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12 Indicatori per capire il mondo

12 Indicatori per capire il mondo

da | 15 Feb 2022 | acqua, ambiente, clima, OWD, popolazione

12 Indicatori per capire il mondo

12 Indicatori per capire il mondo. Noi viviamo immersi nella complessità, spesso senza rendercene conto, la complessità è più vecchia degli uomini, solo che, prima della loro comparsa, nessuno ovviamente, se ne accorgeva. L’infinitamente grande e l’infinitamente piccolo sono materia di complessità, il rapporto tra la velocità della luce e il tempo, la curvatura dello spazio, le onde gravitazionali, ma anche il volo degli stormi, e potremmo continuare all'infinito.

Nel linguaggio di ogni giorno noi usiamo con disinvoltura i termini complicato e complesso come sinonimi, mentre nel rigore delle scienze non lo sono per niente. Qualcuno per esemplificare la differenza tra i due significati disse che il gioco di carte Whist è complesso, mentre il Bridge è solo complicato; oppure che il gioco della Dama (scacchiera e pedine) è complesso, mentre il gioco degli Scacchi è complicato. Edgar Allan Poe, nelle pagine introduttive dei Delitti della Rue Morgue tenta a fatica di fare questa distinzione, affermando che «le facoltà superiori dell'intelletto riflessivo vengono messe alla prova più decisamente e con maggiore utilità dal più modesto gioco della dama che dall'elaborata vacuità degli scacchi». Forse questi confronti sono (per qualcuno) affascinanti, ma ritengo che non spieghino un granché, o almeno io non ho mai capito bene cosa volessero significare.

Un sistema complicato è, alla lettera, un sistema con molte pieghe e le pieghe si possono togliere, o, in altri termini, un sistema complicato può essere spiegato e, quindi, compreso.

I sistemi complessi sono causati da reti di interazioni multiple che non possono essere distinte individualmente; devono essere trattati come interi sistemi, cioè non possono essere affrontati in modo frammentario, non si possono scindere in categorie di problemi per affrontarli; sono tali che piccoli input creano effetti sproporzionati; i problemi che presentano non possono essere risolti una volta per sempre, ma è richiesta una gestione sistematica e in genere qualsiasi intervento genera ulteriori problemi. I sistemi complessi non posso essere interamente controllati - il meglio che si può fare è influenzarli, imparare a "ballare con loro", come afferma Donella Meadows, o in altri termine con la complessità bisogna convivere e rinunciare a capirla fino in fondo

Per chi volesse approfondire esistono in rete, e non solo, molti lavori; Civitas vi consiglia la lettura di "A Note on the Difference Between Complicated and Complex Social Systems" di Roberto Pioli dell’Università di Trento. (scarica il pdf)

Che cosa sono i 12 indicatori per capire il mondo

Vorremmo comunque tranquillizzare gli eventuali lettori dicendo loro questo articolo vola un po’ meno alto, e si limita a presentare 12 indicatori (le Key Metric degli anglosassoni) che ci permettono di avere un’idea più concreta del mondo in cui viviamo; lo faremo utilizzando alcune delle molte mappe concettuali che il portale Our World in Data, gestito dall’Università di Oxford, rende disponibili in licenza Creative Commons.

I molti grafici presenti nel portale inglese - ora più di 3000 - variano su molti argomenti, ognuno dei quali rappresenta una tessera di un puzzle che fornisce una prospettiva sullo stato del mondo e su come fare progressi nei confronti dei problemi che si devono affrontare.

I fenomeni che verranno osservati, attraverso i 12 indicatori, sono in genere una misura dello stato di salute del pianeta, e più spesso sono una misura delle (profonde) disuguaglianze che caratterizzano il nostro mondo. Affronteremo temi che diversi che vanno dalla povertà assoluta, alla popolazione del pianeta e ai fattori che ne influenzano la crescita (o la decrescia), quali il tasso di fertilità e quello di mortalità infantile, ci occuperemo delle condizioni di vita legate alla disponibilità di acqua potabile e di servizi igienici sanificati,  affronteremo il tema della scolarizzazione, dell'accesso alle fonti di energia (pulita) e dell'utilizzo che se ne fa per scaldare e cucinare, fino ad arrivare alle emissioni di CO2.

