023 - Il Sole 24Ore
La corsa al litio ha attirato i pesi massimi del settore minerario, le case automobilistiche e persino le major petrolifere sulla spinta del cambiamento in atto nel settore della mobilità che passa ai veicoli elettrici da combustibili fossili. Il Ghana ha concesso una licenza per l’estrazione del litio all’australiana Atlantic Lithium Ltd. Come ha riferito il ministero del Territorio e delle risorse naturali, il contratto di locazione di 15 anni con Barari DV Ghana Ltd., un’unità locale della società con sede a Sydney, consente di iniziare la costruzione di una miniera di litio in un sito di 42,6 chilometri a Ewoyaa, nella regione centrale del paese. L’operazione arriva dopo quasi sei anni di esplorazione che ha portato alla scoperta di litio di alta qualità in quantità commerciali. (continua a leggere)
L'America scopre la Lithium Valley
4 luglio 2023 - HuffPost - Ilenia Romani
Come la corsa all'oro del 1849, diverse aziende stanno correndo per aggiudicarsi un posto in quello che potrebbe diventare uno dei centri di estrazione del litio più grandi del mondo. Una nuova valle sta però facendo capolino nello stato della California, questa volta ad ovest di San Diego, adiacente al Salton Sea. Si chiama Imperial Valley, ma sta velocemente cambiando nome in Lithium Valley. E considerando la centralità di questo minerale nei processi di elettrificazione e quindi nella transizione energetica, è subito chiaro che questa regione potrebbe avere un enorme potenziale per il futuro americano, e n.. (continua a leggere)
Rame, cobalto, litio e zinco: la caccia alle materie prime in Italia
30 aprile 2023 - Il Sole 24Ore - Davide Madeddu
Dal rame al cobalto, per continuare con piombo, zinco e litio sino alle argille. In Italia riparte la corsa alla ricerca di materie prime. Vuoi per i cambiamenti negli scenari internazionali vuoi per la necessità di filiere certificate e sostenibili, ma cresce il numero di richieste di concessioni per valutare eventuali riattivazioni di miniere in sonno. (continua a leggere)
Serbia, il governo conferma lo stop al progetto della miniera di litio
20 gennaio 2022 - Rai News
La premier, Ana Brnabic, annuncia la rinuncia definitiva al progetto di sfruttamento di una grande miniera ad opera del gruppo industriale Rio Tinto. Piano fortemente contestato da organizzazioni ambientaliste e popolazione locale. Stop alla miniera di litio in Serbia, il metallo principe per le batterie delle auto elettriche e diventato quasi prezioso dell'oro. Il governo serbo ha bloccato il piano presentato dal gruppo industriale Rio Tinto, che era stato fortemente osteggiato dalle popolazioni locali, e contestato da organizzazione ambientaliste che da mesi manifestano in tutta la Serbia, appoggiate dalle forze di opposizione. (continua a leggere)
Scoperto in Europa un enorme giacimento di litio
3 maggio 2021 - QuotidianoNazionale - Andrea Bai
Scoperto in Europa un enorme giacimento di litio: batterie per 400 milioni di auto elettriche. Ecco dove si trova
Si tratterebbe di uno dei più grandi giacimenti del mondo e consentirebbe al settore automobilistico europeo di non dover dipendere dai fornitori in Asia, Australia e America Latina. In Germania è stato individuato un ricco giacimento di litio al di sotto del fiume Reno: si tratta di un volume di materia prima capace di soddisfare l'esigenza di produzione di batterie che possono alimentare 400 milioni di vetture. Secondo le informazioni disponibili il giacimento è uno tra i più grandi del mondo. Il metallo si trova raccolto in forma fusa a diversi chilometri di profondità al di sotto della superficie nella valle dell'Alto Reno. La possibilità di sfruttare questo giacimento per l'approvvigionamento di materie prime ora particolarmente appetibili per il settore automobilistico permetterebbe all'industria delle auto europea di non dover più importare il litio dagli estrattori oggi dislocati principalmente in Australia, Cile e Cina, riducendo quindi l'impronta di carbonio rispetto alle attuali condizioni di produzione e trasporto. (continua a leggere)
Coltan
Il nuovo petrolio si chiama Coltan e il Venezuela ne è casualmente pieno
20 febbraio 2019 - The Vision - Roberta Errico
