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Cambiamento Climatico sulla stampa italiana

Cambiamento Climatico sulla stampa italiana

da | 10 Mar 2021 | ambiente, clima, rassegna stampa

aggiornamenti
ott 2021

Cambiamento Climatico sulla stampa italiana. Di seguito alcuni articoli apparsi sulla stampa italiana on line sul tema del cambiamento climatico; per ognuno viene riportato un breve riassunto e il link al sito del giornale per poter leggere la versione integrale dell'articolo.

 

Sebastião Salgado ci svela i segeti della foresta amazzonica

La foresta amazzonica è il più grande polmone del nostro pianeta, ma il premier del Brasile, Jair Bolsonaro, è il principale responsabile della deforestazione dell’Amazzonia e rischia di finire sul banco degli imputati per ecocidio. Il presidente del Brasile e la sua gestione disastrosa della più grande foresta pluviale del mondo potrebbero finire sotto la lente della Corte Penale Internazionale (vedi su Civitas), il tribunale con sede all’Aia competente per casi di genocidio, crimini di guerra e crimini contro l’umanità.

Per sei anni Sebastião Salgado ha viaggiato nell’Amazzonia brasiliana, fotografando la foresta, i fiumi, le montagne e le persone che vi abitano. La mostra, in anteprima in Italia, con più di 200 opere ci immerge nell’universo della foresta mettendo insieme le impressionanti fotografie di Salgado con i suoni concreti della foresta. Il fruscio degli alberi, le grida degli animali, il canto degli uccelli o il fragore delle acque che scendono dalla cima delle montagne, raccolti in loco, compongono un paesaggio sonoro, creato da Jean-Michel Jarre.

La mostra, tenutasi al MAXXI di Roma (vedi sul siti del MAXXI), ha messo in evidenza la fragilità di questo ecosistema, mostrando che nelle aree protette dove vivono le comunità indiane, guardiani ancestrali, la foresta non ha subito quasi alcun danno e ci invita a vedere, ascoltare e a riflettere sulla situazione ecologica e la relazione che gli uomini hanno oggi con essa. Di sotto una delle foto più emozionanti: lo sciamano che parla con gli spiriti della foresta.

Cambiamento Climatico sulla stampa italiana

Transizione ecologica urgente per 8 italiani su 10, ma all'auto non rinunciano

Stare fermi mentre la crisi climatica avanza è il vero rischio. Per 3 persone su 4 la transizione ecologica è un cambiamento necessario e urgente per fermare la crisi climatica e il degrado dell’ambiente. Solo per il 18% non è prioritaria, e per il 6% si tratta di una moda alimentata dai media. È lo scenario disegnato dall’indagine Ipsos “Percezione, costi e benefici della transazione ecologica” che indaga sul livello di consapevolezza degli italiani nei confronti della transizione ecologica pilastro del Pnrr. Dalla ricerca, realizzata per conto della Fondazione per lo sviluppo sostenibile in vista degli Stati generali della Green economy, emerge una forte preoccupazione per l’aggravarsi dei rischi collegati alla crisi climatica. (continua a leggere)

 


Il clima preoccupa gli italiani più del Covid. Sondaggio IAI

Margherita Bianchi | IAI Istituto Affari InternazionaliL’emergenza climatica è percepita dagli italiani come la principale minaccia alla sicurezza del paese, un dato in crescita rispetto allo scorso anno. I cittadini ne sono preoccupati addirittura più che della pandemia. Interrogati sulle principali minacce, gli italiani mostrano di avere le idee chiare: l’89% degli italiani ritiene che l’emergenza climatica rappresenti la principale minaccia alla sicurezza nazionale, un dato in sensibile aumento rispetto al 2020, quando l’84% degli italiani la considerava tale. La gravità dell’emergenza climatica è inoltre sentita trasversalmente da giovanissimi e over 55, a sottolineare la crescente sensibilità sul tema in tutte le fasce della popolazione italiana. In ambito comparativo, l’emergenza climatica è considerata più importante anche della pandemia. Lo spettro di nuove epidemie globali hanno infatti ricevuto l’85% delle preferenze, collocandosi al secondo posto in graduatoria, seguite dagli attacchi cibernetici (70%) in terza posizione. (continua a leggere)

Cambiamento Climatico sulla stampa italianascarica il rapporto Gli italiani e l’emergenza climatica Autunno 2021

 