Le tavole a volte riporteranno i valori assoluti di un dato fenomeno mentre in altri casi ne riporteranno il valore in percentuale o quello pro capite; probabilmente sono quest’ultime le rappresentazioni più importanti. Proviamo a spiegarlo con un esempio, ponendo l'attenzione sull’emissione di CO2 nell'atmosfera, quel fenomeno che viene indicato come una delle principali cause del surriscaldamento del pianeta. 

Ogni anno vengono emesse nella nostra atmosfera circa 33 miliardi di tonnellate (Gton) di gas serra e circa il 50% di questo fenomeno a attribuibile a tre nazioni Cina (9,1 GT), USA (5,5 GT) e India (2,2 GT), da questi dati arriveremmo alla conclusione che la Cina è il principale responsabile del surriscaldamento terrestre, e per certi versi è vero. Se però poniamo l’attenzione sulla produzione pro-capite troveremo che un americano  produce mediamente 17 tonnellate/anno di CO2, un cinese 6,5 e un indiano 1,6. Alla luce di questi dati, chi è il vero colpevole?

Se poi osserviamo il fenomeno dal punto di vista temporale, e misuriamo la produzione complessiva di CO2 troviamo che negli anni abbiamo emesso in atmosfera circa 1600 miliardi di tonnellate di CO2  e, nella classifica globale, gli Stati Uniti e l'Europa Occidentale sono superiori alla Cina e di gran lunga all’India. Probabilmente i giudizi morali emessi nei confronti dei paesi (oggi) maggiormente inquinanti sono un po’ sospetti e ambigui: quando diciamo ad un indiano che deve abbassare decisamente la quota di carbone utilizzata nei processi industriali corriamo il serio rischio di sentirci dire: magari adesso è il nostro turno.

12 Indicatori per capire il mondoper saperne di più leggi, su Civitas, l'articolo Quanto inquina Internet

12 Indicatori per capire il mondo

vi segnaliamo un'altra raccolta prodotta da Neodemos che fornisce alcune viste di insieme utili alla comprensione del mondo in cui viviamo Geo-demografia 2021 - 19 scritti per meglio comprendere il mondo  12 Indicatori per capire il mondovai al sito      12 Indicatori per capire il mondo scarica il PDF

Le mappe concettuali

Che cosa sia una mappa concettuale o una mappa tematica è ormai noto e i lettori di Civitas ne hanno avuto abbondanti esempi nei nostri articoli. In sintesi, ogni tavola ha in genere due principali sezioni di visualizzazione: quella MAP dove ad ogni paese viene assegnato una tonalità di colore che rappresenta visivamente l’entità del fenomeno osservato, l’altra, detta CHART rappresenta lo stesso fenomeno in un diagramma cartesiano dove sulle ordinate (asse y) c’è il valore del fenomeno osservato e su quello delle ascisse una variabile indipendente, che può essere il tempo, o altri ancora.

se non conosci i grafici di Our World in Data vedi l'articolo che spiega le modalità di utilizzo

12 Indicatori per capire il mondo

Si possono personalizzare le mappe?

Nei diagrammi di tipo MAP compaiono tutti i paesi (quasi 200), e la relativa area è colorata con un colore e un tono che ricorda l'entità del fenomeno indagato. In quelli di tipo CHART la situazione è diversa, perché il fenomeno non  è più descritto con un tono di colore ma con una linea che descrive l'andamento del fenomeno (quasi sempre nel tempo). E' ovvio che non si possono tracciare quasi 200 linee, perché non si capirebbe più niente.

I  diagrammi copiati da OUR WORLD IN DATA presentano una scelta degli stati da rappresentare, la scelta è stata fatta dai proprietari del portale ed è  variabile a seconda del fenomeno. Civitas ha utilizzato l'opportunità, resa disponibile dal comando add country, per scegliere il numero dei paesi da riportare nella CHART: di norma compaio i principali 3 paesi della UE27 (Germania, Francia e Italia), il Regno Unito e la Russia, per il continente americano compaiono sempre gli Stati Uniti, qualche volta il Canada e il Brasile. Per quanto riguarda l'Africa, la scelta di Civitas è caduta sui paesi più popolosi (Nigeria, Etiopia, Egitto e qualche volta Sud Africa); infine per l'Asia compaiono sempre India e Cina.

ma un utente le può personalizzare?

