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Insegnare economia nelle scuole

Insegnare economia nelle scuole

da Emilio Carnevali | 24 Mag 2020 | economia, educazione, insegnamento

Insegnare economia nelle scuole

E' importante insegnare economia nelle scuole

Nel 1952, fresco di un master in economia ad Harvard, l’allora venticinquenne Paul Volcker fu assunto alla Federal Reserve. La banca centrale americana di quegli anni non era un posto per economisti, almeno ai piani alti. Del suo board, come da tradizione, facevano parte banchieri, avvocati, e perfino un allevatore di maiali (tale Rudolph M. Evans). Ma nemmeno un economista. “Abbiamo cinquanta econometrici che lavorano per noi”, disse una volta il suo presidente, William McChesney Martin (un ex broker). “Lavorano tutti nel seminterrato di questo edificio. E non è un caso siano lì”. Martin non faceva mistero di non amare gli economisti, persone con uno scarso “senso dei loro limiti”.

Il giovane Volcker disse alla moglie che non c’erano molte possibilità di fare carriera nella Fed. Ma i tempi stavano per cambiare. Di lì a poco gli economisti avrebbero cominciato una lunga scalata ai vertici di ogni struttura del governo americano (e non solo americano), guadagnando sempre più influenza. Le politiche pubbliche furono sempre più plasmate dalle teorie, dal linguaggio e dalle tecniche elaborate all’interno della professione economica.

E così anche il dibattito politico. Quando un giornalista chiese a Kennedy perché volesse tagliare le tasse, il presidente ripose: “Per stimolare l’economia. Non ha frequentato il corso di base di economia politica?”. Nel 1979 Volcker – già da tempo uscito dal seminterrato in cui lo aveva confinato Martin – diventerà presidente della Fed, nominato dal presidente Jimmy Carter.

Da quei primi anni cinquanta la “teoria economica al potere” ha mutato pelle più volte, e non ha sempre dato buona prova di sé, al di qua come al di là dell’Atlantico. Ma le oscillazioni del pendolo fra paradigmi teorici diversi sono sempre state accompagnate dalla costante, progressiva, inesorabile colonizzazione della conversazione collettiva da parte di argomenti usciti dalla “fabbrica delle idee” degli economisti.

L’era del coronavirus non fa eccezione. Giornali, telegiornali, siti internet traboccano di articoli su spreadQuantitative EasingRecovery Fund, eccetera. In Italia la discussione sui temi economici, o economico-istituzionali, sembra ancora più animata che altrove: basti pensare alla guerra di religione in corso sul Meccanismo Europeo di Stabilità.

Peccato che la gran parte dei cittadini abbia spesso pochissimi strumenti per orientarsi in questi dibattiti. Certo non aiuta il fatto che fra le poche fortezze rimaste ancora praticamente impenetrabili all’assalto degli economisti ci sia la scuola italiana, pur estremamente meritevole su molti altri fronti.

 

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Insegnare economia nelle scuoleautore
Emilio Carnevali

articolo apparso su Sbilanciamoci

Con l’eccezione di alcuni istituti tecnici, la scuola secondaria superiore in Italia non fornisce insegnamenti di economia. Col risultato che agli studenti è richiesto di conoscere le vicende della guerra del Peloponneso (431-404 a.C.), ma non di comprendere le vicende dei nostri giorni, in cui un annuncio del presidente della Banca Centrale Europea può dominare il dibattito politico per intere settimane, o mesi, o addirittura anni (è il caso, ad esempio, del whatever it takes di Mario Draghi).

Fornire agli studenti una alfabetizzazione economica e finanziaria di base significherebbe formare cittadini e professionisti più consapevoli. E anche tutelare quei settori sociali più esposti a cadere vittime dell’asimmetria fra “chi sa” (o può pagare “chi sa” per “sapere al suo posto”) e “chi non sa”: i recenti crack bancari in Italia hanno sollevato il velo su comportamenti spesso scorretti degli istituti di credito, ma anche sulla sconcertante inconsapevolezza di molti risparmiatori sui rischi connessi ai propri investimenti.