Clima, 86% italiani pronto a fare di più

Ipsos MORI | LinkedInGli italiani sono pronti a mettersi in gioco per difendere il pianeta. L'86% dei cittadini è disposto a fare di più per proteggere la natura e il clima. Il 79% ritiene infatti che la Terra si stia avvicinando a punti di non ritorno. E' quanto emerge dal sondaggio realizzato da Ipsos Mori per la Global commons alliance in 19 paesi del G20, sulla tutela del pianeta e la percezione dei rischi legati ai cambiamenti climatici. Nello specifico, la ricerca rileva che il 79% degli italiani ritiene che la Terra si sta avvicinando a punti di non ritorno, per colpa dell'uomo. Il 69% è preoccupato per le condizioni in cui versa la Terra. Solo il  31% pensa che se si continua così la natura sarà in grado di soddisfare i bisogni umani in futuro. Il 67% degli intervistati crede inoltre che i benefici della protezione della natura superino i costi. Uno su tre ritiene la mancanza di risorse finanziarie un limite. Solo il 6% degli italiani intervistati è ... (continua a leggere)

 


Rapporto Onu sul clima: "Il peggio deve ancora venire"

9 agosto 2021 - HuffPost

Il report sull'emergenza climatica. Livello dei mari mai cresciuto così in fretta, record concentrazione Co2. È un vero e proprio “codice rosso per l’umanità”, per usare le parole di Guterres, il rapporto sul clima del Gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico (Ipcc) delle Nazioni Unite, presentato oggi. “Il peggio deve ancora venire e a pagarne il prezzo saranno i nostri figli e nipoti, più che noi stessi”., si legge nell’introduzione. La ricetta per riportare il termometro in equilibrio consiste nel dimezzare le emissioni di gas serra entro il 2030 e portarle a uno zero netto entro il 2050. Se non si inverte la rotta, evidenziano gli scienziati, nel 2030 potremmo arrivare a 1,5 gradi e nel 2.100 fino a 4. Alla pubblicazione hanno lavorato 234 scienziati di 195 Paesi riuniti dal 26 luglio a porte chiuse e virtualmente per negoziare riga per riga, parola per parola, le previsioni degli esperti Onu sul clima che aggiornano le ultime stilate sette anni fa. Il tutto, mentre si susseguono disastri naturali in tutto il mondo, dalle inondazioni in Germania e Cina ai maxi incendi in Europa e Nord America. (continua a leggere)


Rapporto ONU sul clima: "codice rosso per l'umanità. conseguenze irreversibili"

9 agosto 2021 - RaiNews

Nel 2019, le concentrazioni atmosferiche di co2 erano le più alte degli ultimi 2 milioni di anni. Negli ultimi 50 anni la temperatura della Terra è cresciuta a una velocità che non ha uguali negli ultimi 2.000 anni. Nel 2019, le concentrazioni atmosferiche di co2 erano le più alte degli ultimi 2 milioni di anni e quelle dei principali gas serra (metano e biossido di azoto) le più elevate degli ultimi 800.000 anni; negli ultimi 50 anni la temperatura della Terra è cresciuta a una velocità che non ha uguali negli ultimi 2.000 anni; l'aumento medio del livello del mare è cresciuto a una velocità mai vista negli ultimi 3000 anni. Sono alcune delle indicazioni contenute nella prima delle tre parti, diffusa oggi, del sesto rapporto dell'Ipcc (il gruppo di scienziati esperti in cambiamento climatico) approvato dai 195 governi dell'Onu. Tutti i più importanti indicatori delle componenti del sistema climatico (atmosfera, oceani, ghiacci) stanno cambiando a una velocità mai osservata negli ultimi secoli e millenni, affermano gli scienziati - tra i quali tre ricercatori italiani dell'Istituto di scienze dell'atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche - ricordando che le emissioni antropiche hanno raggiunto nel 2019 concentrazioni di 410 parti per milione per la co2 e 1.866 parti per miliardo per il metano. (continua a leggere)


Clima: l’Ue ridurrà emissioni del 55% entro il 2030, neutralità climatica al 2050