Da mesi ci viene descritto un Paese sull’orlo del collasso, eppure le ricchezze della Repubblica bolivariana del Venezuela sono invidiabili: il Paese sudamericano conserva nel suo sottosuolo cospicue quantità di oro (le riserve stimate sono intorno alle 15 tonnellate), possiede le più grandi scorte petrolifere del pianeta e negli ultimi anni ha scoperto di avere giacimenti ricchissimi di coltan, un minerale destinato a diventare il petrolio del futuro. ... Fino all’anno scorso, si pensava che i giacimenti di coltan si trovassero in consistenti quantità solo in Congo, Ruanda e Burundi, ma nell’ottobre 2018 il Venezuela ha inaugurato il più grande impianto di estrazione di coltan di tutto il Sudamerica. Al momento dell’inaugurazione, il leader venezuelano Nicolas Maduro, ha dichiarato che l’impianto avrebbe prodotto 7,8 milioni di dollari al giorno di introiti a beneficio della nazione, rilanciando l’importanza del Paese bolivariano sullo scacchiere energetico globale. Coltan, petrolio e oro: sono materie prime che fanno gola e l’instabilità politica del Venezuela rende il Paese una preda appetibile. (continua a leggere)
Microchip
Potremmo definire il 2021 come l’anno della guerra dei chip. A Taiwan si concentrano le fonderie che producono conto-terzi i microprocessori disegnati altrove. Una crisi globale amplificata dal progresso tecnologico trainato dal 5G che si serve di chip per i nuovi apparati di telecomunicazioni.
continua su l'articolo che approfondisce: La crisi dei semiconduttori
Terre Rare
Terre rare, il piano di Bruxelles: “Estrarre in Ue almeno il 10% delle materie prime strategiche che si utilizzano”
7 marzo 2023 - Il Fatto Quotidiano
Entro il 2030, “l’Unione europea dovrebbe aumentare” ad “almeno il 10% del suo consumo” l’estrazione delle materie prime strategiche sul suo territorio, e “ad almeno il 40%” la sua capacità di raffinare e lavorare le terre rare lungo tutta la catena di valore. Sono gli obiettivi fissati nella bozza del Critical Raw Materials Act che la Commissione europea presenterà martedì 14 marzo. Nel documento, ancora soggetto a modifiche ma rivelato dall’Ansa, Bruxelles punta inoltre ad aumentare ad “almeno il 15%” la capacità dell’Ue di produrre materie pri... (continua a leggere)
La Svezia annuncia la scoperta del più grande giacimento di terre rare in Europa
12 gennaio 2023 - Il Sole 24Ore - Beda Rpmano
Il governo svedese ha annunciato la scoperta del più importante giacimento di terre rare in Europa. Questi elementi minerari sono una componente cruciale dei prodotti ad alta tecnologia, in particolare le batterie. Finora l’Europa si è rivelata drammaticamente dipendente da paesi terzi, come la Cina. La società che sfrutta le risorse minerarie del paese ha esortato Stoccolma e Bruxelles ad accelerare gli iter autorizzativi. «La notizia è importante per la Svezia e per l’Europa», ha affermato in una conferenza stampa a Kiruna, una città nella Lapponia svedese, Jon Moström, l’amministratore delegato della società pubblica LKAB. «La nostra scoperta potrebbe rivelarsi un significativo tassello nella produzione di terre rare essenziali nella transizione verde». Il giacimento si trova a 150 chilometri a Nord del circolo polare artico, in una regione tradizionalmente mineraria. Secondo le prospezioni effettuate finora, le nuove riserve sarebbero “enormi”, ha detto il dirigente d’impresa. (continua a leggere)
L’Europa lancia la corsa alle terre rare: “Diventeranno più preziose del gas”
17 ottobre 2022 - HuffPost - Maria Pia Terrosi
Tutto ci vuole meno che un bis del disastro gas. L’Europa e l’Italia stanno correndo ai ripari per evitare di ritrovarsi con le materie prime critiche - litio, cobalto, stronzio, tanto per citarne alcune - nelle stesse condizioni di dipendenza che sperimentiamo con gas e petrolio. Per questo l’Europa ha deciso di mettere a punto una legge su questo delicatissimo tema. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha presentato questa nuova norma, l’European Critical Raw Materials Act, usando toni molto netti: “Presto il litio e le terre rare diventeranno più importanti del petrolio e del gas. La nostra domanda di terre rare aumenterà di cinque volte entro il 2030. Per evitare di diventare nuovamente dipendenti, la Ue punta a identificare progetti strategici lungo tutta la filiera, dall'estrazione alla raffinazione, dalla lavorazione al riciclo”. ... Il boom della domanda. Quello che è certo è che nel giro di pochi anni - entro il 2030 - la domanda di materie critiche raddoppierà. Per quella data l’Europa avrà bisogno di una quantità di litio 18 volte superiore e di una quantità di cobalto 5 volte superiore. Fallire questo obiettivo sarebbe drammatico perché si tratta di elementi essenziali per la produzione di pannelli fotovoltaici, batterie per i veicoli elettrici, accumulatori, turbine eoliche e chip elettronici. Insomma sono materie indispensabili in molti processi produttivi cruciali della transizione ecologica. Dove trovarle? Il rischio nell’approvvigionamento è alto. L’Italia e sostanzialmente l’Europa non hanno siti di estrazione significativi. Ci sono giacimenti di terre rare in Svezia, Finlandia e Portogallo, ma le preoccupazioni delle comunità locali sugli impatti ambientali hanno di fatto bloccato i progetti di sfruttamento. (continua a leggere)
