80 / 100
Il peso di Russia e Ucraina nel settore dei prodotti agricoli

Il peso di Russia e Ucraina nel settore dei prodotti agricoli

da | 31 Mar 2022 | conflitti armati, guerra, inport/export, materie prime, OWD, produzione agricola

Il peso di Russia e Ucraina nel settore dei prodotti agricoli

Il peso di Russia e Ucraina nel settore dei prodotti agricoli. Ogni guerra porta sempre con sé atrocità e morti premature di militari e civili. Ma di vittime ne esistono altre e tra queste la verità; certo meno dolorosa ma non per questo meno pericolosa. Per uscire dall’enfasi (la verità come vittima della guerra) è sotto gli occhi di tutti come il quadro di dati e informazioni di cui disponiamo e che ci permettono di costruire possibili scenari futuri, sono spesso privi di trasparenza e di certezza; e di conseguenza anche le previsioni fatte da diversi osservatori differiscono tra loro.

È fuori di ogni dubbio il fatto che l’Italia e la Germania (ma l’Unione Europea nel suo complesso) abbiano una forte dipendenza dal gas russo (circa il 40%); ma quando i segnali di allarme, e i conseguenti aumenti di prezzo, invadono il campo dei prodotti agricoli forse sarebbe meglio cercare di avere una maggiore attendibilità delle informazioni (e, di conseguenza, una maggiore credibilità degli scenari futuri).

Il peso di Russia e Ucraina nel settore dei prodotti agricoli

In questo articolo vogliamo ricostruire un quadro attendibile dei possibili effetti che il conflitto in corso tra Russia e Ucraina, può determinare sul fronte dell’approvvigionamento di alcune materie prime quali il grano, il mais, l’orzo e l’olio di girasole. Non è un compito facile perché le fonti sono molte e tra loro differiscono più di una volta; noi lo faremo riportando da un lato un breve articolo tratto da Europa Today (vedi l’originale), che usa come fonte l’Osservatorio della Complessità Economica (Oec), e dall’altro ricorrendo alle mappe concettuali di Our Word In Data, che utilizza come fonte la Food and Agriculture Organization of the United Nations con sede a Roma e meglio nota come FAO (il portale è abbastanza noto ai lettori di Civitas, si veda una panorama dell’uso di queste mappe).

Prima di entrare nel merito mostriamo due tabelle sintetiche in cui sono riportati i primi 10 paesi esportatori di grano e i primi 10 importatori.

È bene fare attenzione su queste cifre perché, in rete, se ne trovano parecchie e a volte discordanti; il disaccordo sui numeri non è (quasi mai) il segnale di un errore commesso da una o dall’altra fonte, ma il più delle volte può significare che ci si riferisce a contesti diversi.

Il termine grano è, in effetti, un po’ generico, in quanto esiste quanto meno una differenza tra grano duro (per la pasta essenzialmente) e quello tenero (per il pane, biscotti, ecc..); un’ulteriore causa di disaccordo può poi essere generata da un diverso periodo di osservazione.

I dati che riportiamo si riferiscono alle esportazioni (o importazioni) di grano, farina e prodotti a base di grano, avvenute nel periodo 2015/2016 e sono espressi in milioni di tonnellate. E’ chiaro che se il periodo osservato fosse diverso, o ci si limitasse al grano tenero (o quello duro) le cifre sarebbero diverse; ma la sostanza non cambierebbe di molto.

Unione Europea e Russia, seguite da Stati Uniti e Canada, sono i primi quattro grande esportatori di grano. I meno giovani (o diversamente giovani) ricorderanno che, solo qualche decennio fa, la Russia dipendeva dagli Stati Uniti nell’importare grano e mais per compensare le carenze dei propri raccolti. Tuttavia, negli ultimi dieci anni, il paese è riuscito a emergere come la più grande fonte unica (nel senso di un solo paese) di grano al mondo.

Il peso di Russia e Ucraina nel settore dei prodotti agricoli

Nella classifica dei paesi importatori, forse colpisce (per chi non è del mestiere) il primo posto occupato dall’Egitto (quasi 100 milioni di abitanti).

In Egitto Il pane è stato il bene più sovvenzionato nel paese dalla rivoluzione 1952. La cucina egiziana dipende fortemente dal grano e dai prodotti a base di grano. L'Egitto non è solo il più grande importatore di grano, ma anche il più grande consumatore di grano e mangiatore di pane pro capite nel mondo. La forte dipendenza dal grano ha alcuni effetti negativi sull'economia del paese, poiché mette a dura prova le riserve nazionali necessarie per importare grano dalle nazioni straniere. Inoltre, l'eccessiva dipendenza dal grano innesca problemi di obesità e fornisce un'alimentazione non ideale nonostante l'elevato apporto calorico.

