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La guerra in Ucraina e il sentire degli Italiani

La guerra in Ucraina e il sentire degli Italiani

da | 12 Mag 2022 | giovani, guerra, italiani, opinioni, sentiment

La guerra in Ucraina e il sentire degli Italiani

La guerra in Ucraina e il sentire degli Italiani

Politica e opinione pubblica

Nelle autocrazie, il Capo, almeno fino ad un certo punto, può prescindere dall’opinione pubblica quando decide: gode del consenso che ottiene da essa, anche e soprattutto manipolando l’informazione, e reprime il dissenso, là dove rischia di esprimersi con efficacia. Nei paesi democratici, questo non avviene (per fortuna). Benché un governo sia legittimato dal Parlamento, fino a che la maggioranza sostiene i suoi provvedimenti, le decisioni strategiche che impegnano il paese nel tempo e su questioni cruciali devono fare i conti con le inclinazioni (i timori, le aspettative, le convinzioni) della popolazione.

Naturalmente sarebbe compito della politica orientare l’opinione pubblica e non dipendere passivamente dagli umori che i sondaggi registrano ad ogni piè sospinto, su qualunque tema; tuttavia, una politica che non avesse per nulla il polso del “sentiment” – come va ora di moda dire – dell’elettorato, sarebbe anch’essa inadempiente e, alla lunga, dannosa.

La guerra in Ucraina e il sentire degli Italiani

Il caso della guerra in Ucraina

Per questo motivo, di fronte ad uno scenario tragico e inquietante come la guerra in Ucraina, rispetto al quale l’Italia, come membro dell’Unione europea e della Nato, ha assunto posizioni impegnative e inequivoche, risulta di grande interesse capire come la pensano gli italiani a due mesi dall’inizio del conflitto.

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L’istituto di ricerca Ipsos ha condotto un’indagine su un campione rappresentativo della popolazione per età, caratteristiche socioculturali e area geografica, ponendo alcune domande

  1. sulle emozioni generate dalla guerra e dal suo protrarsi,
  2. sui rischi per il futuro in termini di sicurezza, di costi per l’economia, di aumento della immigrazione
  3. sull’attribuzione delle responsabilità della guerra
  4. sulle sanzioni
  5. sull’invio di armi
  6. sull'attendibilità dell’informazione.

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Chi è Ipsos

Ipsos Group S.A. è una società multinazionale di ricerche di mercato e consulenza con sede a Parigi. L'azienda è stata fondata nel 1975 da Didier Truchot ed è quotata alla Borsa di Parigi dal 1º luglio 1999.

Dal 1990 il gruppo ha creato o acquisito numerose aziende in Spagna, Italia, Germania, Regno Unito ed Europa centrale (specialmente in Ungheria). Con l'acquisto della britannica Synovate nel 2011, è diventata una delle agenzie di ricerca più grandi al mondo. Ipsos ha uffici in 88 paesi e impiega circa 16 530 persone

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La guerra in Ucraina vista con gli occhi dei giovani

12 maggio 2022. Un nuovo rapporto mostra che i giovani europei temono che la guerra si diffonda in Europa e chiedono ai Paesi dell'UE di spendere di più per la difesa (vai al sito originale)

Mentre la guerra continua a infuriare in Ucraina, un nuovo sondaggio ha rilevato che quasi due terzi dei giovani europei temono che il conflitto possa estendersi all'interno dell'UE.

Oltre il 60% degli intervistati ritiene che i Paesi dell'UE dovrebbero spendere di più per le loro forze armate e quasi la metà è favorevole alla creazione di un esercito europeo (vedi anche su Civitas Identità politica e militare dei 27 paesi membri della UE). Sebbene la maggioranza non sia favorevole a un intervento militare dei Paesi dell'UE in Ucraina, se questo rischiasse un conflitto nucleare con la Russia, c'è una minoranza consistente, pari al 44%, che sarebbe favorevole a questo tipo di azione.