C’è una obiezione che a volte si muove all’insegnamento dell’economia nelle scuole, ma che forse trova le proprie origini in una critica della disciplina economica in sé, o meglio dello stato dell’arte della teoria economia prevalente. Lungi dal promuovere maggiore capacità di analisi della realtà e spirito critico, l’economia “dei manuali” prende spesso le forme di un esercizio astratto e autoreferenziale, o peggio di una celebrazione acritica di discutibili – e per nulla scientifici – orientamenti ideologici.

Non si tratta di una obiezione del tutto infondata. In un articolo del 2016, “Il guaio della Macroeconomia”, il premio Nobel Paul Romer ha delineato un quadro abbastanza deprimente della teoria economica contemporanea: in macroeconomia “abbiamo assistito a tre decenni di regresso intellettuale”, ha scritto l’ex capo economista della Banca Mondiale. Ma questa è solo una parte della realtà. Ed è se mai un argomento per promuovere maggiore impegno, maggiore rigore e anche maggiore pluralismo nello studio e nell’insegnamento dell’economia.

D’altra parte non tutti gli economisti e non tutti i modelli macroeconomici possono essere ricondotti alla “pseudoscienza” contro cui se l’è presa Romer. E anche se si condividessero le riserve di Romer verso una parte consistente della teoria economica contemporanea, comunque non verrebbe meno l’esigenza di studiarla, visto l’impatto enorme che essa ha avuto nel plasmare le istituzioni in cui viviamo e le politiche da esse promosse.

A chi ancora diffida dell’opportunità di avvicinare i ragazzi delle scuole italiane allo studio dell’economia, perché in fondo diffida dell’economia “dei manuali”, si potrebbe ricordare la celebre provocazione di Joan Robinson, che certo non era da meno di Romer nella severità delle proprie critiche all’ortodossia del suo tempo: l’economia serve in primo luogo ad “apprendere come evitare di essere ingannati dagli economisti”.

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a cura della Redazione Civitas


Young Finance, al via il videopodcast di educazione finanziaria

17 maggio 2023 - Il Sole 24Ore
Ogni settimana un ospite spiega i principi fondamentali della finanza personale e racconta il proprio rapporto con il denaro. Un libretto di istruzioni dei concetti base per la gestione del denaro, Young Finance è il videopodcast del Sole 24 ore che spiega come “funziona” il denaro: dall’impatto dell’inflazione alla risorsa della diversificazione, dal calcolo dei rendimenti alla differenza tra la gestione degli attivi e dei passivi, al via la prima puntata che è possibile trovare online sul sito del Sole 24 Ore e sulle principali piattaforme audio. Concetti di base della cosiddetta educazione finanziaria spiegati ai giovani (e meno giovani) che devono sapersi orientare in un mondo in cui il denaro ha un ruolo importante, ma che non mette a disposizione un libretto di istruzioni. Le Borse, la creator economy, le tasse, le obbligazioni, questo e altro sono i temi chiave spiegati in modo chiaro nel corso delle diverse puntate. A condurre il videopodcast Marco lo Conte, giornalista del Sole 24 Ore e autore di diversi libri in materia di finanza personale, affiancato da Gianluigi Ballarani, imprenditore tech ed esperto di finanza decentralizzata e criptovalute, ed Elia Bombardelli, professore di matematica e fisica nonché divulgatore scientifico su YouTube. In ciascuna puntata un ospite d’eccezione risponde alle loro domande, per ispirare comportamenti positivi, condividere le proprie esperienze e scoperte e testimoniare il proprio rapporto con il denaro. Il videopodcast è parte del progetto Young Finance, avviato nel 2021 con una serie di video, cui sono ... (continua a leggere)


