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Effetto Serra e riscaldamento globale

Effetto Serra e riscaldamento globale

da | Ago 4, 2023 | effetto serra, riscaldamento globale

Effetto Serra e riscaldamento globale

Questo articolo, a firma di Carlo Bertoni, riporta alcune considerazioni su Effetto Serra e riscaldamento globale ed è stato desunto, in maniera quasi integrale dal portale didattico di Civitas (per vedere l'originale)

Il primo scienziato che ipotizzò l’esistenza di un effetto serra non fu né un chimico né un fisico ma un matematico, Joseph Fourier (Francia,1768-1830). Fourier fece dei calcoli, confrontando il calore che il Sole fornisce alla Terra e il calore che la Terra emette verso lo spazio, e si rese conto che l'atmosfera terrestre doveva avere un effetto particolare: quello di mantenere al suo interno parte del calore riflesso della luce solare; altrimenti, disse, “la temperatura sul pianeta dovrebbe essere molto più bassa di quanto non sia”.  Il matematico non sapeva di cosa si trattasse, né quali fossero le sostanze responsabili di questo processo.

 

 

La luce e il calore che ci giungono dal Sole si propagano sotto forma di radiazione, cioè onde elettromagnetiche. Queste onde hanno proprietà diverse a seconda della frequenza di oscillazione.

Il Sole emette radiazione in un ampio spettro di frequenze, ma l’atmosfera lascia passare solo la radiazione in alcune specifiche bande di frequenza, tra cui ad esempio la luce visibile.

Quando la radiazione solare colpisce il suolo terrestre non viene riflessa così come è, ma viene prima assorbita e poi riemessa e la radiazione riemessa può avere frequenza diversa da quella incidente; in particolare la radiazione emessa è in gran parte sotto forma di radiazione infrarossa. L’atmosfera è solo parzialmente trasparente all’infrarosso e quindi parte di questa radiazione non prosegue verso lo spazio ma viene riflessa di nuovo verso il suolo.

La stessa cosa succede in una serra, per effetto del vetro che è trasparente alla luce visibile ma non all’infrarosso, da cui il nome di “effetto serra”.

Effetto Serra e riscaldamento globale

Effetto Serra e riscaldamento globaleFu John Tyndall (Irlanda, 1820-1893), un chimico irlandese, che nel 1850 individuò i tre principali gas (o molecole) presenti nell’atmosfera che hanno questo effetto. In primo luogo, l'acqua il metano e la CO2 di cui tanto si parla; in realtà di CO2 si è cominciato a produrre in maniera massiccia e fuori dai cicli naturali all'inizio dell'Ottocento, con la rivoluzione industriale. Il CH4 (metano) è, dopo la CO2 (anidride carbonica), il principale responsabile del riscaldamento globale. Nonostante sia relativamente facile ridurne le emissioni, il miglioramento è lento e di entità ridotta. Il metano ha un tempo di permanenza nell'atmosfera molto inferiore a quello della CO2, ma il suo effetto è circa 80 volte più forte.

Effetto Serra e riscaldamento globale

L'effetto serra non è un fenomeno fisso e costante; è un fenomeno che varia per regolare il clima e le sue variazioni sono sia di carattere giornaliero, sia di carattere stagionale sia per cicli climatici molto più lunghi, come nel caso dell'alternarsi di periodi glaciali e interglaciali (cicli di migliaia di anni) o addirittura di ere glaciali e interglaciali (cicli di milioni di anni). Non tutti i gas che formano l'atmosfera hanno una “capacità serra” (cioè una capacità di trattenere calore) ed è ancora aperta la discussione sulla maggiore o minore influenza dei vari gas serra (cioè quelli che hanno più o meno capacità di trattenere calore). Tra questi, i più importanti sono:

Il vapore acqueo (rappresenta circa il 70% dell'effetto serra) ha la caratteristica di poter essere prodotto rapidamente (evaporazione di mari, fiumi e laghi) e altrettanto rapidamente può essere scartato dall'atmosfera (piogge) ed è quindi importante per i cicli giornalieri e stagionali. In generale, l'aumento di umidità dell'aria accresce l'effetto serra (ossia l'atmosfera più umida trattiene più calore), mentre la formazione di nuvole interviene per diminuirlo, contrastando l'insolazione diretta e facendo perdere umidità all'atmosfera attraverso le piogge.