La Cina accresce il dominio sulle Terre Rare. Usa e Ue sotto schiaffo
5 dicembre 2021 - HuffPost - Claudio Paudice
L’assillo di Xi Jinping prende forma e assume le sembianze di una nuova, imponente azienda di Stato. La notizia circolava da settimane ma ora, riporta il Wall Street Journal, è arrivato il via libera di Pechino alla ristrutturazione e fusione di alcune società impegnate nell’estrazione e lavorazione delle terre rare per dare vita a un unico colosso che non ha eguali né concorrenti nel mondo. Le terre rare sono materiali considerati oggi sempre più preziosi, e d’altronde Pechino lo aveva capito con largo anticipo se si pensa che già alla fine degli anni Novanta l’allora presidente Deng Xiaoping disse: “Il Medio Oriente ha il petrolio, noi abbiamo le terre rare”. Xi Jinping non si è allontanato da quella intuizione, poi mutata in ferma convinzione che la Cina dovesse collocarsi in una posizione dominante lungo la catena del valore. Un principio alla base di politiche industriali, sancite dal programma statale Made in China 2025, che hanno indotto la Repubblica Popolare a perseguire negli anni l’obiettivo dell’autosufficienza prima e della supremazia commerciale poi. (continua a leggere fortemente consigliata la lettura integrale dell'articolo)
Indispensabile una politica europea per le materie prime strategiche
13 settembre - HuffPost - Gaetano Fausto Esposito Direttore generale del Centro Studi delle camere di commercio Guglielmo Tagliacarne e Prof. di Economia Politica
Dalla risposta che l’Ue saprà dare dipenderà non solo una crescita “senza contraccolpi” nei campi del green e del digitale, ma anche la prospettiva di assetti geopolitici meno squilibrati nel prossimo futuro. Transizioni gemelle. L’espressione, che fa riferimento alla necessità di far crescere processi produttivi e sociali più attenti ai temi del green e del digitale, è divenuta familiare in epoca covid e in tutte le strategie per rilanciare l’economia mondiale, a partire dal Next Generation EU europeo. Sviluppare processi produttivi più green e favorire la crescita digitale ha delle importanti implicazioni in termini di impiego dei fattori produttivi e in particolare di consumo di specifiche materie prime. Uno degli aspetti riguarda le cosiddette critical row material e soprattutto le “terre rare”, ossia un gruppo di 17 elementi della tavola periodica (come gallio, indio, rodio, ecc.), che sono diventate indispensabili per qualunque dispositivo elettronico. Oltre che per smartphone e computer, sono fondamentali nel campo dell’energia eolica, solare, elettrica e per le fibre ottiche. Stiamo parlando di elementi come il litio, il berillio, il cobalto, il gallio e molti altri dai nomi poco conosciuti, se non dagli addetti ai lavori, ma che conferiscono particolari proprietà ai moderni dispositivi dalle batterie elettriche, ai motori elettrici, ai laser e ai radar, a tantissimi altri utilizzi. (continua a leggere)
Gas e Petrolio
Dopo i lunghi mesi di lockdown, l'attività produttiva ha ripreso ovunque la sua corsa, con un conseguente aumento del fabbisogno energetico. La maggiore domanda ha fatto lievitare i prezzi delle materie prime da cui dipende la produzione energetica: in Europa (e in Italia), petrolio e gas naturale soprattutto. Si tratta di materie prime sempre più difficili da reperire, o per gli elevati costi legati al trasporto o perché presenti in natura in quantità sempre più limitate. Dalla primavera 2020 il prezzo del petrolio è aumentato del 200%, mentre quello del gas naturale ha fatto registare un rincaro del 30% solo nel secondo trimestre del 2021. il ministro per la Transizione ecologica, Roberto Cingolani, durante il convegno della CGIL organizzato a Genova lo scorso 14 settembre, ha annunciato: nel prossimo trimestre la bolletta dell'elettricità potrebbe aumentare del 40%.