Sì, il comando add country è sempre disponibile per tutti coloro che consultano Civitas, e quindi un utente può personalizzare la vista, ma non può renderla permanente; in altri termini, l'utente A non vedrà le personalizzazioni apportante dall'utente B, e quest'ultimo, quando si collegherà nuovamente, non troverà le proprie personalizzazioni.

1. Povertà estrema

Porre fine alla povertà globale è sicuramente uno dei problemi più urgenti del mondo. Lasciarsi alle spalle la povertà peggiore è fondamentale per molti degli altri aspetti dello sviluppo di cui ci occupiamo - che vanno dalla fame e dalla malnutrizione, alla salute, all'istruzione e all'accesso alle risorse di base. La povertà estrema - in effetti una linea di povertà molto estrema - è definita dalla "linea di povertà internazionale", che è vivere con meno di 1,90 dollari al giorno. Questa linea è stabilita dalle Nazioni Unite e le stime sono disponibili per la maggior parte dei paesi del mondo. In queste misurazioni gli statistici aggiustano i conti tenendo conto dell'inflazione e delle differenze di prezzo tra i paesi (aggiustamento PPP).

Il 29 agosto 2021 un senatore della repubblica italiana ha scritto su Facebook che l’Italia deve accogliere «chi fugge dalla guerra» e non i «migranti economici», dal momento che il nostro Paese non è il «Bengodi». A sostegno della sua tesi, ha anche aggiunto che, in base alle stime della Banca Mondiale, le persone in condizioni di povertà assoluta sono oltre 5 miliardi» in tutto il mondo. «Esiste una legge fisica, prima ancora che politica, economica e di buon senso, che impone all’Italia di fare i conti con il reale e sconsiglia un approccio lacrimevole al problema che si sta trasformando in un autentico dramma nazionale», ha scritto il senatore. Al di là della legittima posizione politica, il senatore in questione sbaglia di parecchio nel citare il dato sui poveri nel mondo. Le recenti stime della Banca Mondiale portano ad una cifra molto diversa: 750 milioni, e quindi la cifra (stimata) dal senatore è circa 7 volte superiore ai dati forniti dalla Banca Mondiale

AGI - 13 aprile 2022. Con guerra e Covid ci saranno nel mondo 263 milioni di poveri estremi in più
Petrelli (Oxfam Italia): “Sebbene la crisi stia impattando in tutte le nazioni, ancora una volta sono i Paesi in via di sviluppo a pagare il conto più salato”.

Sono 263 milioni le persone che potrebbero ritrovarsi in condizione di povertà estrema quest’anno, per l’effetto combinato della crisi Covid, di una ripresa non inclusiva e dell’aumento dei prezzi dei generi alimentari, causato dal conflitto in Ucraina. Attenzione: 263 milioni di persone in più, rispetto al calcolo precedente all'invasione russa dell'Ucraina.

Calcolo effettuato dalla ong Oxfam, con il rapporto “Dalla crisi alla catastrofe”, pubblicato oggi, alla vigilia degli Spring Meetings della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale, in programma a Washington dal 18 al 24 aprile.

Complessivamente, ben 860 milioni di persone si ritroverebbero costrette a sopravvivere con meno di 1,90 (*) dollari al giorno e 827 milioni soffrirebbero la fame. (continua a leggere)

(*) nel mese di settembre del 2022 la Banca Mondiale ha portato la soglia da 1,90 $ a 2,15 $ (leggi di più)

Le tavole riportate mostrano la percentuale di persone che vive in estrema povertà negli ultimi decenni. Questo fornisce le stime più aggiornate della povertà estrema dalla Banca Mondiale. Puoi trovare le stime della povertà estrema globale negli ultimi secoli in questo articolo.

La linea di povertà internazionale è molto bassa - ben al di sotto di ciò che sarebbe necessario per vivere una vita sana e confortevole. Nel grafico seguente mostriamo anche i dati sulla quota (o puoi passare ai numeri assoluti usando la casella di controllo 'Relative') della popolazione che vive sopra o sotto le linee di povertà più alte.

Quota di popolazione in condizioni di povertà estrema, 2019
La quota di individui che vivono al di sotto della "linea di povertà internazionale" di 1,90 dollari internazionali al giorno.

Distribuzione della popolazione tra diverse soglie di povertà, Mondo, dal 1981 al 2017
Le soglie di povertà sono tutte in "dollari internazionali" a prezzi PPP costanti del 2011. Ciò significa che tutte le cifre tengono conto delle differenze tra i paesi nel livello dei prezzi e dell'inflazione.

