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Identità politica e militare dei 27 paesi membri della UE

Alleanza Nord Atlantica

da | 19 Lug 2023 | conflitti armati, diplomazia, guerra, spese militari

Questo articolo, Alleanza Nord Atlantica, (meglio nota come NATO, o OTAN in francese), inizialmente faceva parte del più lungo articolo "Identità politica e militare dei 27 paesi membri della UE", ed è stato scorporato per renderne più facile la lettura. Inoltre era stato scritto nel marzo del 2022, all'indoamni dell'invasione messa in atto dalla Russia sul territorio ucraino. Gioco forza non poteva tenere conto di fatti rilevanti avvenuti successivamente quali ad esempio l'ingresso nella NATO della Finlandia (arile 2023) e dell'oramai scontato ingresso della Svezia, in virtù del cessato veto esercitato dalla Turchia nei confronti dell'ingresso dela Svezia, dovuto soprattutto a contrasti di natura politica legati alla questione curda. 

 

sAlleanza Nord Atlanticacarica il documento pdf del Trattato Nordi Atlantico

La NATO e l’Europa

Il nome completo dell'alleanza è Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico, ma quasi sempre ci si riferisce a questa con il nome NATO (o OTAN per i francesi). È un’organizzazione internazionale a carattere regionale fondata dal Trattato del Nord Atlantico, firmato a Washington il 4 aprile 1949 da 10 Stati europei (Belgio, Danimarca, Francia, Islanda, Italia, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Portogallo e Regno Unito,) e da due Stati nordamericani (Canada e Stati Uniti). Nel corso degli anni il numero dei membri è aumentato progressivamente, e, con l’ingresso della Macedonia del Nord, avvenuto nel 2020, della Filnlandia (aprile 2023) e dell'ormai scontato ingresso della Svezia, si è arrivati a 32 paesi. (per avere maggiori ragguagli sugli ingressi di altri paesi nel tempo vedi)

Albania, Belgio, Bulgaria, Canada, Croazia, Danimarca, Estonia, Francia, Finlandia, Germania, Grecia, Islanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Macedonia, Montenegro, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Stati Uniti d'America, Svezia, Turchia, Ungheria.

I principi generali sui quali si fonda la NATO possono essere così riassunti

sul fronte Politico
la NATO promuove i valori democratici e consente ai membri di consultarsi e collaborare in materia di difesa e sicurezza per risolvere i problemi, creare fiducia e, nel lungo termine, prevenire i conflitti.

sul fronte Militare
la NATO si impegna a risolvere pacificamente le controversie. In caso di fallimento degli sforzi diplomatici, ha il potere militare di intraprendere operazioni di gestione delle crisi. Tali operazioni devono essere condotte in base alla clausola di difesa collettiva presente nel trattato fondativo della NATO - Articolo 5 del Trattato di Washington o dietro mandato delle Nazioni Unite, da soli o in collaborazione con altre organizzazioni internazionali.

La NATO ha sede a Bruxelles e ciascun paese membro ha una delegazione permanente presso la sede politica (Avenue Leopold III, 1110 Bruxelles) . In Italia, la sede della Nato Defense College si trova in Via Giorgio Pelosi, 1.

Alleanza Nord AtlanticaLa più alta carica operativa è quella del Segretario Generale. Il Segretario Generale è il più alto funzionario internazionale dell’Alleanza. Ha il compito di guidare le consultazioni e il processo decisionale all’interno dell’Alleanza e di garantire l’attuazione delle decisioni. Il Segretario Generale è anche il portavoce capo della NATO nonché il capo dello staff internazionale dell’organizzazione che ha il compito di fornire consulenza, orientamento e assistenza amministrativa alle delegazioni nazionali nei quartieri generali della NATO. La carica è attualmente ricoperta dal norvegese Jens Stoltenberg, ex primo ministro della Norvegia, il cui mandato scade a settembre di questo anno (2022). Gli alleati della Nato si sono trovati d'accordo nel prorogare di un anno il mandato di Segretario Generale a Jens Stoltenberg, anche alla luce della situazione in Ucraina

Identità politica e militare dei 27 paesi membri della UE

la situazione di alcuni paesi: Ucraina, Svezia, Finlandia e Austria


Ucraina
L’Ucraina può essere un Paese neutrale, ma con un proprio esercito sul modello Svezia o Austria”
, questa è stata la proposta della delegazione russa per un potenziale negoziato di pace con l’Ucraina. Ma in cosa consiste e come nasce la neutralità di questi due paesi, ai quali aggiungiamo anche la Finlandia? questi tre stati, pur appartenendo alla Unione Europea, non fanno parte della Nato, oltre ad altri quattro, sempre della UE, e sono: Cipro, Croazia, Irlanda, Malta.