Il rincaro previsto per l'ultimo trimestre 2021 è destinato a mietere molte vittime, ben al di la della spesa energetica delle famiglie; in particolare colpirà in modo significativo quei comparti industriali che sono fortemente energivori quali, ad esempio, quelli della carta. Manca la carta, i prezzi lievitano, il libro è in crisi: un intero settore a rischio. La materia prima scarseggia, i prezzi aumentano. Le tipografie: "Non sappiamo se arriveremo a gennaio con gli stock". Gli editori: "Riducendo la produzione rischiamo di essere tagliati fuori dal mercato". Tra i comparti industriali che rischiano di essere colpiti dolorosamente dagli aumenti del prezzo del gas ci sono anche ceramica, vetro, gomma plastica e metallurgia, tutti caratterizzati da un fortissimo consumo di energia.
aumento dei prezzi di gas e petrolio: rassegna stampa
La crisi in Kazakistan alza i prezzi delle materie prime
9 gennaio 2022 - AGI
Sale il petrolio. Il Paese è ricco di manganese, ferro, cromo e carbone e possiede la seconda risorsa di uranio identificata più grande al mondo. La crisi ancora irrisolta in Kazakistan continuerà anche la prossima settimana ad essere al centro dell'attenzione degli investitori in materie prime. Nel timore di possibili interruzioni dell'offerta, i prezzi del petrolio sono saliti mentre le quotazioni dell'uranio sembrano finora meno influenzate dai disordini politici, anche se il paese è il secondo produttore mondiale. Nel corso della settimana i prezzi del greggio sono aumentati di circa il 5% e ieri il Brent ha superato gli 83 dollari al barile, "il livello più alto dal calo dei prezzi innescato dalla comparsa della variante Omicron a fine novembre", secondo Carsten Fritsch, analista presso Commerzbank". (continua a leggere)
Gazprom pompa più gas nei depositi europei e il prezzo scivola del 20%
9 novembre 2021 - Il Sole 24Ore - Sissi Bellomo
Con un giorno di ritardo rispetto alle attese la Russia ha cominciato a riempire i suoi stoccaggi in territorio europeo. Reazione euforica al Ttf, dove il gas ha ripiegato sotto 65 euro/Megawattora. (continua a leggere)
Gas, delusione Russia: l’export non aumenta alla scadenza indicata da Putin
8 novembre 2021 - Il Sole 24Ore - Sissi Bellomo
Balzo dei prezzi al Ttf, dove il gas è tornato a superare 80 euro per Megawattora. Gazprom sembra aver rinviato il ristoccaggio in territorio europeo. Intanto i flussi continuano a viaggiare “al contrario”: dalla Germania verso la Polonia. Tornano a correre i prezzi del gas in Europa, sull’onda di una rinnovata apprensione per le forniture dalla Russia. Era stato il Cremlino a risvegliare l’aspettativa di una normalizzazione dell’offerta, promettendo che dall’8 novembre ci sarebbero state maggiori esportazioni verso l’Europa, sia pure per rifornire in prima battuta gli stoccaggi di proprietà di Gazprom. Ma l’8 novembre è arrivato e i flussi non sono aumentati, né ci sono indicazioni (almeno per ora) che possano aumentare nei prossimi... (contenuto disponibile su abbonamento)
Petrolio record, il gas arretra ma rimane l’allarme sulle forniture russe
11 ottobre 2021 - Il Sole 24Ore - Sissi Bellomo
Brent lanciato verso 85 dollari al barile, gas ancora a marcia indietro ma la Moldavia chiede aiuto all’Europa: la Russia starebbe chiudendo i rubinetti. Ancora rialzi per il petrolio, che nel caso del Brent punta ormai con decisione verso quota 85 dollari al barile. Il riferimento internazionale si è spinto fino a 84,60 dollari lunedì 11, il massimo da tre anni, mentre l’americano Wti ha aggiornato il record da 7 anni superando 82 dollari, prima di ripiegare sotto quota 81 dollari. (contenuto disponibile su abbonamento)
