Con la locuzione contrasto di interessi ci si riferisce ad alcuni metodi, intesi a combattere l'evasione fiscale, basati, per l'appunto, sull'instaurazione di un contrasto tra l'interesse di chi vende e di chi compra beni o servizi. Di metodi per raggiungere questo scopo ne sono stati concepiti diversi, ma comunemente la locuzione fa riferimento alla possibilità per l'acquirente di “scaricare”, ovvero portare in detrazione fiscale, le spese sostenute e debitamente documentate. Si tratta di un tema molto popolare, riproposto di frequente sui diversi media sia dal pubblico che da personaggi autorevoli. In Italia vi è anche l'opinione diffusa che tale metodo sia alla base del sistema fiscale statunitense, dove, secondo la vulgata corrente, sarebbe possibile, all'atto della denuncia dei redditi, portare in detrazione tutte (o quasi) le spese sostenute, mentre questo non corrisponde al vero. Questa popolarità non sembra scalfita dalle analisi critiche di Maria Cecilia Guerra e Alberto Zanardi, che evidenziano la sostanziale inefficacia del metodo nel raggiungere il suo obbiettivo, ovvero battere l'evasione fiscale.  (continua a leggere oppure scarica il apporto completo Guerra/Zanardi) 

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