L'anidride carbonica e il metano (rappresentano insieme il 25% dell'effetto serra) che al contrario rimangono molto più a lungo in atmosfera e sono quindi importanti per regolare i cicli stagionali e decennali. Questi gas riescono a trattenere calore sulla terra riflettendo determinate lunghezze d'onda e, come accade per il vapore acqueo, sono continuamente scambiati tra atmosfera, terra e mari (attraverso l'evaporazione, piogge, respirazione delle piante, eruzioni vulcaniche), dando luogo a variazioni sia giornaliere che stagionali nel contenuto in atmosfera. Ciò vale sia per la CO2, sia per il metano.

L’immissione di CO2 deriva per gran parte dalla combustione di combustibili fossili (benzina, diesel, metano, ecc..) e si stima che ogni anno ne vengano immesse circa 32 Gton (1Gton=1mld di tonnellate); l’immissione di CH4 nasce dalle perdite che si verificano nei siti estrattivi di petrolio e anche, in parte minore, dai grandi allevamenti intensivi di bovini e suini; la stima di immissioni in atmosfera porta ad una cifra di circa 380 Mton/anno (1Mton=1mln di tonnellate)

Ma anidride carbonica e metano hanno lo stesso peso sull'effetto serra? In parte sì perché sono entrambi artefici del surriscaldamento del pianeta, ma in parte differiscono; il metano ha un effetto riflettente circa 85 volte quello dell'anidirde carbonica, ma il suo tempo di permanenza in atmosfera è di circa 20 anni, contro gli alemno 100 della CO2.

Altri gas, tra cui: protossido d'azoto (N2O), clorofluorocarburi (CFC), esafluoruro di zolfo (SF6), che insieme rappresentano il restante 5% dell'effetto serra.

Anche la deforestazione per vari fini (dall’utilizzo di legname allo sfruttamento del suolo) influisce: gli alberi infatti, nel loro ciclo naturale, assorbono anidride carbonica. L’allevamento intensivo produce una grande quantità di metano a causa delle processi digestivi del bestiame. Il gas metano, inoltre, viene utilizzato anche come carburante per molti mezzi di trasporto.

Quali sono i paesi maggiormente responsabili

In realtà tutti, perchè qualunque paese usa benzia o gasolio per le automobili, o metano per riscaldare le case o far funzionare le imprese, ecc..; ma ovviamente non tutti lo fanno con la stessa intesità. I princpiali paesi sono Cina (9,1 GTon), USA (5,5 GTon) e India (2,2 GTon), e a seguire Giappone, Russia e Germania. Vista in questo modo la Cina sembra essere il più grande produttore di CO2 e se guardiamo alle cifre in termini assoluti è così, ma se le stesse cifre le rapportiamo alla popolazione, abbiamo che ogni cinese produce 6,5 tonnellate all'anno, mentre ogni americano ne produce 17,1 (quindi 2,6 volte tanto), mentre ogni indiano produce solo 1,6 tonnellate anno (un decimo di un americano).

Se poi potessimo identificare il mondo di Internet con uno stato sovrano troveremmo che si trova al quarto posto per produzione di CO2; dietro a Cina , USA  e India , ma davanti a Giappone, Russia e Germania. Infatti, il peso di anidride carbonica prodotta da Internet è stimato in 1,85 miliardi di tonnellate. Tuttavia sarà bene ricordare che, formulando in questo modo la produzione di CO2 da parte di Internet (e più in generale della tecnologia basata su computer), si rischia di commettere qulche semplificazione pericolosa; non si tiene conto, cioè, di quanto potenzialmente Internet evita processi più malefici sul piano dell'effetto serra: si pensi alle teleconference confrontate con i viaggi in aereo necessari per riunioni in presenza (si veda Quanto inquina Internet su Civitas)

 

In che modo l'UE intende ridurre i gas serra?

La legge sul clima dell'UE fissa obiettivi giuridicamente vincolanti per la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra: entro il 2030 devono essere diminuite del 55% rispetto ai livelli del 1990 e l'UE deve raggiungere emissioni nette pari a zero entro il 2050. Per raggiungere questi obiettivi, l'UE ha implementato diverse misure: 

  • ridurre le emissioni nei trasporti
  • fissare standard per risparmiare energia e investire nelle energie rinnovabili
  • impedire il trasferimento delle industrie che emettono gas a effetto serra al di fuori dell'UE per evitare normative più severe
  • promuovere il primo grande mercato mondiale del carbonio, il sistema europeo di scambio di quote di emissione
  • stabilire obiettivi di riduzione per ciascun paese dell'UE
  • promozione delle foreste e di altre aree di sequestro del carbonio.