21 aprile 2021 - IlSole24Ore 

Cambiamento Climatico sulla stampa italianaL'accordo dovrà ora essere definitivamente approvato dai Consiglio (Paesi membri) e dalla plenaria dell'Europarlamento. C'è l’accordo tra le istituzioni Ue sulla legge per il clima. L'intesa prevede neutralità climatica al 2050 e taglio delle emissioni al 2030 di almeno il 55% rispetto ai livelli del 1990. Il risultato del negoziato, durato tutta la notte, consente all'Ue di formalizzare il suo impegno rafforzato nell'ambito dell'Accordo di Parigi, alla vigilia del summit dei leader mondiali sul clima convocato da Joe Biden per il 22 e 23 aprile, al quale parteciperà anche il presidente cinese Xi Jinping. Gli obiettivi di riduzione delle emissioni restano quelli proposti dalla Commissione europea nel 2020 e avallati dai leader Ue lo scorso dicembre. Ma sul target 2030, come chiedeva l'Europarlamento, i negoziatori hanno introdotto un tetto (225 milioni di tonnellate) al contributo degli assorbimenti della CO2 da foreste e tecnologie.
Cambiamento Climatico sulla stampa italianaUn dettaglio che, secondo il presidente della commissione ambiente dell’Europarlamento Pascal Canfin, si traduce «in una riduzione effettiva del 57%». Il resto dovrà essere tutto sforzo di riduzione. La neutralità climatica al 2050, come stabilito dai leader Ue, resta invece un obiettivo collettivo dell'Unione e non per singolo Stato, come voleva l'Europarlamento. Altri elementi dell'accordo includono l'istituzione di un Comitato consultivo scientifico europeo indipendente sui cambiamenti climatici e un obiettivo climatico intermedio da raggiungere per il 2040. L'accordo dovrà ora essere definitivamente approvato dai Consiglio (Paesi membri) e dalla plenaria dell'Europarlamento. (continua a leggere)

2021 - Inquinamento e allevamenti bovini

Cambiamento Climatico sulla stampa italiana


Nutrire i bovini con alghe potrebbe ridurre le loro emissioni di metano dell'82%: lo studio

18 marzo 2021 - HuffPost

Nutrire le mucche con alghe può ridurre sensibilmente le emissioni di metano, anche dell’82%. È quanto emerge da uno studio condotto dall’Università della California, i cui risultati vengono riportati dal britannico Guardian. I ricercatori hanno condotto un’analisi sull’alimentazione tipica delle mucche da latte e da carne, notando come i classici mangimi (paglia, fieno, legumi e cerali) stimolino la produzione di gas intestinali per effetto di fermentazione. Così hanno deciso di provare a modificare la dieta dei bovini con l’introduzione dell’alga Asparagopsis taxiformis.  ... (continua a leggere)


L’insostenibile peso della carne da allevamento sulla Terra 

9 marzo 2021 - Il Fatto Quotidiano - Flavio Balocco

Uno studio commissionato dalla Lav alla società Demetra evidenzia tutte le problematicità legate al consumo di carne. Ecco, lo so, ci saranno quelli che alzeranno la mano e diranno “per forza, è la Lav e tira acqua al suo mulino”. Peccato che un organo super partes come la FAO abbia evidenziato già almeno quindici anni fa la insostenibilità di un’alimentazione carnivora. E lo ribadì in uno studio del 2010 in cui evidenziò che il settore lattiero-caseario incideva per circa il 4% sul totale di tutte le emissioni di gas serra antropogene, cioè causate dall’uomo. Allo studio della Lav dedica ampio risalto un articolo del Fatto Quotidiano, evidenziando gli aspetti salienti dello studio, peraltro ampiamente conosciuti da chi in questi anni abbia avuto voglia e tempo di ... (continua a leggere)


Le emissioni legate al ciclo di vita dei bovini inquinano come le più grandi centrali a carbone d’Europa

9 marzo 2021 - Il Fatto Quotidiano - Luisiana Gaita

Tra le undici categorie di impatto, pesano soprattutto quelle relative a cambiamenti climatici, acidificazione terrestre, formazione di particolato, eco-tossicità terrestre e occupazione di suolo. Sono stati utilizzati modelli scientifici accreditati che mettono in relazione una certa emissione di un inquinante all’impatto prodotto sull’ambiente e sull’uomo. La carne di bovino è quella con l’impatto ambientale che genera il maggior costo sulla società (stimato in 1,35 euro ogni 100 grammi), ma la categoria che pesa di più è la formazione di particolato, responsabile per il 28% del costo totale. A seguire, acidificazione (22%), consumo di suolo (19%) e cambiamenti climatici (14%). La formazione di particolato è anche tra le prime cause dei costi sociali della produzione delle altre carni: pari al 18% e al 15% del totale rispettivamente per la carne di maiale e di pollo. Per entrambe, però, al primo posto c’è l’eco-tossicità terrestre, che genera un costo per la società di 17 centesimi ogni 100 grammi di carne di maiale (34% del totale) e 24 centesimi ogni etto di carne di pollo (50%). Occupazione di suolo agricolo, acidificazione terrestre e cambiamenti climatici giocano un ruolo di primo piano anche nel costo per la società generato dalla produzione di carne di maiale e pollo, con percentuali che variano ... (continua a leggere)