L’educazione finanziaria arriva nelle scuole

13 aprile 2023 - Il Fatto Quotidiano - Mauro Del Corno
Ma non è escluso il coinvolgimento di banchieri e finanzieri nell’iniziativa. Tra le novità approvate dal Consiglio dei ministri di martedì scorso c’è anche l’introduzione dell’educazione finanziaria nelle scuole, nell’ambito delle lezioni dedicate all’educazione civica. La norma fa parte del ddl capitali che si occupa principalmente di agevolare le quotazioni in borsa. Il testo introduce il principio della “partecipazione piena e consapevole alla vita civica, culturale economica e sociale delle comunità” e quello del “diritto alla salute, al benessere della persona e all’educazione finanziaria, con particolare riguardo alla finanza personale, al risparmio e all’investimento”. In particolare le linee ... (continua a leggere)

rassegna stampa anni precedenti

Il nuovo progetto della Fondazione Sodalitas per orientare con le Stem alle scuole superiori

22 febbraio 2022 - HuffPost
Coinvolte le secondarie di primo grado e 8 imprese associate, tra cui Edison, FedEx Express, Intesa Sanpaolo. Stem by Me mette in evidenza le opportunità emergenti nel mondo del lavoro. Diventa sempre più importante orientare i giovani alla scelta della scuola superiore, tenendo conto delle nuove esigenze che emergono dal mondo del lavoro e sottolineando l’importanza degli studi STEM. Per questo la Fondazione Sodalitas ha lanciato un nuovo progetto, STEM by Me, che coinvolge imprese e scuole secondarie di primo grado e che si aggiunge agli altri progetti di formazione di cui è promotrice per avvicinare i giovani al mondo del lavoro. (continua a leggere)


Quasi 700mila studenti per il progetto di alfabetizzazione economica – finanziaria “Young Factor”

8 febbraio 2022 -Il Sole 24Ore - Andrea Biondi
L’iniziativa promossa dall'Osservatorio Permanente Giovani – Editori in collaborazione con Intesa Sanpaolo, Banca Monte dei Paschi di Siena e UniCredit. «All’inizio del nostro percorso dietro ai giovani italiani c’erano solo quelli greci. Oggi ci sono altri tre Paesi dopo il nostro». Andrea Ceccherini, presidente dell’Osservatorio Permanente Giovani-Editori, considera quella dei ragazzi, studenti delle scuole medie superiori italiane, una «risposta appassionata» all’iniziativa di economic & financial literacy che va sotto il nome di Young Factor e che è giunta all’ottava edizione. «L’ignoranza costa. E l’ignoranza economico-finanziaria - aggiunge Ceccherini - costa cara. Costa un prezzo che nessun Paese oggi può permettersi di sostenere. Noi dell’Osservatorio Permanente Giovani-Editori crediamo che laddove c'è più ignoranza si debba rispondere con più educazione». (continua a leggere)


Poste italiane partecipa al Mese dell'educazione finanziaria

1 ottobre 2021 - Ansa

Insegnare economia nelle scuoleOtto webinar gratuiti organizzati dall'azienda per i cittadini.  Poste Italiane partecipa alla quarta edizione del Mese dell'educazione finanziaria (#OttobreEdufin2021 e #PrenditiCuraDelTuoFuturo) che parte oggi, con un programma di eventi su scala nazionale, su iniziativa del Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria. L'iniziativa didattica e formativa, spiega Poste in una nota, ha l'obiettivo di migliorare le conoscenze dei cittadini in materia finanziaria, assicurativa e previdenziale, per aumentarne la consapevolezza di fronte a decisioni economiche e di investimento. Nel corso dell'anno Poste Italiane organizza varie iniziative di educazione finanziaria (consultabili sul sito delle Poste) e promuove il progetto "Il Risparmio che fa scuola", rivolto ai ragazzi in età scolare, organizzato in collaborazione con Cassa depositi e prestiti e con il ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca. (continua a leggere)


L’economista Lusardi: «Insegnare la finanza con l’educazione civica»