La consistente dipendenza dall’estero per quanto attiene il grano, non colpisce solo l’Egitto ma anche molti paesi del Maghreb e dell’Asia.

Il peso di Russia e Ucraina nel settore dei prodotti agricoli
Da Europa Today
Perché il prezzo della pasta aumenta se il grano di Ucraina e Russia va in Africa? - 31 marzo 2022

La guerra arriva sulle tavole degli italiani

La pasta in particolare sembra destinata ad aumentare, con il prezzo del grano arrivato ormai a livelli record, superando i 400 euro a tonnellata sulla borsa di Chicago. Ma qual è la relazione tra il conflitto in Ucraina con un piatto di fusilli? Abbiamo provato a ricostruire questo intreccio tra le fertili terre dell'Ucraina, le armi, le navi che partono dal mar Nero e le speculazioni in borsa degli squali dell'agroalimentare.

Il granaio d'Europa?
Si parla da giorni di come Ucraina e Russia siano considerate il granaio d'Europa, ma cosa arriva effettivamente delle loro coltivazioni negli Stati dell'Unione europea? I due Paesi insieme rappresentano il 29% delle esportazioni globali di grano, in grado di sfamare circa tra i 600 e gli 800 milioni di persone, collocate soprattutto in Africa, Asia e Medio Oriente. Secondo i dati del 2019 dell'Osservatorio della Complessità Economica (Oec), oltre il 90% del grano della Russia viene venduto in Africa e Asia, con Egitto, Turchia e Bangladesh a rappresentare oltre il 50% delle esportazioni. In Europa arriva appena il 5%, con una quota per l'Italia irrisoria, lo 0,28%.

Quando osserverete lo stesso fenomeno nelle mappe di Our World In Data troverete che la quota di importazione è rispettivamente del 1,19% dalla Russia e 2,99% dall’Ucraina; i dati differiscono ma la sostanza del ragionamento non cambia poi di molto.

Le importazioni italiane
La stessa cosa vale per l'Ucraina: la stragrande maggioranza del grano viene esportata in Africa e Asia, in particolare in Egitto e Indonesia. In Italia arriva appena l'1,3%. Guardando al nostro Paese, il fabbisogno di grano tenero è coperto per il 30% dalle importazioni dall'estero, il resto da produzione interna. Ma Russia e Ungheria insieme rappresentano una quota inferiore al 4% delle importazioni. Se si considera l'intero fabbisogno (quindi il totale del grano nostrano e quello importato che consumiamo ogni anno), la quota russa-ucraina si riduce ancora di più, intorno all'1,2%.

L'Italia, come il resto dell'Ue, non è dunque dipendente dalle importazioni dei due ex Paesi dell'Urss, a differenza di quanto avviene con gas e petrolio. I nostri maggiori fornitori di grano sono Francia (19,9%), Canada (14,4%) e Ungheria (13%).   È proprio quest'ultimo Paese ad avere causato i maggiori scossoni a livello europeo, quando ha deciso pochi giorni fa di sospendere le esportazioni di cereali, a seguito dell'operazione militare avviata da Vladimir Putin.

(omissis)

 

Conclusioni
L'aumento del prezzo del grano (e dei suoi derivati come la pasta) in Italia non è dunque legato direttamente alle importazioni da Russia e Ucraina. Anche lo stop annunciato dall'Ungheria alle sue esportazioni (che rappresentano circa il 4% del nostro fabbisogno di grano) non sembra poter incidere più di tanto sulle scorte reali del Belpaese. Semmai, i rincari che osserviamo sono dettati dalle speculazioni in atto sui mercati, queste sì alimentate dai rischi derivanti dal conflitto tra Mosca e Kiev. Come per il gas, dunque, potrebbe essere necessario per i governi Ue quello che l'Italia sta facendo sul fronte energetico, ossia fermare le speculazioni.

L'Ue lo può fare, visto che nell'insieme è il primo produttore mondiale di grano insieme alla Cina. Potrebbe aiutare anche una promozione della produzione interna. Ma trasformare in emergenza una situazione che appare gestibile, e fare appello alla sovranità alimentare, come stanno facendo diverse organizzazioni europee, per chiedere a Bruxelles di ridurre alcune misure chiave per la sostenibilità ambientale previste dalla nuova Pac, la politica agricola comune, sembrano anch'esse speculazioni. Non finanziarie, ma politiche.  