Svezia e Finlandia
Il modello svedese fa riferimento alla neutralità ‘storica’ del paese nordeuropeo, che però non è sancita nella Costituzione o con un trattato internazionale. Svezia che allo scoppiare della seconda guerra mondiale era già neutrale da oltre un secolo, anche se durante il conflitto concesse alle truppe naziste di attraversare il suo territorio per raggiungere la Finlandia. Al termine della guerra, a cui non prese parte, si rifiutò quindi di entrare nella Nato.

Così come la vicina Finlandia, il governo di Stoccolma potrebbe cambiare la propria posizione a livello globale: non è un caso se proprio di fronte all’invasione russa in Ucraina la Finlandia e la stessa Svezia starebbero valutando l’adesione all’Alleanza atlantica.

Svezia e Finlandia accelerano sull'adesione alla Nato, "presto la decisione"
13 aprile 2022 - HuffPost
Alleanza Nord AtlanticaIncontro fra Magdalena Andersson e Sanna Marin (1). La prossima settimana dibattito al Parlamento di Helsinki, mentre Stoccolma promette valutazioni sulla sicurezza "approfondite ma rapide" e i media parlano di richiesta di adesione al summit di Madrid di fine giugno. Finlandia e Svezia preparano il passo di ingresso nella Nato. Ne hanno discusso le due leader, il primo ministro svedese Magdalena Andersson e l'omologa finlandese Sanna Marin. Il faccia a faccia si svolge nello stesso momento in cui la Finlandia presenta il suo nuovo rapporto sulla politica di sicurezza, con Marin che annuncia per la prossima settimana il dibattito in Parlamento sull’adesione finlandese all’Alleanza Atlantica. “Non possiamo dare una tempistica della decisione” afferma Marin, ma “parliamo di settimane, non di mesi”.

(1) in Finlandia Sanna Marin è stata sostituita da Petteri Orpo,  e Magdalena Andersson, in Svezia, da Ulf Kristersson

Marin vorrebbe che contestualmente anche la Svezia si candidasse - "Sarebbe una buona cosa se adottassimo scelte simili" - Andersson spiega che anche Stoccolma farà valutazioni “approfondite ma rapide” per la richiesta di adesione alla Nato. Secondo i media svedesi una richiesta potrebbe arrivare per il summit di Madrid a fine giugno. Sia in Svezia che in Finlandia, il dibattito sulla Nato è divampato dopo l'invasione russa dell'Ucraina. La scorsa settimana, il ministro degli Esteri finlandese Pekka Haavisto ha confermato al quotidiano Iltalehti che il governo sta preparando una domanda di adesione alla Nato. Alcune fonti, riprese dai media internazionali, hanno poi detto che una decisione per presentare domanda può essere presa durante la prima metà di maggio. Il primo ministro svedese Andersson ha dichiarato due settimane fa di non escludere in alcun modo l'adesione. La Nato ha segnalato che i due Paesi saranno accolti a braccia aperte.

Ma quale sarebbe il peso che avrebbero questi due paesi entrando nella NATO? E' abbastanza evidente il valore simbolico che questo ingresso potrebbe avere nell'attuale contesto, ma anche la loro collocazione geografica: la vicinanza alle repubbliche baltiche (Estonia, Lettonia e Lituania)  ma, soprattutto la vicinanza alla Russia.

Sul piano numerico invece sono due paesi (apparentemente) poco significativi, anche se i dati che riportiamo nella tabella sottostante sono desunti dallo stesso database (Our World in Data) utilizzato per la tabella più generale vista in precedenza, dove i dati si riferiscono al 2020 per quanto concerne e al 2018 per il personale militare.