7 marzo 2021 - Il Sole 24Ore Davide Colombo

Insegnare economia nelle scuoleLa direttrice del Comitato Edufin: «La pandemia ci ha dimostrato che avere conoscenze di base di economia e finanza ci può aiutare a “navigare” più agevolmente nel mondo intorno a noi. Una crisi sanitaria che ha cambiato il nostro modo di vivere e lavorare non poteva non rivoluzionare anche le nostre scelte di consumo, risparmio e le abitudini di pagamento. Il salto per molti è stato traumatico, per altri è servito per capire quanto siano irreversibili certe trasformazioni e, soprattutto, perché questa pandemia ci ha confermato quanto sia importante una buona educazione economica e finanziaria. Abbiamo chiesto a Annamaria Lusardi, direttrice del Comitato per la programmazione e il coordinamento della attività di educazione finanziaria come valuta la situazione attuale. «La pandemia ci ha dimostrato che avere conoscenze di base di economia e finanza ci può aiutare a “navigare” più agevolmente nel mondo intorno a noi, in particolare nei momenti di difficoltà. Per citare solo tre esempi: per prima cosa, abbiamo capito che conoscere l’abc della finanza ci aiuta non solo a trovare le informazioni di cui abbiamo bisogno, ma anche a filtrarle, a contenstualizzarle e quindi ad utilizzarle al meglio. In quest’ultimo anno, i governi e il settore privato hanno fornito informazioni e sostegni economici per affrontare la pandemia, ed è stato importante conoscerli per poterne usufruire in modo appropriato. Secondo, in una pandemia è ... (continua a leggere)


27 novembre 2020 - HuffPost

A pochi passi dalla ‘vita vera’ eppure ancora troppo impreparati ed esposti ai pericoli. Sono i nostri ventenni quando si trovano a dover gestire i propri soldi e, di conseguenza, a doversi difendere da raggiri, frodi e incidenti di percorso che, complice la loro presenza costante in Rete, sono costantemente in agguato. Basti pensare che, in media, solo la metà di loro padroneggia le nozioni più elementari su risparmio, interessi, potere d’acquisto della moneta. E nonostante siano nativi digitali, una quota simile – 1 su 2 – confessa di aver subito almeno una volta una truffa online o un furto d’identità e la cosa peggiore è che il 90% ammette che poteva evitarlo, se avesse adottato le giuste precauzioni.  (continua a leggere)

7 novembre 2020 - IlSole 24Ore - Marco lo Conte

Si è chiusa la terza edizione del Mese dell’Educazione finanziaria: record di 617 eventi per buona parte in webinar

La parola chiave è nonostante: nonostante il coronavirus spinga ad occuparsi dell’emergenza, è stata ampia la partecipazione ai numerosi eventi organizzati nell’ambito del Mese dell’Educazione finanziaria di ottobre, conclusasi con la postilla della prima settimana di novembre, sotto l’egida del Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria. Un’edizione “in salita”, vista l’inevitabile attenzione mediatica per le vicende della diffusione del virus e dei suoi effetti per l’economia e la società. Ma che - nonostantre il distanziamento sociale, non ha mancato di attrarre interesse. Anzi, il digitale ha consentito l’organizzazione di un numero di eventi superiore a wuerello degli anni precedenti, 617 contro i 602 dello scorso anno e di 350 della prima edizione del Mese. (continua a leggere)

20 ott 2020- HuffPost - Maria Elena Capitanio

A dirlo è una indagine realizzata da Ocse e ripresa da The European House Ambrosetti. "Bisogna portare l'educazione finanziaria nelle scuole".
In Italia gli adulti con competenze finanziarie sono solo il 37% e in questo modo il nostro Paese è agli ultimi posti tra le nazioni OCSE per l’educazione sulle finanze personali. Ci superano Regno Unito (67%), Germania (66%), Paesi Bassi (66%), Francia (52%), Spagna (49%) e altri. Danimarca e Svezia sono prime in classifica, entrambe con il 71% di maggiorenni ‘finanziariamente educati’ (dati relativi al 2018). A dirlo è una indagine realizzata da OCSE e ripresa da The European House Ambrosetti in occasione del mese dell’educazione finanziaria, che è appunto il mese in corso. “La survey – spiegano ad HuffPost – è stata fatta ponendo delle domande specifiche su alcuni temi bancari della quotidianità, come può essere fare un bonifico, fare un versamento, fare un’operazione con l’online banking”. (continua a leggere)