Indagine Onu-Oxford, italiani primi per consapevolezza ambientale

Dic 2020 - Accordo sul clima a Bruxelles, emissioni ridotte del 55% entro il 2030

«L'Europa è leader nella lotta contro il cambiamento climatico. Abbiamo deciso di ridurre le nostre emissioni di gas serra di almeno il 55% entro il 2030», ha detto il presidente del Consiglio Charles Michel in un tweet nelle prime ore del mattino di venerdì 11 dicembre. Il target precedente prevedeva un calo delle emissioni nocive del 40%, sempre rispetto ai dati del 1990 e sempre entro il 2030.

Le resistenze polacche
A complicare la discussione è stata la Polonia, grande utilizzatrice di carbone. Secondo le informazioni raccolte qui a Bruxelles, il Paese ha dato battaglia fino all'ultimo per ottenere aggiustamenti nella corsa al raggiungimento del nuovo obiettivo. Varsavia ha difeso il principio secondo il quale il calcolo del target nazionale debba avvenire sulla base del prodotto interno lordo in modo che i paesi meno ricchi sarebbero chiamati a minori sforzi ambientali. (continua a leggere)

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Nov 2020 - Lettera di Fridays for Future al Governo

Lettera di Fridays for Future al Governo italiano: "Col Recovery Fund ci portate al 1920"

Cambiamento Climatico sulla stampa italianaI ragazzi del movimento ambientalista indicano all'esecutivo 7 punti da cui partire. “Finora i pacchetti di stimolo italiani sono stati pessimi dal punto di vista climatico: i peggiori in Europa, e tra i peggiori del G20. Il Next Generation EU (in Italia ci ostiniamo a chiamarlo Recovery Fund) delineerà i prossimi 70 anni: non può essere scritto solo da chi ora ha 70 anni. Ecco 7 punti che il governo deve includere. Fateci decidere sul nostro futuro!”. E’ con queste parole che inizia la lettera che i ragazzi di Fridays For Future Italia hanno indirizzato al Governo e al premier Giuseppe Conte. Nella missiva i giovani mettono in fila una serie di priorità che al momento l’esecutivo, al lavoro sulla stesura del Recovery Plan da inviare alla Commissione Europea, sembra aver dimenticato; i 7 punti trattati nella lettera: 1. energie rinnovabili, 2. i consumi energetici del patrimonio edilizio, 3. mobilità sostenibile, 4. riconversione industriale, 5. adattamento al clima dei territori, 6. sostegno alla ricerca pubblica e privata e 7. modello agricolo che non alteri il clima
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Nov 2020 - Corte Ue: l’Italia ha violato direttiva su qualità dell’aria

Nel nostro Paese “i valori limite applicabili alle concentrazioni di particelle PM10 sono stati superati in maniera sistematica e continuata tra il 2008 e il 2017”

L'Italia ha violato il diritto dell'Unione sulla qualità dell'aria ambiente. Lo ha stabilito la Corte d giustizia Ue aggiungendo che “i valori limite applicabili alle concentrazioni di particelle PM10 sono stati superati in maniera sistematica e continuata tra il 2008 e il 2017”. Il caso ha origine dalla decisione del 2014 della Commissione europea di avviare un procedimento per inadempimento nei confronti dell'Italia in ragione del superamento sistematico e continuato, in un certo numero di zone del territorio italiano, dei valori limite fissati per le particelle PM10 dalla direttiva «qualità dell'aria». (continua a leggere)


C'è rapporto tra polveri sottili e Covid. Intanto l'Ue condanna l'Italia

HuffPost - 10 novembre 2020
di Vittorio Cogliati Dezza (ex Presidente nazionale di Legambiente)

L’ultima conferma è arrivata poche ore fa. La Corte di giustizia europea ha stabilito che, tra il 2008 e il 2017, l’Italia ha violato in maniera sistematica e continuata i valori limite UE sull’inquinamento dell’aria e non ha adottato misure adeguate alla riduzione delle polveri sottili. Polveri che nel nostro Paese costano la vita ad almeno 60 mila persone ogni anno. È l’ennesima testimonianza del prezzo che stiamo pagando per il ritardo negli interventi di protezione della salute dei cittadini. Ma questo verdetto illumina anche un altro scenario: il costo smog si riflette anche sulla pandemia. C’è infatti una correlazione tra inquinamento atmosferico ... (continua a leggere)