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La situazione reale è .un po' diversa; entrambe le cifre di personale militare si riferiscono alle forze armate professionali, non tengono conto dei riservisti, ma soprattutto non tengono conto delle capacità di mobilitazione che hanno le due popolazioni, abituate da molto tempo a vivere pericolosamente. Come sempre i dati su questo argomento non sono certi e tra loro discordanti a seconda della fonte. Guardate come il portale QuotidinaNazionale intitolo oggi (14 aprile 2022) un suo articolo sulla rete. Tunnel, bunker, caccia e maxi eserciti. Svezia e Finlandia pronte a tutto.

I numeri. Helsinki ha un esercito di 280mila soldati e 900mila riservisti. Il confine tra la Finlandia e la Russa è di poco inferiore ai 1.400 chilometr.

Il 4 aprile 2023, la Finlandia ha aderito ufficialmente al Patto del Nord Atlantico ed è diventata il 31esimo Paese membro della NATO, facciamo notare che non tutte le tabelle dei dati dove si parla di NATO non sono stati ancora aggiornati.

continua su: https://www.geopop.it/video/la-finlandia-entra-nella-nato-svolta-storica-e-il-31esimo-paese-dellalleanza-atlantica/
https://www.geopop.it/

Stoccolma ha la terza aviazione al mondo con oltre mille cacciabombardieri. Se il personale attivo, diviso tra militari e paramilitari, è pari a poche decine di migliaia di persone, quello disponibile in caso di necessità è superiore ai 4 milioni. Pur nel suo status neutrale, la Svezia è ogni tre anni la nazione guida di uno dei Gruppi tattici dell'Ue, quello nordico, ha partecipato per due volte a esercitazioni Nato e fa parte della Nordefco, gruppo di cooperazione che include anche Norvegia, Islanda, Finlandia e Danimarca e svolge, a sua volta, manovre congiunte.

Alleanza Nord AtlanticaUn’ulteriore espansione della Nato, con l’ingresso della Finlandia e della Svezia all’alleanza, non contribuirà ad una maggiore sicurezza dell’Europa. E’ quanto ha ribadito il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, commentando le rivelazioni del Times secondo cui i due Paesi potrebbero entrare nella Nato in estate. «L’alleanza stessa è piuttosto uno strumento indirizzato al confronto. Questa non è un’alleanza che garantisce pace e stabilità. Un’ulteriore espansione dell’alleanza, ovviamente, non porterà ulteriore sicurezza al continente europeo», ha affermato il portavoce del Cremlino.


Austria
Diverso è il caso dell'Austria. A Vienna, infatti, la neutralità è prevista e sancita dalla Costituzione dal 1955, una decisione che non può essere rovesciata da un governo con un semplice ‘tratto di penna’ ma che va affrontata con una lunga e complicata revisione costituzionale. Non è un caso se per l’Austria si parli infatti di “neutralità permanente”. Il Paese comunque fa parte del gruppo di quelli “associati” alla Nato, ovvero invitati ai vertici come osservatori ed è membro dell’Unione europea dal 1995 così come Svezia e Finlandia. (tratto da Il Riformista).


La spesa militare NATO per tipologia di spesa

Nel fare confronti tra la spesa militare dei vari paesi sarebbe importante affiancare al dato complessivo quello disaggregato per tipologia di spesa. Disponiamo solo di dati relativi alla Nato per la quale sono previsti 4 tipologie di spesa

  • Personale: stipendi, contributi versati dal datore di lavoro e spesa per pensioni;
  • Investimenti: armamenti (missili, aerei, artiglieria, ecc.) e ricerca e sviluppo destinata ad essi;
  • Altro: munizioni, esplosivi, spese per manutenzione, addestramento (assimilabile quindi alla voce "esercizio");
  • Infrastrutture: costruzioni a scopo militare nazionali e comuni.

Nella tabella seguente i dati si riferiscono alla percentuale di spesa sul totale

 

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Molti sono i dati presentati in questo articolo e su questi si possono fare diverse considerazioni, e parte di queste le potranno  fare i lettori di Civitas; noi ne riporteremo alcune nel paragrafo successivo e conclusivo in cui si affronta il tema del rapporto tra NATO e Unione Europea. In generale è bene precisare che qualunque delle analisi che si possono fare vanno collocate all'interno di uno dei due scenari possibili.