Imprese con i nervi a fior di pelle: vedono un lockdown energetico
8 ottobre 2021 - HuffPost - Claudio Paudice
Il caro energia, trainato dall’esponenziale aumento del prezzo del gas, sta mettendo a dura prova la tenuta di tutto il tessuto industriale ma alcuni comparti, quelli più energivori, sono quelli che nel brevissimo termine temono di dover arrestare i cicli produttivi. Si tratta di quei settori che la legge italiana e le linee guida dell’Unione europea classificano come “a forte consumo di energia”, o meglio che consumano più di un Gigawattora, un milione di chilowattora, all’anno (una famiglia media italiana consuma 2,7 Megawattora quindi circa 1000 volte meno - 1 GWh=1000 MWh). Mercoledì il prezzo del gas ha raggiunto 300 euro per megawattora, una roba senza precedenti che impatta enormemente sulla manifattura e sulle bollette e non solo a questo punto sulle fasce vulnerabili della società ma su tutti”, ha detto il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani. Un incremento poi lievemente rientrato, attestandosi su livelli comunque alla lunga insostenibili (intorno ai 100 euro per megawattora), dopo la promessa della Russia, primo fornitore europeo di gas, di aumentare le forniture nei gasdotti europei dopo averle ridotte per tutelare scorte interne e clienti asiatici. Promemoria: solo un anno fa il gas scambiava intorno ai 10 euro per megawattora. (continua a leggere)
L'Europa, gli Usa e il rubinetto del gas dello zar
7 ottobre - AGI - Gianluca Maurizi
Gazprom stabilirà un nuovo record di approvvigionamenti oltre gli obblighi contrattuali con 40 miliardi di metri cubi via Ucraina. Le parole del presidente russo raffreddano i prezzi. Putin, inoltre, prima critica ma poi rassicura l'Europa sulle forniture. Alla fine ci ha pensato lo zar. Con i contratti del gas in crescita di quasi il 40% a 4 sterline per therm, dopo aver cominciato il 2021 a 50 pence, sono bastate le secche parole del presidente russo Vladimir Putin a convincere il mercato a invertire la rotta. Pochi minuti e, come per miracolo, il prezzo del contratto è sceso a 2,87 sterline. ... Il presidente russo non ha inoltre mancato di criticare la strategia europea. Alla base dell'impennata, ha sottolineato, ci sono gli "errori" dell'Europa, che non ha sottoscritto sufficienti contratti a lungo termine con la Russia. (continua a leggere)
Gazprom taglia ancora le forniture, Mosca "gioca" col gas europeo
5 ottobre 2021 - Huff Post - Claudio Paudice
Vladimir Putin parla di "isteria" del Vecchio Continente, alle prese con stoccaggi al minimo per l'inverno e il prezzo che tocca record storico. Non accenna a placarsi la corsa del prezzo del gas che fa segnare un nuovo record storico: i futures di novembre sull’hub Ttf nei Paesi Bassi, riferimento del mercato europeo, sono aumentati di oltre il 10% raggiungendo i 1450 dollari per mille metri cubi, pari a più di centoventi euro per megawattora, contro i 15 euro di sei mesi fa. Il prezzo della materia prima è cresciuto di oltre il 600% nell’ultimo anno e un andamento simile si è visto per il Gnl, il gas naturale liquefatto, cresciuto più del 500%. L’incremento indica che oggi il gas viene scambiato sui mercati per l’equivalente di circa duecento dollari a barile di petrolio, una cifra monstre. L’aumento dei prezzi si vedrà già nelle prossime bollette in Europa, Italia inclusa dove un tempestivo ma insufficiente intervento del Governo Draghi ha soltanto mitigato l’impatto dell’energy crunch, grazie allo stanziamento di circa tre miliardi di euro contro i nove che ne servivano. La crisi energetica riguarda però tutti i Paesi dell’Ue che stanno cercando, con la consueta lentezza che caratterizza i negoziati comunitari, a porre dei rimedi. (continua a leggere)