2. PIL pro capite

Far uscire le persone dalla povertà - non solo rispetto alla linea di povertà più estrema, ma rispetto a soglie più alte - si basa sulla crescita economica in tutto il mondo. Per la maggior parte della storia umana, i nostri antenati sono stati bloccati in un mondo di scarsa salute, fame e scarso accesso all'istruzione formale. La crescita economica - in particolare negli ultimi secoli - ha permesso ad una parte della popolazione mondiale di uscire da queste condizioni.

La prosperità economica si misura come prodotto interno lordo (PIL) pro capite. Proprio come la misura della povertà di cui sopra, questa metrica è aggiustata per le variazioni dei prezzi nel tempo e le differenze di prezzo tra i paesi - è misurata in dollari internazionali a prezzi del 2011. La tabella mostra sia il set di dati di Our World in Data a lungo termine (risalente all'anno 1, che si estende al 2016) sul PIL pro capite dal Maddison Project Database; sia la Banca Mondiale su cui ci si basa quando il focus è sullo sviluppo negli ultimi tre decenni.

PIL pro capite, 2018
PIL pro capite aggiustato per le variazioni dei prezzi nel tempo (inflazione) e le differenze di prezzo tra i paesi -.è misurato in dollari internazionali a prezzi 2011

PIL pro capite, 2020
Misurato in dollari internazionali costanti

3. Popolazione

Uno dei portali con cui Civitas collabora maggiormente è Neodemos l’autorevole portale di demografia fondato da Massimo Livi Bacci e da altri, Nel nostro portale compaiono articoli desunti da questo e in Home Page ospitiamo il loro demometro: un modello matematico che permette di valutare la popolazione in quasi tutti i paesi; di questo noi usiamo il valore globale del pianeta, quello del nostro paese, per il quale oltre al valore complessivo, riportiamo anche quello relativo ad alcune classi di età.

Mercoledì 19 gennaio, alle 15, la popolazione mondiale ha toccato gli 8 miliardi. Lo dice il demometro di Neodemos. Ovviamente, i responsabili dell’ufficio statistico delle Nazioni Unite potrebbero replicare che “la notizia è vera, ma prematura”, come disse George Bernard Shaw a chi gli chiedeva di commentare la notizia della sua morte, apparsa sui giornali. E infatti, per le Nazioni Unite, gli 8 miliardi saranno toccati solo all’inizio del 2023, e allora si terranno, come d’uso, festeggiamenti e conferenze stampa, si raccoglieranno dichiarazioni di esperti e retori, si faranno foto dell’immaginario infante la cui nascita ha spinto l’umanità oltre tale fatidico traguardo.

Neodemos però non festeggia, e non festeggerà. Non perché sia in errore, ma perché il suo demometro è solo simbolico, e serve a ricordarci che il pianeta continua ad affollarsi, anche se a ritmo più lento. Nessuno può sapere con esattezza l’ammontare della popolazione, il cui valore reale è compreso, presumibilmente, in una forchetta di più o meno 100 milioni rispetto alle stime. Quindi Neodemos potrebbe anche aver ragione: “nessuno è perfetto”, nemmeno le Nazioni Unite!

Popolazione - Neodemos

MONDO:

ITALIA:

Giovani (0-19 anni):

Anziani (60+ anni)

4. Mortalità infantile

Uno dei migliori indicatori di come sta andando un paese è la possibilità che un neonato sopravviva all'infanzia. Quanto le società siano in grado di proteggere i loro bambini dalla morte è un punto di riferimento cruciale, che riflette molti aspetti dello sviluppo: assistenza sanitaria, nutrizione, salute materna, prevenzione e cura delle malattie. Possiamo pensare alla mortalità infantile in un certo senso come a un indicatore aggregato delle condizioni di vita di un paese.

La mortalità infantile è misurata come la percentuale di neonati che muoiono prima di raggiungere l'età di cinque anni.

Nelle visualizzazioni che seguono presentiamo i nostri set di dati a lungo e a breve termine sulla mortalità infantile nel mondo. Le stime a lungo termine provengono da una combinazione di Gapminder e dai dati dell'UN Inter-agency Group for Child Mortality Estimation (UN IGME).