Il primo è uno scenario di conflitto nucleare e in questo, ovviamente, USA (o Nato) e Russia sono i due interlocutori principali, due attori uniti in un deadlock terrificante (nella terminologia informatica il deadlock è anche definito abbraccio mortale, mai come in questo caso il termine sarebbe da prendere alla lettera).

Oppure il ragionamento può essere condotto all’interno di un contesto di conflitto tradizionale e, in questo caso,  si vede chiaramente che la Nato sovrasta decisamente gli altri Stati:

  • 1000 miliardi di spese militari della Nato contro i 67 della Russia, e i 245 della Cina;
  • quanto al personale impiegato abbiamo una situazione analoga: 4 milioni nella Nato, contro 1,5 della Russia e 2,7 della Cina;
  • cambia la percentuale di personale militare rispetto alla popolazione: in Russia 10 persone ogni 1000 abitanti, contro i 4 della Nato e i 2 della Cina.

Il prossimo segretario Nato

 (tratto da Huffington Post del 21 marzo 2022 a firma di  Sandro Gozi)
Mentre i missili russi continuano a cadere sul suolo ucraino, la Nato è chiamata a rispondere all’ennesima crisi di sicurezza sul continente europeo con fermezza e unità. La prossima tappa nel processo di rinvigorimento del Patto atlantico sarà il vertice di Madrid di giugno durante il quale i Paesi membri saranno chiamati a eleggere un nuovo Segretario Generale. Quest'ultimo prenderà il posto dell’ex Primo Ministro norvegese, Jens Stoltenberg, molto popolare per la sua tranquilla diplomazia, ma al tempo stesso responsabile di una Nato che appariva ormai in stato di morte cerebrale prima delle recenti azioni di Putin.

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Italia e Francia hanno una responsabilità essenziale in questo passaggio storico, considerando che nei prossimi cinque anni dovremo creare una struttura di difesa europea più forte e guidata con maggiore determinazione. Ciononostante, molti guardano la prossima nomina del Segretario generale dal punto di vista sbagliato. Non abbiamo bisogno di qualcuno che faccia da intermediario per la pace, in quanto responsabilità nelle mani di altri quali ONU, OSCE e il Normandy Group. Abbiamo bisogno di qualcuno che possa unire i leader dell’UE e creare una difesa europea credibile e reattiva, soprattutto qualcuno che abbia capacità di monitorare, prevedere e prevenire futuri conflitti in Europa.

Sono numerose le voci che in questi giorni paventano la possibilità di un nome italiano alla testa della NATO, un’aspirazione che non ha (almeno a parole) attirato l’attenzione dei più recenti ex inquilini di Palazzo Chigi. Mentre nulla sembra ancora deciso sulla possibile scelta del futuro candidato, un Segretario Generale italiano di spessore potrebbe tuttavia rappresentare un’ottima notizia sia per l’UE che per la NATO, in quanto assicurerebbe coesione tra la necessità di rinvigorire l’alleanza atlantica e di federare gli Stati europei in un progetto di politica estera e di difesa comune. L'Italia ha dunque il dovere, non solo il diritto, di avanzare una propria candidatura.

In questo delicato momento storico, la NATO non ha bisogno di un Segretario Generale di un Paese che ha scelto di abbandonare le strutture di difesa europee, in quanto il suo obiettivo principale dovrà essere al contrario l’espansione, il rinvigorimento e la fusione di queste stesse strutture. Perciò un italiano convintamente europeista rappresenterebbe l’identikit ideale per un simile ruolo.

l'arsenale nucleare

Con l'espressione "Stati con armi nucleari" si indicano quegli stati che hanno costruito, hanno testato e sono attualmente in possesso di armi nucleari di qualunque tipo; in termini colloquiali, spesso ci si riferisce a questi Stati con l'espressione "club nucleare". In base ai termini del Trattato di non proliferazione nucleare (TNP), entrato in vigore il 5 marzo 1970, sono considerate ufficialmente "Stati con armi nucleari" (nuclear weapons states o NWS) quegli stati che hanno assemblato e testato ordigni nucleari prima del 1º gennaio 1967: Stati Uniti d'America, Russia (succeduta all'Unione Sovietica), Regno Unito, Francia e Cina, ovvero i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Nella tabella le testate nucleari possedute da vari paesi.