Prezzo metano auto alle stelle: costa anche il doppio. Cosa sta succedendo
2 ottobre 2021 - Quotidiano Nazionale - Rita Bartolomei
Gli operatori del settore: "Prezzi della materia prima più che triplicati da inizio anno". Federmetano chiede l'Iva agevolata al 5%. Fare un pieno di metano per auto costa il doppio. Il prezzo del carburante fino a ieri più conveniente è ormai alle stelle: in alcune zone d’Italia si paga due euro al chilo. Lo conferma Massimo Monti di SprintGas, azienda di Bologna che distribuisce il metano per autotrazione. Spiega: "Dall’inizio dell’anno il costo della materia prima è più che triplicato. In questo momento nei nostri impianti vendiamo il metano a 1.1 euro al chilo. Fino a qualche mese fa, eravamo a 0.90. Ma solo per compensare il differenziale del costo rispetto all’inizio dell’anno, dovremmo venderlo al doppio. E ci sono già operatori arrivati a quel prezzo". L’andamento rischia di mettere in crisi tutto il settore dei trasporti che usa questo carburante. Federmetano lancia l’allarme e chiede rimedi. (continua a leggere)
Gas, record senza fine: prezzo quintuplicato da inizio anno
1 ottobre 2021 - Il Sole 24Ore - Sissi Bellomo
L’anno termico si apre con un nuovo crollo dei flussi dalla Russia. L’Ucraina, sempre più isolata da Gazprom, invioca sanzioni da Usa e Ue. Intanto a Bruxelles si studiano strategie comuni per reagire al caro energia, che comincia a fermare le attività industriali. Il gas inaugura l’anno termico con una puntata a 100 euro per Megawattora (MWh) in Europa, un prezzo mai visto nella storia e ormai quasi quintuplicato da inizio anno. Se si trattasse di petrolio sarebbero a conti fatti 190 dollari al barile: più del doppio dell’attuale quotazione del Brent, che peraltro non si è mai spinto così in alto (in termini nominali il record assoluto è 147,50 dollari, raggiunto a luglio 2008). (continua a leggere)
Caos benzina, Londra prepara l’esercito per rifornire le stazioni di servizio
28 settembre - 2021 - Nicol Degli Innocenti
Mancano camionisti, Londra concede 10 mila visti post-Brexit. L’attacco dei laburisti: fallimento del governo. Arrivano i rinforzi. Dopo avere assicurato che non c'era alcun bisogno di mobilitare l'esercito per risolvere la crisi della benzina, il Governo britannico ha cambiato idea. I soldati sono in stand-by e interverranno per garantire le consegne di carburante alle molte stazioni di servizio rimaste a secco, ha confermato oggi il ministro della Difesa Ben Wallace. «Gli uomini e le donne delle nostre forze armate sono pronti ad alleviare i problemi dove sono più gravi -, ha detto Wallace -. Per questo li ho autorizzati a essere pronti a rispondere alla chiamata quando sarà necessario». Almeno 150 soldati con la licenza per guidare autocisterne verranno addestrati in questi giorni per essere pronti a intervenire. (continua a leggere)
Caro energia, anche il petrolio torna a correre: Brent vicino a 80 dollari
27 settembre 2021 - Il Sole 24Ore - Sissi Bellomo
Nuovi rincari anche per gas ed elettricità, diritti europei per la CO2 al record storico oltre 65 euro per tonnellata. Nell’autunno caldo dell’energia anche il prezzo del petrolio ha ripreso a correre, fino a sfiorare 80 dollari al barile nel caso del Brent e portandosi ben oltre la soglia psicologica dei 75 dollari nel caso del Wti: valori che non raggiungevano da tre anni e che molti analisti temono di vedere ben presto superati. Per Goldman Sachs – che ha appena rivisto al rialzo le previsioni – il riferimento europeo arriverà facilmente a scambiare a 90 dollari al barile nel giro di un paio di mesi, altri hanno...(contenuto disponibile su abbonamento)