Mentre i leader dell'UE continuano a discutere di ulteriori sanzioni e di possibili divieti sulle importazioni di energia dalla Russia, oltre tre quarti degli intervistati si sono detti favorevoli a forti sanzioni economiche contro la Russia, mentre tre quarti di coloro che hanno espresso un'opinione hanno affermato che l'UE dovrebbe accelerare la transizione verso le energie rinnovabili per fare meno affidamento sull'energia proveniente dall'esterno.

I risultati sono contenuti in un rapporto intitolato Builders of Progress: Europe's NextGen "The War in Ukraine Through the Eyes of Youth", condotto dalla Fondazione per gli Studi Progressisti Europei (FEPS) e da ThinkYoung. Tra il 25 marzo e il 7 aprile, l'indagine ha interpellato 7.367 giovani europei di età compresa tra i 18 e i 38 anni provenienti da Francia, Germania, Regno Unito, Italia, Spagna, Polonia e Romania.

Commentando i risultati, László Andor, segretario generale della Fondazione di studi progressisti europei, ha dichiarato: "Mentre la resistenza ucraina all'invasione russa dell'Ucraina continua e l'esito della guerra rimane incerto, la vita di milioni di ucraini è stata colpita in modo permanente. Il nostro policy brief FEPS esplora le opinioni dei giovani cittadini europei che non hanno vissuto la guerra in prima persona e rivela le loro profonde preoccupazioni che la guerra in Ucraina possa estendersi al resto d'Europa. Dimostra inoltre che i giovani europei vogliono che l'Unione Europea fornisca un forte sostegno umanitario e militare all'Ucraina e che ampi segmenti della popolazione giovane in Europa sono pronti ad accogliere e sostenere i rifugiati provenienti dalla regione del conflitto".

Andrea Gerosa, fondatore di ThinkYoung, ha aggiunto che: "La guerra in Ucraina è una tragedia di proporzioni immense che ha devastato la vita di milioni di ucraini, vecchi e giovani. Il nostro rapporto rivela che i giovani sono estremamente preoccupati e vogliono che i Paesi dell'UE si facciano avanti e investano nella loro difesa, oltre a fare di più per aiutare l'Ucraina inviando armi e aiuti militari. I giovani europei sono consapevoli della minaccia che questa guerra rappresenta per i valori a loro cari e si aspettano che i loro governi rispondano di conseguenza".

Altri risultati chiave del rapporto sono:

  • il 74% dei giovani europei ritiene che l'UE debba accogliere un maggior numero di rifugiati dall'Ucraina.
  • il 70% chiede l'invio di maggiori somme di denaro per aiutare i rifugiati ucraini a entrare e stabilirsi in Europa in modo sicuro.
  • quasi il 60% dei giovani è favorevole a una maggiore unione e cooperazione tra i Paesi europei, con un sentimento più forte in Romania, Polonia e Spagna.

Foundation for European Progressive Studies (FEPS) 

La FEPS è il think tank della famiglia politica progressista a livello europeo. La missione è sviluppare ricerche innovative, consulenza politica, formazione e dibattiti per ispirare e informare la politica e le politiche socialiste e socialdemocratiche in tutta Europa.

Operano come centro di riflessione per facilitare l'emergere di risposte progressiste alle sfide che l'Europa deve affrontare oggi.

Oggi la FEPS si avvale di una rete di 68 organizzazioni associate. Tra queste, 43 sono membri a pieno titolo, 20 hanno lo status di osservatori e 5 sono membri ex-officio. Oltre a questa rete di organizzazioni attive nella promozione dei valori progressisti, la FEPS dispone anche di una rete di partner, tra cui università, studiosi, politici e attivisti.

L’ambizione è quella di intraprendere una riflessione intellettuale a beneficio del movimento progressista e di promuovere i principi fondanti dell'UE: libertà, uguaglianza, solidarietà, democrazia, rispetto dei diritti umani, delle libertà fondamentali, della dignità umana e dello Stato di diritto.