Identità politica e militare dei 27 paesi membri della UE

Oltre a questi, altri quattro stati, non aderenti al TNP, hanno sviluppato e sono in possesso di armamenti nucleari: India, Pakistan, Corea del Nord (aderente al TNP nel 1985 ma ritiratasi da esso nel 2001) ed Israele (sebbene il governo israeliano non abbia mai confermato ufficialmente di possedere un arsenale nucleare); lo status di questi stati circa gli armamenti nucleari non è formalmente riconosciuto dagli organismi internazionali, ma è contemplato nelle pianificazioni strategiche dei principali Stati nucleari. Il Sudafrica allestì un arsenale nucleare tra la metà degli anni Settanta e la fine degli anni Ottanta ma scelse spontaneamente di smantellarlo nel 1991; i neo-indipendenti Stati di Bielorussia, Kazakistan ed Ucraina si ritrovarono a gestire armi nucleari ex sovietiche dopo la dissoluzione dell'URSS, smantellandole o restituendole alla Russia entro il 1997.

Da una punta massima di 65.000 testate nucleari attive nel 1985, si è passati a circa 17.300 testate nucleari totali alla fine del 2012, di cui 4.300 operative ed il resto in riserva[3]; la distinzione tra testate "operative" ed "in riserva" è molto esile, visto che le seconde possono essere portate a livelli operativi nel giro di pochi giorni o settimane.

Nella tavola mostrata compare anche la sigla CTBT: Il trattato sulla messa al bando totale degli esperimenti nucleari (in inglese: Comprehensive Nuclear-Test-Ban Treaty - CTBT); è un trattato internazionale che proibisce i test nucleari in qualsiasi ambiente. Il testo del CTBT è stato elaborato tra 1993 e 1996 in seno alla Conferenza del Disarmo. È stato adottato dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 10 settembre 1996, ma ad oggi non è ancora entrato in vigore, per mancanza del numero minimo di ratifiche previsto dal trattato stesso.

I dati sono una stima desunta da alcune fonti in rete, ma va precisato che se, in generale, le informazioni relative alle spese militari sono coperte da una certa riservatezza, è facile immaginare quanta poca trasparenza ci possa essere sul fronte degli armamenti nucleari; va anche detto che questa aritmetica delle testate nucleari, se non fosse foriera di possibili immani tragedie, farebbe un po’ sorridere; infatti, anche lo stato che ne possiede meno (Corea del Nord) sarebbe in grado di produrre danni incalcolabili al pianeta.

Identità politica e militare dei 27 paesi membri della UEIdentità politica e militare dei 27 paesi membri della UENel film Peacemaker (1997) si narra di un furto di 9 testate nucleari dall’arsenale sovietico per mano di un generale russo corrotto, otto di queste vengono recuperate dagli americani, mentre una non si trova;  Nicole Kidman (protagonista del film, insieme a George Clooney), esperta di fisica nucleare americana commenta: non mi preoccupa chi possiede 50 o 100 testate nucleari, ma sono terrorizzata da chi ne possiede una, perché e molto probabile che ne farà uso (per il finale, ovviamente a lieto fine, rimandiamo alla visione integrale del film)

Le basi militari degli Stati Uniti in Italia e nel mondo

Dovendo parlare degli assetti politico-militari che caratterizzano il nostro mondo, un’attenzione particolare dovrebbe essere rivolta alla posizione degli Stati Uniti e in questo articolo ne abbiamo riferito con molti dati; tuttavia, non abbiamo accennato al tema delle basi militari americane sparse su tutto il pianeta: più di 800 di cui più di 100 in Italia (poche in Francia anche perché la Francia, dal 7 Agosto 1966, rifiuta ufficialmente di ospitare Basi USA o NATO).

Naturalmente non tutte hanno la stessa dimensione e la stessa rilevanza strategica: si va avamposti sperduti dove i militari vivono in tende o baracche, fino a veri e propri microcosmi USA dove viene replicato lo stile di vita del paese d’origine; si va da basi poste all’interno di grandi città metropolitane come a Napoli (ex base Nato), sino a basi localizzate in posti sperduti come ad esempio la base americana dell’isola di Guam nel Pacifico Settentrionale.