Gran Bretagna a corto di camionisti: scarseggia la benzina, assalto alle pompe
24 settembre 2021 - Il Sole 24Ore - Nicol Degli Innocenti
La causa è la carenza di autisti e camionisti dopo la Brexit che sta provocando problemi nella catena logistica per i beni di prima necessità. Centinaia di benzinai chiusi e lunghe code alle stazioni di rifornimento aperte: è aria di crisi in Inghilterra. La carenza di camionisti, che da settimane ha ridotto le consegne di prodotti alimentari a supermercati e ristoranti, ora ha colpito i distributori di benzina e rischia di creare il panico nel Paese, nonostante l'invito alla calma del Governo. Grandi gruppi come Esso, BP e Tesco hanno avvertito che le mancate consegne di rifornimenti li hanno costretti a chiudere numerose aree di servizio ormai “a secco”. Il ministro dei Trasporti Grant Shapps ha assicurato oggi che «muoverà cielo e terra» per risolvere il problema e che potrebbe utilizzare l'esercito per risolvere la crisi nella catena di approvvigionamento. Il Governo potrebbe anche concedere centinaia di visti d'ingresso e permessi di lavoro temporanei a cittadini Ue. (continua a leggere)
Energia, ecco perché (e come) rincara la bolletta
14 settembre 2021 - Il Sole 24Ore - Jacopo Giliberto
I prezzi dell’energia potrebbero crescere tra poche settimane fra il 30% e il 40%, se il Governo o l’autorità dell’energia Arera non interverranno per mitigare le bollette di luce e gas togliendo alcune voci di costo che aggiungono peso alla fattura energetica. Il fenomeno non è italiano e non c’è da immaginare dietrologie cospirologiche o una complottologia per far tornare il nucleare in Italia, come alludono i soliti sospettosi dall’umor nero. Semplicemente, in tutto il mondo e in tutta Europa, la domanda di energia corre all’impazzata, le materie prime faticano a stare al passo con la crescita della produzione, la richiesta di metano usato soprattutto dall’industria è altissima e l’offerta bassa, le fonti rinnovabili non bastano a soddisfare il fabbisogno, le normative ambientali fanno rincarare i costi di produzione. (continua a leggere)
Bollette: perché il sistema dei prezzi è fallito (e perché lo pagheremo tutti)
14 settembre 2021 - HuffPost - Claudio Paudice
Non solo boom di domanda e carenza di gas. I rincari mostrano quanto è impervia la strada per la transizione green. Il boom della domanda globale post-Covid, le minori forniture da Russia e Norvegia, l’apporto ancora insufficiente delle rinnovabili, eventi climatici avversi, la grave dipendenza da Paesi stranieri e la contestuale riduzione della produzione interna, il sistema di determinazione dei prezzi a livello europeo. E poi i costi della transizione energetica che, seppur in parte residuale, impattano sul conto finale. C’è un insieme complesso e variegato di fattori dietro l’incremento esponenziale dei prezzi di gas ed elettricità che ora, salvo interventi del Governo, rischia di colpire direttamente le tasche dei cittadini italiani. Il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani ha avvertito sui possibili rincari fino al 40% per le utenze domestiche e industriali, ma ha assicurato che il Governo sta lavorando per mitigare quantomeno il danno per i contribuenti. (continua a leggere)
Carbone
Il Carbone, grande protagonista della rivoluzione industriale, si usava negli anni 50 per riscaldare gli ambienti e produrre il gas di città (mortale per la forte presenza di monossido di carbonio (CO). Progressivamente è stato soppiantato dal metano (CH4). Tuttora viene impiegato in siderurgia come materia prima e in molte (ancora troppe) centrali per la produzione di energia elettrica.