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ThinkYoung

ThinkYoung è il primo think tank incentrato sui giovani. È stato fondato nel 2009 a Bruxelles e si è esteso a Ginevra, Hong Kong e Nairobi. È un'organizzazione senza scopo di lucro, con l'obiettivo di rendere il mondo un posto migliore per i giovani, coinvolgendoli nei processi decisionali e fornendo ai decisori politici ricerche di alta qualità sulle questioni chiave che riguardano i giovani.

ThinkYoung conduce studi e indagini, realizza documentari, scrive proposte politiche e sviluppa programmi educativi. Finora, i progetti di ThinkYoung hanno raggiunto oltre 800.000 giovani.

Sulla base delle sue ricerche sui giovani, ThinkYoung crea scuole e laboratori per dare ai giovani gli strumenti per cambiare le cose. Attraverso le Entrepreneurship School istituite in Europa e in Asia, ogni anno 300 giovani di tutti i continenti hanno l'opportunità di collaborare, di apprendere esperienze dirette da imprenditori di successo e di acquisire le competenze necessarie per creare la propria azienda. Presso il Laboratorio audiovisivo ThinkYoung, i giovani ricercatori vengono formati alla realizzazione di progetti cinematografici e multimediali. Finora, il nostro team ha prodotto circa 100 documentari sui giovani in più di 30 Paesi europei e asiatici.

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Un nuovo sondaggio Demos per il quotidiano La Repubblica

Ucraina, per gli italiani la guerra durerà ancora ma senza allargarsi di . Ucraina, per gli italiani la guerra durerà ancora ma senza allargarsi (Ansa). L’interesse resta elevato e 6 intervistati su 10 si dicono molto o abbastanza informati. Per il 44% il conflitto non finirà prima di un anno. I più giovani hanno paura di un coinvolgimento globale. Un quarto crede che i crimini russi siano propaganda ucraina. (l'articolo completo è disponibile, su Internet, per i soli abbonati)

Il sondaggio è stato realizzato da Demos per la Repubblica: la rilevazione è stata condotta nei giorni 11 12 Aprile del 2022 da Demetra con metodo mixed mode (CATI - CAWI - CAPI); il campione nazionale intervistato comprende 1012 casi, la distribuzione territoriale della popolazione italiana di età superiore ai 18 anni (margine di errore 3,1%)

Demos & Pi

La guerra in Ucraina e il sentire degli ItalianiDemos & Pi è un istituto di ricerca, fondato da Ilvo Diamanti, che opera nell'ambito della ricerca politica e sociale attraverso indagini di carattere locale, nazionale ed internazionale. Le indagini realizzate mirano studiare gli orientamenti, le opinioni, i comportamenti della società. Una particolare attenzione è riservata ad alcune dimensioni, considerate topiche all'interno di questa tradizione di studi: il rapporto fra cittadini, istituzioni e politica; il capitale sociale; la solidarietà, la cittadinanza e l'integrazione; l'identità e i bisogni territoriali; gli atteggiamenti e i comportamenti pubblici e privati.

Inoltre, Demos & Pi cura la realizzazione di importanti osservatori ricorrenti, divulgati attraverso rapporti periodici, al fine di monitorare e aggiornare l'evoluzione dei fenomeni di interesse. La continuità delle indagini è assicurata grazie alla collaborazione di importanti partner strategici: ANCC-COOP, Il Gazzettino, La Repubblica, Fondazione Unipolis, Intesa Sanpaolo, GEDI Gruppo Editoriale.

Demos & Pi svolge, inoltre, indagini ad hoc per committenti pubblici e privati su temi specifici, legati agli ambiti di interesse dell'istituto.

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European Council on Foreign Relations

Sin dal mese di gennaio 2022, secondo un sondaggio ECFR, la maggioranza dei cittadini in Europa riteneva che nel 2022 la Russia avrebbe invaso l’Ucraina, che NATO ed UE avrebbero dovuto difendere il paese invaso.