In questo set di dati mostriamo solo dati supportati da stime pubblicate all'interno della letteratura accademica o dall'UN Inter-agency Group for Child Mortality Estimation. Gapminder pubblica anche stime a lungo termine per tutti i paesi - ma sottolinea che queste stime hanno un'elevata incertezza.

Mortalità Infantile tra il 1800 e il 2016
Viene mostrata la percentuale di bambini (nati vivi) che muoiono prima dei cinque anni

Tasso di mortalità infanti 2019

5. Tasso di fertilità

Il tasso di fertilità - il numero medio di figli per donna - è un importante indicatore di sviluppo, non solo per il suo impatto sulla popolazione e la demografia, ma anche come misura vicina ad altri aspetti del progresso come l'istruzione, l'accesso alla pianificazione familiare e alla contraccezione, e la mortalità infantile.

La seguente visualizzazione mostra il set di dati a lungo termine sui tassi di fertilità basati sulle stime pubblicate dalla Divisione Popolazione delle Nazioni Unite e sulle stime storiche che Gapminder ha assemblato. Queste stime storiche risalgono all'anno 1541 per alcuni paesi.

In questo set di dati mostriamo solo i dati supportati da stime pubblicate nella letteratura accademica o dalla Divisione Popolazione delle Nazioni Unite. Gapminder pubblica anche stime a lungo termine per tutti i paesi - ma sottolinea che queste stime hanno un'alta incertezza.

Bambini nati per donna, 2019
Viene mostrato il "Tasso di fertilità totale" che misura il numero di bambini che nascerebbero per una donna se questa dovesse vivere fino alla fine dei suoi anni fertili e avere figli secondo i tassi di fertilità specifici per età dell'anno specifico

6. Aspettativa di vita

L'aspettativa di vita è una delle metriche più indicative per valutare i nostri progressi nel miglioramento della salute nel mondo. Non riflette solo l'aumento della longevità e della durata massima della vita, ma è anche un forte riflesso della salute e della mortalità infantile. Le stime a lungo termine dell'aspettativa di vita nel mondo sono mostrate nella visualizzazione qui sotto. Per i paesi in cui le registrazioni storiche sono molto più facilmente disponibili - come il Regno Unito - le stime possono estendersi fino al 1543 - clicca sul Regno Unito per vedere questa prospettiva a lungo termine. Le stime globali e regionali si estendono fino all'anno 1770.

Questo set di dati è basato su una combinazione di dati dal progetto Clio Infra, dalla Divisione Popolazione delle Nazioni Unite, e dalle stime globali e per le regioni del mondo di James Riley (2005)

7. Fame e denutrizione

La fame è stata un grave problema dell'umanità durante la maggior parte della nostra storia. Coltivare abbastanza cibo per sfamare la propria famiglia era una lotta costante della vita quotidiana. Malnutrizione e carestie erano comuni in tutto il mondo.

I dati provengono dall'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO).

La fame - spesso indicata anche come denutrizione - è definita come l'assunzione di calorie (cioè di energia) al di sotto del fabbisogno minimo di un individuo per condurre una vita sana. Il fabbisogno energetico varia naturalmente a seconda del sesso, del peso, dell'altezza e dei livelli di attività di una persona, e questo viene preso in considerazione nelle stime nazionali e globali. Avere abbastanza cibo da mangiare in termini energetici non è l'unico requisito per una buona nutrizione e salute. Anche la qualità e la diversità delle diete in termini di assunzione di proteine e micronutrienti è importante.

Quota di persone che sono sottonutrite, 2016
La quota stimata della popolazione che è sottonutrita (che, cioè, ha un apporto energetico inferiore ai requisiti minimi).

8. Istruzione: anni di scolarizzazione e alfabetizzazione

L'istruzione è stata uno dei più importanti motori e risultati dello sviluppo globale. La fornitura di istruzione è ora considerata in molte parti del mondo come un diritto fondamentale - con la pressione sui governi per garantire un'istruzione di alta qualità per tutti.

Ci sono molte metriche che si possono usare per valutare l'accesso, la qualità e i risultati dell'istruzione. In questa lista delle metriche più importanti includiamo due indicatori che comprendono: uno come input educativo (il tempo in cui gli adulti sopra i 25 anni sono stati nell'istruzione formale), e una variabile di output (i tassi di alfabetizzazione). Le visualizzazioni sottostanti presentano queste metriche nel lungo periodo:

Gli anni medi di scolarizzazione stimano il numero medio di anni di scolarizzazione totale che gli adulti di 25 anni e più hanno ricevuto. Questi dati risalgono all'anno 1870 e si basano sulla combinazione dei dati di Lee e Lee (2016); Barro-Lee (2018); e il programma di sviluppo delle Nazioni Unite.