Le instabilità internazionali in generale, e i conflitti armati in particolare, generano sempre grandi sofferenze. Quando poi il conflitto vede coinvolti paesi che sono attori nella produzione ed esportazione di materie prime o di prodotti agricoli la crisi arriva sulla tavola di tutti noi, anche se con effetti diversi da paese a paese. Se vuoi approfondire questo tema vai all'articolo la Guerra e la crisi del grano su Civitas, dove, tra i diversi aspetti, vengono analizzati anche il Global Hunger Index e l'Indice dei Prezzi Alimentari della FAO 

Il peso di Russia e Ucraina nel settore dei prodotti agricoli
da Our World In Data (vedi originale) da un articolo di Hannah Ritchie

Il peso di Russia e Ucraina nel settore dei prodotti agricoliDr. Hannah Ritchie
Ricercatrice senior e responsabile della ricerca

Hannah è entrata in Our World in Data nel 2017. È ricercatrice senior e responsabile della ricerca presso Our World In Data. Si concentra sullo sviluppo a lungo termine dell'approvvigionamento alimentare, dell'agricoltura, dell'energia e dell'ambiente, e sulla loro compatibilità con lo sviluppo globale. Hannah ha completato il suo dottorato in GeoScienze all'Università di Edimburgo.

Quale impatto potrebbe avere la guerra in Ucraina sulle forniture alimentari globali?

Sia l'Ucraina che la Russia sono tra i maggiori esportatori di cibo al mondo. Come potrebbe essere influenzato il cibo globale?

L'Ucraina è stata uno dei maggiori contribuenti del mondo al Programma Alimentare Mondiale - l'agenzia delle Nazioni Unite che fornisce aiuti alimentari ai paesi in crisi. Il capo del WFP - David Beasley stima che fornisce il 40% del grano.
La guerra ha ora invertito questo flusso: il WFP sta ora lavorando per fornire agli ucraini le forniture di cui hanno bisogno in questa crisi.

La guerra in Ucraina potrebbe avere profondi impatti sulle forniture alimentari globali, con conseguenze di vasta portata per la fame e la sicurezza alimentare in tutto il mondo. Ma non deve succedere - c'è tempo per reagire e per contenere una crisi più grande.

Questo articolo presenta i dati di cui c’è bisogno per capire la portata del loro contributo, e quali paesi sono più dipendenti dall'Ucraina per le loro forniture alimentari.

L'Ucraina e la Russia sono tra i maggiori esportatori mondiali di cereali e oli

L'Ucraina e la Russia giocano entrambe un ruolo importante nei mercati alimentari globali. Sono esportatori netti di molte delle principali colture di cereali: grano, mais e orzo. Entrambi sono anche esportatori dominanti di olio di girasole, uno dei principali oli vegetali del mondo. Alcuni paesi - come l'India - dipendono fortemente dalle importazioni di olio di girasole per l'approvvigionamento alimentare interno.

I grafici che seguono mostra il contributo dei due paesi alle esportazioni alimentari globali (quanto viene scambiato tra i paesi); e la produzione alimentare globale.

25%
grano

20%
mais

20%
orzo

33%
girasole

Si vede che, nel 2019, circa un quarto delle esportazioni globali di grano provengono da Ucraina e Russia. Un quinto del mais globale, e anche dell'orzo. Sono la fonte di quasi due terzi dell'olio di girasole scambiato, con l'Ucraina che da sola rappresenta quasi la metà delle esportazioni globali.

se non conosci i grafici di Our World in Data vedi l'articolo che spiega le modalità di utilizzo

Esportazioni alimentari globali: quanto viene dall'Ucraina e dalla Russia? 2019
wheat = grano       barley = orzo     maize = mais    sunflower oil = olio di semi di girasole

Produzioni alimentari globali: quanto viene dall'Ucraina e dalla Russia? 2019
wheat = grano       barley = orzo     maize = mais    sunflower oil = olio di semi di girasole

Quali paesi dipendono maggiormente dalle importazioni di cibo dall'Ucraina e dalla Russia?

Gli impatti potenziali della riduzione degli inport di cibo dall'Ucraina e dalla Russia non si sentiranno ovunque allo stesso modo. Alcuni dei più vulnerabili sono i paesi che importano direttamente da questi paesi. Ma non si limiterà a questi paesi; i prezzi degli alimenti stanno infatti aumentando, il che significa che tutti i paesi che sono importatori netti di queste materie prime potrebbero sentire impatti significativi.

Per identificare i paesi che sono più vulnerabili - e che potrebbero aver bisogno di assistenza nei prossimi mesi – nel grafico sono riuniti i dati di importazione paese per paese di queste colture chiave. Nell'esploratore di dati qui sotto potete vedere la situazione globale per una serie di prodotti di base e metriche.