Alleanza Nord AtlanticaCome è noto ogni interesse italiano per lo sviluppo di un proprio deterrente nucleare nazionale cessò del tutto nel 1975, quando l'Italia aderì al Trattato di non proliferazione nucleare. Attualmente l'Italia non produce né possiede armi nucleari ma partecipa al programma di "condivisione nucleare" della NATO. Di fatto sul territorio nazionale sono presenti più di 100 testate nucleari e lo sono in due basi militari USA/NATO: Aviano (PN) e Ghedi (BS), per saperne in po'potete leggere, ad esempio, Nucleare, in Italia oltre 100 bombe Usa. Ecco dove sono dislocate su Il Sole 24Ore del 22 settembre 2022 a firma di Marco Ludovico (leggi tutto)

A volte, poi, si fa un po’ di confusione tra basi Nato e basi americane. La base Nato di Sigonella, nella piana di Catania, di fatto ospita la componente aerea della Marina statunitense: si tratta del principale hub per le operazioni americane nel Mediterraneo. La base Nato di Camp Darby, che si trova nella Tenuta di Tombolo, in provincia di Pisa, è a tutti gli effetti una base militare della US Army; come ha rivelato il colonnello Erik Berdy in un’intervista, è il deposito di materiale bellico più grande al di fuori del territorio statunitense. Uno dei più grandi ospedali militari USA fuori dagli Stati Unit si trova nella base di Ramstein in Germania, a nord-ovest di Stoccarda verso il confine con il Lussemburgo.

Le basi militari degli Stati Uniti in Italia e nel mondo

Dovendo parlare degli assetti politico-militari che caratterizzano il nostro mondo, un’attenzione particolare dovrebbe essere rivolta alla posizione degli Stati Uniti e in questo articolo ne abbiamo riferito con molti dati; tuttavia, non abbiamo accennato al tema delle basi militari americane sparse su tutto il pianeta: più di 800 di cui più di 100 in Italia (poche in Francia anche perché la Francia, dal 7 Agosto 1966, rifiuta ufficialmente di ospitare Basi USA o NATO).

Naturalmente non tutte hanno la stessa dimensione e la stessa rilevanza strategica: si va avamposti sperduti dove i militari vivono in tende o baracche, fino a veri e propri microcosmi USA dove viene replicato lo stile di vita del paese d’origine; si va da basi poste all’interno di grandi città metropolitane come a Napoli (ex base Nato), sino a basi localizzate in posti sperduti come ad esempio la base americana dell’isola di Guam nel Pacifico Settentrionale.

Alleanza Nord AtlanticaCome è noto ogni interesse italiano per lo sviluppo di un proprio deterrente nucleare nazionale cessò del tutto nel 1975, con l'adesione dell'Italia al trattato di non proliferazione nucleare. Attualmente l'Italia non produce né possiede armi nucleari ma partecipa al programma di "condivisione nucleare" della NATO. Di fatto sul territorio nazionale sono presenti più di 100 testate nucleari e lo sono in due basi militari USA/NATO: Aviano (PN) e Ghedi (BS), per saperne in po'potete leggere, ad esempio, Nucleare, in Italia oltre 100 bombe Usa. Ecco dove sono dislocate su Il Sole 24Ore del 22 settembre 2022 a firma di Marco Ludovico (leggi tutto)

A volte, poi, si fa un po’ di confusione tra basi Nato e basi americane. La base Nato di Sigonella, nella piana di Catania, di fatto ospita la componente aerea della Marina statunitense: si tratta del principale hub per le operazioni americane nel Mediterraneo. La base Nato di Camp Darby, che si trova nella Tenuta di Tombolo, in provincia di Pisa, è a tutti gli effetti una base militare della US Army; come ha rivelato il colonnello Erik Berdy in un’intervista, è il deposito di materiale bellico più grande al di fuori del territorio statunitense. Uno dei più grandi ospedali militari USA fuori dagli Stati Unit si trova nella base di Ramstein in Germania, a nord-ovest di Stoccarda verso il confine con il Lussemburgo.

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