Nov 2020 - Trasformazioni per affrontare le minacce globali

I programmi post-Covid rendono di pressante attualità il tema della progettualità e dei cambiamenti trasformazionali. Easac ha prodotto un rapporto. Sempre più spesso alcune organizzazioni internazionali parlano della necessità di cambiamenti trasformazionali nella organizzazione economica, politica e sociale per affrontare le minacce globali del cambiamento climatico, della perdita di biodiversità e della domanda crescente di produttività agricola. Minacce fortemente interconnesse per gli effetti che la prima ha sulle altre due e per la competizione che esiste fra le rispettive misure di mitigazione nell’utilizzo delle limitate risorse del pianeta. I programmi per il recupero economico dopo la pandemia rendono ora di pressante attualità il tema della progettualità e dei cambiamenti trasformazionali, trattato da Easac in un rapporto appena pubblicato e intitolato Towards a sustainable future: transformative change and post-COVID-19 priorities.  (continua a leggere)

Nov 2020 - Il cambiamento climatico non esiste

«Sono convinto che anche nell’ultimo istante della nostra vita abbiamo la possibilità di cambiare il nostro destino», scriveva Leopardi. Sulla Treccani, cambiamento è cambiare, il cambiarsi. Di casa, lavoro, macchina. Cambiamento come passare da una parte all’altra, andare da sopra a sotto. Cambiamento di temperatura, cambiamento climaticoclimate change. Ne parlano scienziati, studenti, politici, attori. Abbiamo capito che in quelle due parole è nascosta una buona fetta dell’incertezza del nostro futuro. Ma siamo sicuri che chiamarlo cambiamento ci faccia bene? Ho sempre pensato di no. Se vado dal parrucchiere per farmi bionda, c’è l’opportunità di stare bene o stare malissimo. Se cambio lavoro, potrei trovarmi decisamente meglio oppure finire con dei pessimi colleghi. Se cambio strada, rischio di perdermi ma anche di fare una scorciatoia e arrivare puntuale una volta tanto. Ma quello che sta succedendo al clima, è paragonabile al colore dei miei capelli?  (continua a leggere)

Ott 2020 - Economia circolare, la nuova vita degli oggetti

Eni DataLab - 31 ottobre 2020

Come il sistema economico può diventare ecosostenibile a partire da ognuno di noi.

«Giro giro tondo, casca il mondo, casca la Terra, tutti giù per terra». L’economia circolare non è una filastrocca, ma come nella famosa canzoncina funziona se tutti si coordinano e si tengono per mano. Il rischio ambientale del pianeta rende sempre più necessario un simile sforzo comune. In questo senso l’economia è fin dall’antichità la scienza che gli uomini usano per allocare al meglio le risorse scarse, ma ora si trova di fronte alla crescente necessità di tenere conto di limiti fisici, biologici e climatici.

A differenza del sistema lineare tradizionale, che parte dalla materia e arriva al rifiuto, quello circolare riutilizza i prodotti di oggi come risorse di domani, mantenendone o recuperandone il valore e minimizzando scarti e impatto ambientale. Inutile dire che per dare nuova vita agli oggetti occorra una transizione fatta di cambiamenti strutturali nelle aziende e culturali nelle persone.  (continua a leggere)

Ott 2020 - Sacrificio e resilienza dal Kenya in tema di climate change

29 Ottobre 2020 - HuffPost - di Alfredo De Girolamo, esperto ambientale, giornalista

Il Kenya non è certo uno di quei paesi che ha contribuito all’emergenza climatica, anzi ne sta soffrendo le conseguenze. Il clima in continua evoluzione sta influenzando l’agricoltura keniota, e il problema è destinato a peggiorare in futuro; per adattarsi, gli agricoltori locali hanno bisogno di informazioni pratiche sui potenziali impatti del cambiamento climatico sul loro lavoro. Hanno bisogno naturalmente delle adeguate tecnologie, e un aiuto sta arrivando loro dalla lontana Olanda. La causa dell’agricoltura keniota è entrata nell’agenda delle priorità del CAS – Climate Adaptation Services – l’organizzazione olandese per la protezione dal clima che sta aiutando il Kenya grazie al supporto dei dati provenienti da Copernicus Climate Change Service, il programma dell’Unione Europea per l’adattamento al climate change. C3S, l’acronimo del programma Copernicus, raccoglie un’enorme quantità di dati climatici affidabili, gratuiti e aperti, che vengono utilizzati da molte aziende e organizzazioni per ...  (continua a leggere)