Si può vedere quali paesi importano più grano, mais, orzo o olio di girasole; quali paesi importano dall'Ucraina e/o dalla Russia; e quanto erano dipendenti dalle importazioni per l'approvvigionamento interno.

Possiamo vedere, per esempio, che molti paesi del Medio Oriente e del Nord Africa dipendono fortemente dalle importazioni di grano dall'Ucraina e dalla Russia, che forniscono più di due terzi delle importazioni in Egitto, Libia e Libano. Per il mais, la dipendenza dall'Ucraina e dalla Russia ha una portata geografica più ampia, con i paesi dell'Asia orientale e dell'Europa che ne importano una grande quota.

Per mantenere la coerenza tra la produzione, l'offerta interna e la metrica delle importazioni, tutti i dati di base per questi calcoli, sono desunti dall'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura. Sono tutti basati su unità fisiche, cioè tonnellate di colture.

Percentuale di grano che vari paesi importano da Russia + Ucraina, calcolata sul totale dell'importato

qualche informazione in più su questa tabella

Nella sua versione originale, questa tabella è molto più complessa, in quanto è, di fatto, una sorta d form per interrogare un Data Base; è possibile, infatti, filtrare la base di dati secondo 4 diversi parametri;

  • tipo di prodotto (o CROP): grano, mais, orzo, olio di girasole
  • tipo di azione (o METRIC): importazioni, esportazioni, importazioni nette, produzione locale, stoccaggi
  • tipo di valore (o ADJUSTMENT): totale, pro capite, in % sul totale importato, in % sulla produzione locale
  • il paese o gruppo di paesi rispetto al quale è presa in considerazione l’attività (o IMPORTS FROM): tutti i paesi, Russia, Ucraina, Russia + Ucraina

Chi possiede un po’ di familiarità con le tecniche di interrogazione di Data Base, si accorge immediatamente che le viste che, teoricamente, questa form è in grado di generare sono moltissime, e precisamente 320 (4x5x4x4).

È abbastanza evidente che questo articolo non si pone l’obbiettivo di rendere disponibili 320 viste diverse dei processi di importazione, la scelta fatta è quella di prendere in considerazione il valore percentuale delle importazioni da Russia + Ucraina di grano sul totale importato, mentre resta sempre attiva la funzione che permette di scegliere i paesi importatori (add country): chi fosse interessato alle altre viste, può consultare la versione originale.

Il peso di Russia e Ucraina nel settore dei prodotti agricoli

Il peso di Russia e Ucraina nel settore dei prodotti agricoliAggiornamenti
a cura della redazione di Civitas


Il Cremlino: 'L'accordo sul grano si è concluso'

17 luglio 2023 - Ansa
L'accordo sul grano ucraino si è concluso. Lo afferma il Cremlino, citato dalla Tass. "Di fatto, l'accordo sul Mar Nero ha cessato di funzionare oggi", ha dichiarato il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov. "Sfortunatamente la parte relativa alla Russia di questi accordi ancora non è stata attuata, quindi la sua validità è terminata. Non appena la parte russa degli accordi sarà soddisfatta, la Russia ritornerà immediatamente all'attuazione dell'accordo", ha detto Peskov. La Russia nelle scorse settimane sosteneva che non fossero stati rimossi "gli ostacoli" alle esportazioni russe di cereali e fertilizzanti..La posizione della Russia sulla sospensione della partecipazione all'accordo sul grano è stata annunciata prima dell'atto terroristico di oggi sul ponte di Crimea e questo attacco non influenza affatto la decisione di Mos ... (continua a leggere)


Nella guerra del grano entra anche il protezionismo dell'India

14 maggio 2022 - HuffPost
In crisi alimentare 53 paesi nel mondo. Baerbock al G7 Agricoltura: "Una strategia intenzionale" di Mosca per creare "basi per nuove crisi così che la cooperazione internazionale possa essere ridotta". È guerra per l'oro giallo, al pari di quella che infuria nelle città e sui territori ucraini, e rischia di innescare una crisi globale della fame. La minaccia è tornata più volte nelle affermazioni dei ministri al G7 Agricoltura a Stoccarda. Una guerra, quella del grano, "scatenata dalla Russia, con il blocco delle consegne, l'aumento dei prezzi e il rischio di carestia", ha detto la ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock, che ha lanciato una dura accusa a Mosca: aver posto in essere una "strategia intenzionale" per creare "basi per nuove crisi così che la cooperazione internazionale possa essere ridotta". Ci sono in effetti 25 milioni di tonnellate di grano bloccate nei silos dell'Ucraina e "il mondo ha bisogno di questo grano". (continua a leggere)