Il sondaggio paneuropeo di ECFR rilevava come la maggioranza in Francia (51%), Germania (52%), Italia (52%), Polonia (73%), Romania (64%) e Svezia (55%) riteneva che la Russia avrebbe invaso l’Ucraina nel 2022. Un’opinione condivisa da molti (44%) anche in Finlandia. La NATO è considerata il principale difensore della sovranità ucraina – sebbene gli europei credano anche che l’UE debba intervenire a favore dell’Ucraina in caso di un’aggressione russa.

Nel corso delle settimane seguenti all'invasione l'European Council on Foreign Relations ha realizzato altri sondaggi all'interno dei paesi della UE per continuare a monitorare il sentiment degli europei nei confronti di questa guerra. L'ultimo sondaggio (maggio 2022) mostra un giudizio abbastanza netto in tema di responsabilità del conflitto.

Chi è il principale responsabile dello scoppio della guerra in Ucraina? Stando a un sondaggio condotto dall’European Council on Foreign Relations, per il 73 per cento dei cittadini europei la colpa è del Cremlino. Appena il 15 per cento, al contrario, dà la colpa a “Ucraina, Unione Europea o Stati Uniti”. Il sondaggio prende in considerazione le risposte di circa 8 mila intervistati in diversi paesi europei. Le risposte, tuttavia, sono molto differenziate da paese e paese. Nel caso di questo primo quesito, ad esempio, gli italiani sono molto più accondiscendenti verso Mosca rispetto ai cugini europei: appena il 56 per cento ritiene che la colpa di sia da imputarsi a Vladimir Putin, mentre addirittura il 27 per cento degli italiani intervistati crede che le responsabilità siano del fronte occidentale.

La guerra in Ucraina e il sentire degli Italianicontinua a leggere su Il Foglio

La guerra in Ucraina e il sentire degli Italianicontinua a leggere sul sito di ECFR

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European Council on Foreign Relations

Lo European Council on Foreign Relations (ECFR) è il primo think tank pan-europeo., inaugurato nell'ottobre del 2007 per fare ricerca e promuovere un dibattito informato per favorire lo sviluppo di una politica estera efficace e coerente fondata su valori europei. Fra i membri fondatori di ECFR vi sono ex-ministri degli esteri, imprenditori, noti intellettuali ed attivisti. Il think tank ha uffici in sette capitali europee – Berlino, Londra, Madrid, Parigi, Roma, Varsavia e Sofia – ed è guidato dal direttore Mark Leonard. Il Consiglio di ECFR riunisce circa 330 autorevoli ed influenti europei provenienti dai 27 paesi dell'Ue ma non solo.

Attualmente, il Consiglio di ECFR è composto da circa 330 membri, ognuno dei quali è socio per tre anni al termine dei quali è possibile rinnovare la propria adesione. Fra i membri vi sono ex capi di stato, ex primi ministri, capi di governo in carica ed ex ministri degli esteri, ex commissari europei, ex segretari generali della NATO, il direttore generale dell'Organizzazione mondiale del commercio, otto importanti funzionari delle Nazioni Unite, leader ed esponenti della società civile, professori, nove governatori di banche nazionali e giornalisti. Il Council si riunisce una volta l'anno. 

Fra gli italiani membri citiamo: Giuliano Amato, Vincenzo Amendola, Emma Bonino, Mara Carfagna, Marta Dassù, Piero Fassino, Franco Frattini, Romano Prodi, Lia Quartapelle, Natalie Tocci

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Sondaggi di Eurobarometro sulla guerra in Ucraina

L’Eurobarometro è un’organizzazione che conduce molti sondaggi sui cittadini della Unione Europea su svariati temi.