Il tasso di alfabetizzazione misura la quota della popolazione di età superiore ai 14 anni che sa leggere e scrivere. Si basa sulla combinazione di fonti della Banca Mondiale, CIA Factbook e altre fonti accademiche.

Anni medi di scolarizzazione, 2017
Numero medio di anni in cui la popolazione con più di 25 anni ha partecipato all'istruzione formale

Tasso di alfabetizzazione, 2015
Le stime corrispondono alla quota della popolazione di più di 14 anni che sa leggere e scrivere.

9. Accesso a fonti d'acqua e servizi igienico-sanitari sanificati

L'accesso all'acqua pulita e ai servizi igienici è un bisogno ed un diritto umano fondamentale. L'acqua non sicura e i servizi igienici scadenti sono i principali fattori di rischio di morte, soprattutto nei paesi a basso reddito. Questo è particolarmente vero per i bambini: circa un milione di morti infantili all'anno sono attribuiti ad acqua non sicura, servizi igienici e scarsa igiene.

Nelle visualizzazioni qui sotto presentiamo i set di dati sulla percentuale di popolazioni di tutto il mondo che hanno accesso ad acqua potabile e strutture igienico-sanitarie sanificate. Una fonte d'acqua potabile sanificata è definita come l'acqua canalizzata sul posto (connessione all'acqua domestica canalizzata situata all'interno dell'abitazione, dell'appezzamento o del cortile dell'utente), o altre fonti d'acqua potabile migliorate (rubinetti o tubi pubblici, pozzi tubolari o trivellazioni, pozzi scavati protetti, sorgenti protette e raccolta di acqua piovana). I servizi igienici sanificati includono lo sciacquone (alla rete fognaria, alla fossa settica, alla latrina di fossa), la latrina ventilata migliorata (VIP), la latrina di fossa con lastra, e la toilette a compostaggio.

Un avvertimento a queste definizioni è che rendono molto più probabile che la fonte sia pulita e sicura, ma non lo garantiscono. Sono state sviluppate altre metriche che mirano a valutare più direttamente la disponibilità di acqua pulita e di servizi igienici sicuri. Queste metriche sono la base di due obiettivi di sviluppo sostenibile, e Our World In Data presenta questi dati nel suo SDG-Tracker (per l'acqua vedi, e i servizi igienici vedi).

Purtroppo, ci sono ancora grandi lacune nella disponibilità di dati per queste metriche dirette per l'acqua pulita e i servizi igienici sicuri in tutto il mondo - molti paesi non hanno stime attualmente disponibili. Per questo motivo, continuiamo a presentare i dati sulle fonti d'acqua sanificate e sui servizi igienici per fornire un quadro globale completo. Una volta che saranno disponibili dati molto più ampi sull'acqua potabile e i servizi igienico-sanitari, verranno adottati come metrica principale.

La mancanza di acqua pulita uccide 1,4 milioni di persone ogni anno

5 agosto 2023 - HuffPost - Roberto AntoniniNon dovremmo dare per scontati rubinetti e docce: possono fare la differenza tra salute e malattia, tra l’avere un’istruzione e non averla, tra vita e morte. A noi abitanti del Nord del mondo abituati a tirare sciacquoni caricati ad acqua potabile –potabilizzata con dispendio di energia – può non sembrare un elemento così cruciale, ma Oms e Unicef ci riportano con i piedi per terra. La disponibilità di acqua e servizi igienici adeguati impatta sulla qualità della vita di quasi 3 miliardi e mezzo di persone – poco meno della metà degli abitanti della Terra – e aggrava il divario di genere, esponendo bambine e donne ad aggressioni e riducendo le loro possibilità di ricevere un’istruzione. A fare il punto è il rapporto Progress on household drinking water, sanitation and hygiene (WASH) 2000-2022: Special focus on gender di Unicef e Oms.. Circa 2,2 miliardi di persone – più di 1 su 4 – non hanno acqua potabile gestita in modo sicuro a casa e 3,4 miliardi di persone non hanno impianti igienici gestiti in modo sicuro. E allora ... (continua a leggere)
scarica documento WASH  -   vai al sito