L'inatteso effetto della guerra in Ucraina sul piatto dei giapponesi più poveri

2 maggio 2022 - AGI -  Gaia Vendettuoli
Il peso di Russia e Ucraina nel settore dei prodotti agricoliPresto i prezzi delle economiche ciotole di 'soba' noodles aumenteranno per la prima volta in quasi un decennio, poiché l'aumento dei costi delle materie prime legato all'invasione russa dell'Ucraina avranno un impatto anche sui popolari spaghetti di grano saraceno del Giappone. Mangiati dalla maggior parte dei giapponesi, immancabili sul menu di Capodanno - portano buona fortuna per l'anno che arriva - e ora di moda anche tra i giovanissimi europei, gli economici soba noodles sono fatti di grano saraceno in gran parte proveniente dalla Russia, primo produttore mondiale di questo cereale. Il grano saraceno russo può ancora essere importato, ma l'instabilità .. (continua a leggere)


A rischio il raccolto di grano in India a causa dei cambiamenti climatici

28 aprile 2022 - AGI -  Gianluca Maurizi
Il peso di Russia e Ucraina nel settore dei prodotti agricoliL'ondata di calore record ha avuto un impatto devastante sulle coltivazioni e l'effetto rischia di farsi sentire su tutte quelle nazioni che contavano sull'India per sopperire alle mancate esportazioni di grano dalla Russia e dall'Ucraina. L'impennata dei prezzi alimentari causata dalla guerra in Ucraina sta aumentando "il rischio di disordini sociali" in Africa. L'allarme del FMI suona come un monito per i governanti del continente, che per far fronte alla carenza di grano ucraino hanno pensato bene di rivolgersi all'India per ricostituire le proprie scorte e sfamare i propri popoli. Il primo Paese africano a rivolgersi a Nuova Delhi è stato l'Egitto, che si è detto pronto ad acquistare fino a 12 milioni di tonnellate di grano indiano. Ma se nel 2021 l'India ha raccolto 109,52 milioni di tonnellate, quest'anno, complice il cambiamento climatico, le cose potrebbero andare differentemen ... (continua a leggere)


La guerra in Ucraina mette a rischio anche la sicurezza alimentare

24 aprile 2022 - HuffPost - Alfredo Luís Somoza
In primavera nelle campagne ucraine si seminano il grano e il girasole, fondamentali per sfamare circa 400 milioni di persone nel mondo, soprattutto in Africa. Il conflitto ucraino ha ormai superato i due mesi di durata e ancora non se ne vede la fine. La meno considerata tra le ricadute negative della guerra sull’economia globale riguarda la sicurezza alimentare. In primavera nelle campagne ucraine si seminano il grano e il girasole, fondamentali per sfamare circa 400 milioni di persone nel mondo, soprattutto in Africa. I prezzi di queste materie prime vitali sono già raddoppiati rispetto a un anno fa, ma le conseguenze dell’uscita dal mercato di uno dei massimi esportatori mondiali sono destinate a farsi molto più pesanti. Questo perché l’agribusiness mondiale dipende da un numero sempre più ridotto di Paesi in grado di produrre grandi surplus di grano, soia, mais, riso, carne: alcuni degli storici esportatori, come l’Australia e il Brasile, da alcuni anni sono regolarmente colpiti da fenomeni meteorologici estremi, dovuti al cambiamento climatico; a ciò si aggiungono ora i disordini geopolitici, e il quadro complessivo della sicurezza alimentare planetaria diventa così sempre più fragile.... (continua a leggere)


È boom per le semine, dal +5% per il girasole al +16% per la soia

10 aprile 2022 - AGI
Nonostante l'aumento dei costi la campagna sarà più ampia con il via libera dell’Unione europea all'uso in Italia di altri 200mila ettari di terreno. Al via le semine di primavera in Italia con gli agricoltori che spingono sulle produzioni di soia (+16%), mais (+1%) e girasole (+5%) per fare fronte al caro prezzi e garantire le forniture alimentari alle famiglie dopo gli sconvolgimenti dei mercati mondiali determinati dalla guerra in Ucraina. ’ quanto emerge dall’analisi di Coldiretti sull’ultimo “Short term outlook” della Commissione Ue sui mercati agricoli nel 2022 che evidenzia una ripresa delle coltivazioni nonostante l’impennata dei costi a causa dei rincari di sementi, fertilizzanti e gasolio necessari per le operazioni colturali con circa 1/3 delle aziende nazionali (30%) che si trova costretta in questo momento a lavorare in una condizione di ... (continua a leggere)