Siamo andati a vedere uno dei sondaggi condotti sullo scottante tema della guerra in Ucraina; il sondaggio, che non è l’ultimo, si riferisce ad un’indagine svolta su un campione di 26.066 interviste nei 27 paesi, condotta nel periodo 13-23 aprile 2022, utilizzando la metodologia CAWI (Computer Assisted Web Interviewing).

L’indagine è abbastanza interessante anche se non emergono particolari sorprese: il 79% degli intervistati ritiene che l’Unione si sia mostrata solidale con il paese invaso dalla Russia, mentre solo il 57% pensa che la risposta dell’Unione Europea sia stata tempestiva; almeno l’80% delle persone interpellate ritiene giuste le sanzioni economiche messe in campo verso la Russia, e approva il sostegno finanziario all’Ucraina, mentre l’88% é d’accordo con gli aiuti umanitari e l’accoglienza di chi fugge dalla zone del conflitto.

Solo il 67% (ma non è poco) approva, completamente o tendenzialmente, l’acquisto di armi da inviare all’Ucraina; in generale l’Italia è allineata con le risposte mediamente fornite, tranne che su questo ultimo aspetto: solo il 59% degli italiani, infatti, pensa che sia giusto finanziare la guerra con la fornitura di armi (quindi un 8% in meno rispetto alla media UE). Possiamo concludere che questa cifra (e questa differenza) sono abbastanza coerenti con il tono dell’attuale dibattito politico nel nostro Paese.

Ci limitiamo a presentarvi poche slide che riportano la sintesi delle risposte ai principali quesiti posti nel sondaggio, mentre per maggiori ragguagli potete scaricare i seguenti documenti PDF.

La guerra in Ucraina e il sentire degli ItalianiLa risposta della UE alla guerra in Ucraina 

La guerra in Ucraina e il sentire degli ItalianiLa posizione dell’Italia su alcune questioni riguardanti la guerra 

Eurobarometro

L'Eurobarometri fornisce una serie di sondaggi di opinione pubblica condotti regolarmente per conto della Commissione e del Parlamento Europeo, a partire dal 1973. Questi sondaggi affrontano una vasta gamma di questioni di attualità relativi all'Unione europea all'interno di tutti i suoi stati membri. I risultati dell'Eurobarometro, il cui primo studio fu realizzato dal francese Jacques-René Rabier, sono stati pubblicati dalla direzione generale della comunicazione della Commissione Europea. Il suo database è uno dei più grandi al mondo. I sondaggi sono condotti da TNS Opinion. (continua a leggere)

Che cosa pensano gli italiani delle sanzioni alla Russia

Le sanzioni alla Russia non dividono solo il centrodestra, con Matteo Salvini chiede prima di rivederle e poi inverte la rotta dopo la presa di posizione di Fratelli d’Italia che dice di voler mantenere una linea coerente con quella degli alleati occidentali, ma anche gli italiani. Per il 51,1%, le sanzioni a Mosca andrebbero tolte “di fronte all’impennata dei prezzi del gas e dell’inflazione” mentre il 44% è contrario. A rivelarlo è un sondaggio settimanale di Termometro Politico, realizzato tra il 30 agosto e il 2 settembre. (metodo CAWI 5500 persone)

La guerra in Ucraina e il sentire degli Italiani

Termometro politico

Fondato da Gianluca Borrelli, da oltre dieci anni siamo un punto di riferimento in Italia per analisi politiche ed elettorali e sondaggi demoscopici. E' una realtà del tutto indipendente, formata da professionisti nei campi della comunicazione, della statistica, della linguistica e delle scienze sociali. Dichiarano che I loro modelli di riferimento sono alcuni grandi siti tematici americani, come RealClearPolitics., che è un grande raccoglitore delle principali notizie del giorno viste da più punti di vista (uno dei pochi che permette di conoscere “l’altra campana” in un mondo mediatico fortemente polarizzato), e offre quella che si è verificata essere la migliore media sondaggi sin dal 2004. (vai al sito)