Percentuale di popolazione che ha accesso all’acqua potabile

Percentuale di popolazione che ha accesso a servizi sanitari bonificati

10. Accesso all’energia

L'accesso all'energia è un aspetto critico dello sviluppo globale. È enormemente importante per migliorare le condizioni di vita: attraverso la liberazione di tempo dalle faccende domestiche (per esempio, lavare i vestiti o cucinare); una maggiore produttività; una migliore assistenza sanitaria; e connessioni digitali alle reti locali e globali. Passando alla vista Chart si vede che la percentuale della popolazione globale che ha accesso all'elettricità è aumentata da x a y per cento nell'ultima generazione.

La mancanza di accesso a combustibili puliti per cucinare è uno dei problemi di salute ambientale più pressanti: si stima che 1,6 milioni di persone muoiano ogni anno a causa dell'inquinamento atmosferico domestico perché non hanno accesso a combustibili puliti per cucinare e riscaldare. In particolare, in Africa e in alcune parti dell'Asia...

L'accesso all'energia di base è misurato attraverso due indicatori: l'accesso all'elettricità e ai combustibili puliti per cucinare. Le visualizzazioni qui sotto mostrano i dati su queste due metriche in tutto il mondo.

Accesso all'elettricità, 2019
Quota della popolazione con accesso all'elettricità. La definizione utilizzata nelle statistiche internazionali adotta una soglia molto bassa per ciò che significa "avere accesso all'elettricità". È definito come avere una fonte di elettricità che può fornire un'illuminazione di base, caricare un telefono o alimentare una radio per 4 ore al giorno

Quota della popolazione con accesso a combustibili puliti per cucinare, 2016
L'accesso a combustibili puliti o a tecnologie come i fornelli puliti riduce l'esposizione agli inquinanti dell'aria interna, una delle principali cause di morte nelle famiglie a basso reddito.

11. Uso dell'energia

Avere accesso all'elettricità e a combustibili puliti per cucinare e riscaldare  è un requisito fondamentale per avere energia sufficiente per vivere una vita produttiva e sana. Ma questo non ci dice molto sulla quantità di energia che le persone usano. Alcune famiglie possono avere accesso all'elettricità, ma possono permettersi di usarne poca. Questo potrebbe essere insufficiente a soddisfare i loro bisogni.

L'uso dell'energia (il consumo medio di energia pro capite) è quindi un'altra importante metrica da monitorare per capire lo sviluppo globale. La visualizzazione fornisce una copertura dell'uso di energia pro capite - da tutte le fonti, comprese le biomassa - in tutto il mondo. Il consumo totale di energia (e le fonti che compongono questo mix energetico) è anche importante per le preoccupazioni delle risorse e dell'ambiente.

Uso di energia per persona, 2019
L'uso dell'energia non include solo l'elettricità, ma anche altre aree di consumo, tra cui il trasporto, il riscaldamento e la cucina.

12. Emissioni di CO2

La crescita economica e il miglioramento degli standard di vita sono arrivati al costo del degrado ambientale. Uno dei compromessi chiave tra lo sviluppo umano e l'ambiente è l'aumento delle emissioni di anidride carbonica (CO2). Sappiamo che quando le persone diventano più ricche, le loro emissioni di CO2 tendono ad aumentare. Le emissioni di CO2 sono aumentate rapidamente negli ultimi decenni; globalmente ora emettiamo più di 36 miliardi di tonnellate ogni anno.

Ci sono molti indicatori che possiamo usare per guardare le emissioni di CO2 in tutto il mondo: cumulativi, annuali, pro capite, basati sulla produzione o sul consumo, intensità di carbonio, settoriali o emissioni incorporate nel commercio. I due set di dati principali che presentiamo sono le emissioni di CO2 pro capite basate sulla produzione. Questi dati provengono dal Global Carbon Project e dal Carbon Dioxide Information Analysis Centre (CDIAC), con la popolazione da Gapminder e dalla Population Division delle Nazioni Unite usata per calcolare le cifre pro capite.

12 Indicatori per capire il mondopotete anche leggere su Civitas Quanto inquina Internet

Emissioni pro capite di CO₂, 2020
Emissioni di anidride carbonica (CO₂) derivanti dalla combustione di combustibili fossili per la produzione di energia e cemento. Il cambiamento dell'uso del suolo è non è incluso.