La Cina è stata il più grande produttore di carbone negli ultimi tre decenni. La Cina ha prodotto quasi 3.7 miliardi di tonnellate (GTon) di carbone in 2013 rappresentando il 47% della produzione globale di carbone. Il paese consuma oltre la metà del consumo totale di carbone nel mondo. Gli Stati Uniti sono il secondo al mondo nella produzione di carbone, generando 922 milioni di tonnellate di carbone nel periodo 2012 / 2013 che rappresentano circa il 13% della produzione globale di carbone. La produzione di carbone dell'India era di circa 605 milioni di tonnellate, diventando così il terzo maggior produttore a livello mondiale. L'India ha consumato il 8% del totale del carbone mondiale, rendendolo anche il terzo maggior consumatore della risorsa. È anche il terzo importatore di carbone con un totale di 160 milioni di tonnellate nelle importazioni, seguito da Cina e Giappone
L'abbraccio tossico della Cina col carbone. E la Cop26 parte nel peggiore dei modi
Per Xi Jinping gli impegni climatici vengono in secondo piano rispetto al successo della scommessa politica che determinerà la sua eredità. La Cina di Xi Jinping si sta dando da fare per costruire più centrali elettriche a carbone, una mossa con cui Pechino spera di arginare l’impatto della crisi energetica sulla seconda economia mondiale. Il rinnovato abbraccio di Pechino al carbone – il combustibile fossile più inquinante che ci sia – agita la vigilia della Conferenza sul clima di Glasgow, allontanando l’obiettivo - caro al Regno Unito – di siglare un patto globale per la decarbonizzazione. Le ultime dichiarazioni del governo cinese non fanno ben sperare. Il premier Li Keqiang, parlando al termine di una riunione della Commissione nazionale per l’energia di Pechino, ha sottolineato l’importanza di un approvvigionamento energetico regolare, dopo che parti del Paese sono rimaste recentemente al buio a causa di blackout che hanno colpito fabbriche e abitazioni. “La sicurezza energetica dovrebbe essere la premessa su cui si costruisce un moderno sistema energetico e la capacità di auto-approvvigionamento energetico deve essere migliorata”, si legge in una nota. (continua a leggere)
India in crisi energetica. La fame di carbone spegne le speranze di Cop26
Materie prime e semilavorati che mancano
Aggiornamenti
a cura della redazione di Civitas
Ricerca ed economia circolare: la via italiana al litio
9 ottobre - HuffPost - Francesco Sellari
Materie prime critiche: dal rame al titanio, ecco le top 10 per l’Italia. L’assist dell’economia circolare
24 maggio 2023 - Il Sole 24Ore - Celestina Dominelli
Secondo la fotografia a cura di Iren-The European House Ambrosetti il fabbisogno italiano di materie prime critiche è previsto crescere fino a 11 volte rispetto ai livelli attuali da qui al 2040. Quasi duemilaottocento tonnellate di fabbisogno nel 2020, con il rame a rappresentare il 44% del totale, e destinate a crescere fino a 11 volte da qui al 2040. A tanto ammonta la domanda di materie prime strategiche per l’Italia secondo la fotografia scattata dal position paper “Materie prime critiche e produzioni industriali italiane. Le opportunità derivanti dall’economia circolare” che è stato realizzato da The European House-Ambrosetti in collaborazione con Iren e che è stato illustrato oggi alla presenza del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, del presidente di Iren, Luca Dal Fabbro e del managing partner & ceo di Ambrosetti, Valerio De Molli. Le top 10 materie prime strategiche per l’Italia. In base al check, l’Italia utilizza al momento tutte (17) le materie prime considerate strategiche e critiche dall’Unione Europea nella propria produzione ma ... (continua a leggere)
E’ il portale per un’educazione alla vita civile, rivolto agli studenti delle scuole superiori e ai loro inseganti; è stato progettato e implementato (2020) dalla Associazione di cultura e politica Il Mulino e, a partire dal secondo semestre 2023, gestito dalla Fondazione Biblioteca Il Mulino; nel 2022 l’Associazione ha anche sviluppato una sezione didattica, finalizzata a costruire alcuni kit educativi; gli argomenti sono Europea casa comune, Migrazioni e Migranti, Clima e società, Disinformazione e responsabilità (visita il nuovo portale)