La elezione diretta del Capo, ossia del Presidente della Repubblica e del Presidente del Consiglio dei Ministri (ma sarebbe forse meglio, in questo caso, parlare dell’elezione del premier) è uno dei temi sensibili che si trovano in questi mesi al centro del dibattito politico.
La questione non è di poco conto, perché si tratterebbe di modificare, in modo sostanziale, quanto previsto dalla vigente Costituzione; ricordiamo che oggi il Presidente della Repubblica viene eletto dal Parlamento e non dai cittadini aventi diritto di voto ed di questo che si intende quando si parla di elezione diretta; il diritto al voto è sancito dall'articolo 48 della Costituzione che stabilisce che tutti i cittadini maggiorenni, senza distinzione di sesso ed età, possono esprimere il proprio voto.
Elezione del Presidente della Repubblica
L'elezione del Presidente della Repubblica avviene su iniziativa del Presidente della Camera dei deputati e la Camera dei deputati è la sede per la votazione. Il Presidente della Camera convoca la seduta comune trenta giorni prima della scadenza naturale del mandato in corso. Nel caso di impedimento permanente, di morte o di dimissioni del presidente in carica, il Presidente della Camera convoca la seduta comune entro quindici giorni.
Nel caso le camere siano sciolte o manchino meno di tre mesi alla loro cessazione, l'elezione del presidente della Repubblica avrà luogo entro il quindicesimo giorno a partire dalla riunione delle nuove camere. Nel frattempo sono prorogati i poteri del presidente in carica. Quest'ultima previsione serve a svincolare l'elezione del nuovo presidente della Repubblica dalla conflittualità tipica del periodo pre-elettorale e a fare in modo che il nuovo presidente risulti eletto da un Parlamento completamente legittimato.
Elezione del Presidente del Consiglio dei Ministri
L'art.92 della Costituzione disciplina la formazione del Governo con una formula semplice e concisa: "Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei ministri e, su proposta di questo, i ministri". Il Presidente della Repubblica conferisce l'incarico direttamente alla personalità che, per indicazione dei gruppi di maggioranza, può costituire un governo ed ottenere la fiducia dal Parlamento. Prima di assumere le funzioni, il Presidente del Consiglio e i Ministri devono prestare giuramento secondo la formula rituale indicata dall'art. 1, comma 3, della legge n. 400/88.
Entro dieci giorni dal decreto di nomina, il Governo è tenuto a presentarsi davanti a ciascuna Camera per ottenere il voto di fiducia, voto che deve essere motivato dai gruppi parlamentari ed avvenire per appello nominale, al fine di impegnare direttamente i parlamentari nella responsabilità di tale concessione di fronte all'elettorato. E' bene precisare che il Presidente del Consiglio e i Ministri assumono le loro responsabilità sin dal giuramento e, quindi, prima della fiducia.

Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell'interesse esclusivo della nazione
L’azione del Governo

Il disegno di legge

Sul tema ha una delega ad hoc e ci sta lavorando da mesi, ed è racchiusa in un disegno di legge costituzionale formato da cinque articoli.
elezione del Premier
secondo le ultime bozze del disegno di legge costituzionale circolate, la riforma andrebbe a modificare tre articoli della Carta: l'art. 88 cost. sul potere del capo dello Stato di sciogliere le Camere, l'art. 92 cost. sulla nomina del premier e l'art. 94 cost. sulla mozione di fiducia e sfiducia al governo.
premio di maggioranza
previsto anche un sistema elettorale maggioritario con un premio del 55% assegnato su base nazionale che assicurerebbe il 55% dei seggi nelle Camere ai candidati e alle liste collegate al candidato premier eletto.
poteri del Capo dello Stato
in virtù della riforma e stando alle bozze, al capo dello Stato non spetterebbe più il potere di nomina del premier (come prevede oggi l'articolo 92 della Costituzione), ma quello di conferire l'incarico al premier eletto, mentre manterrebbe il potere di nomina dei ministri, su indicazione del capo del governo.
norma 'anti ribaltone'
nel testo predisposto dalla ministra si ipotizza che, nel caso in cui il premier si dimetta o decada dal suo ruolo, il presidente della Repubblica possa assegnare l'incarico di formare un nuovo governo al premier dimissionario o a un altro parlamentare eletto e collegato al presidente del Consiglio.
stop ai Senatori a vita
potrebbe saltare anche un'altra prerogativa del presidente della Repubblica, ossia il potere di nominare i senatori a vita. In ogni caso la riforma garantirebbe che gli attuali senatori restino in carica fino alla fine del proprio mandato.
Un paio di pareri (discordanti con il governo) espresso da costituzionalisti
Michele Ainis 22 ottobre 2023
Giuliano Amato 3 novembre 2023
I cittadini che cosa ne pensano?
Ancora pochi i sondaggi per formulare un’ipotesi attendibile; tuttavia da quelli condotti in questo periodo (ad esempio Partner&PI di Ilvo Diamanti per La Repubblica, Quorum/YouTrend per SKY TG24) emerge un atteggiamento tutto sommato favorevole all’ipotesi di elezione diretta del capo (sia Presidente della Repubblica che del Consiglio dei Ministri); ovviamente con un atteggiamento maggiormente positivo espresso dai sostenitori dei partiti al Governo (Fdi, FI e Lega); rispetto a quelli schierati con i partiti all’opposizione (Pd e M5s).
E’ il portale per un’educazione alla vita civile, rivolto agli studenti delle scuole superiori e ai loro inseganti; è stato progettato e implementato (2020) dalla Associazione di cultura e politica Il Mulino e, a partire dal secondo semestre 2023, gestito dalla Fondazione Biblioteca Il Mulino; nel 2022 l’Associazione ha anche sviluppato una sezione didattica, finalizzata a costruire alcuni kit educativi; gli argomenti sono Europea casa comune, Migrazioni e Migranti, Clima e società, Disinformazione e responsabilità (visita il nuovo portale)

