Sinti e ROM i diversi gruppi
Sinti e ROM i diversi gruppi. Di fatto la realtà presente in Italia è estremamente eterogenea e comprende situazioni, gruppi, condizioni di vita, culture, religioni e linguaggi differenti che costituiscono un variegato arcipelago all’interno del quale si possono distinguere alcuni gruppi principali (a loro volta divisi in sottogruppi a seconda dell’origine geografica e dei mestieri tradizionalmente esercitati) qui di seguito brevemente descritti.
Rom Havati (o Harvati)
il loro nome in romanés e in slavo significa croati. Provenienti dalla Croazia, Istria e Slovenia a seguito delle due guerre mondiali, dell’internamento di molte famiglie nei campi di concentramento durante il nazismo e il fascismo e della persecuzione ustascia, hanno successivamente, con il trattato di Osimo, acquisito la nazionalità italiana per diritto di opzione. Di religione cattolica, praticavano tradizionalmente il mestiere di cavallai e la raccolta di radici e di erbe aromatiche. Dopo la liberazione questo gruppo riprende un nomadismo costituito da spostamenti che avvengono prevalentemente nel Nord Italia per poi stanziarsi, alla fine degli anni ’60, in diverse città del nord: Milano, Udine, Genova, Trieste, Verona, Venezia, Padova.
Rom Lovara
le origini sono danubiane-carpatiche e il loro nome deriva da lob, che in ungherese significa cavallo. La maggior parte è di nazionalità francese e spagnola e ha aderito alla Chiesa pentecostale. Fino a pochi anni fa trascorrevano lunghi periodi in Italia per svolgere opera di evangelizzazione.
Romá Khorakhanĕ o Xoraxané
alcuni autori traducono l’aggettivo Xoraxané ‘portatori del Khorà, il corano’, altri ‘turchi’, in entrambi i casi ci si riferisce all’influenza ricevuta in seguito a secoli di stanziamento nei territori dell’ex Impero Ottomano. Di religione mussulmana, provenienti dalla Macedonia e dal Kosovo, cominciano ad arrivare nel Nord Italia alla fine degli anni ’60, a causa della crisi economica che aveva investito quelle regioni. Nonostante fossero ormai sedentari ed abitassero nelle case svolgendo lavori regolari, arrivati in Italia hanno ripreso abitudini nomadi spostandosi, finché ciò è stato possibile, di paese in paese per vendere pentole di rame e offrire lavori di stagnatura ai contadini. Tale flusso è aumentato significativamente negli anni ottanta a seguito della guerra che sconvolse la ex Jugoslavia. Prima dell’arrivo dei rumeni era, nel nostro paese, il gruppo più numeroso.
Rom Kanjarjia
di religione greca ortodossa, originari della Serbia e successivamente emigrati in Macedonia e Croazia, sono presenti in Italia da circa quaranta anni. È uno dei gruppi più endogamici e legato alle tradizioni.
Rom Kalderaš, o Kalderasa o Kalderasha
di religione cattolica gli italiani, ortodossa i rumeni, rappresentano il gruppo più numeroso della grande ondata migratoria che si ebbe, nella seconda metà dell’ottocento, dai Balcani verso l’occidente fino a raggiungere il continente americano, l’Australia e il Sud Africa. Il primo gruppo è arrivato in Italia da Fiume nel 1941 in fuga dai nazisti e dagli ustascia. Gli altri sono giunti più recentemente e provengono dalla ex Yugoslavia, Ungheria e Romania. Lo studio della loro lingua indica una lunga permanenza presso i Rumeni, tant’è che il termine Kalderaš deriverebbe dal rumeno kelderar che significa calderaio, stagnino, in riferimento al mestiere tradizionalmente praticato dalla maggior parte delle comunità appartenenti al gruppo.
Sinti Giostrai
sono forse il primo gruppo zingaro giunto via terra in Italia (probabilmente dal centro Europa visti i prestiti dalla lingua germanica nei loro dialetti) tra il 1400 e il 1600. Tutti di nazionalità italiana e di religione cattolica, si suddividono in Sinti Piemontesi, Marchigiani, Emiliani, Lombardi, Veneti, Estrekaria (Alto Adige) dal nome delle regioni dove si sono stabiliti. Di lingua romanés (ormai soppiantato dai vari dialetti regionali), sono sempre stati giostrai e circensi, ma la mancata applicazione da parte dei comuni della legge Corona (1968) sullo spettacolo viaggiante, ha reso quasi impossibile svolgere tale lavoro. Attualmente sono in tutto circa 30.000 persone.
Rom Abruzzesi
giunti in Abruzzo, Molise e in Ciociaria dopo la battaglia di Kosovo nel 1382, seguendo i profughi croati e arberes’h (albanesi) scacciati dall'invasione ottomana dei Balcani. Di lingua romanés, erano tradizionalmente allevatori-commercianti di equini e bestiame in genere.
Rom Rudari
traduzione rumena del latino parenti, gens. Originari della Romania, immigrarono in Serbia circa un secolo fa. Parlano una lingua diversa dal romanés. Erano tradizionalmente intagliatori del legno, poi divennero usurai e circensi.
Rom Rumeni
la loro presenza in Romania risale alla prima metà del secondo millennio, a metà dell’ottocento ottengono di affrancarsi dalla schiavitù nei Principati della Moldavia e Valacchia. Allontanati dalla Germania dopo un accordo sul rimpatrio di immigranti tra il governo succeduto alla dittatura di Nicolae Ceaușescu e quello tedesco, provengono soprattutto dalle province di Craiova e Timisoara dove vivono in condizioni di emarginazione civile e sono spesso oggetto di violenza da parti di gruppi neo-nazisti.
nell'immaginario collettivo gli “zingari” sono i figli del vento alludendo con ciò a una presunta libertà dalle regole, uno spirito artistico che ne fa tradizionalmente valenti musicisti e circensi, ma per citare le parole di un anziano Rom Lovara “…da tanto tempo il vento non soffia più” facendo così riferimento a una realtà tutt'altro che romantica.
la Giornata internazionale del popolo Rom
Ambra Orengo
8 aprile 2019 Sky TG24
Si celebra l’8 aprile e la sua origine risale al primo congresso internazionale del popolo Rom del 1971. Da allora, il riconoscimento della cultura Rom, così come delle discriminazioni subite dai suoi appartenenti, fanno parte dell’agenda di diverse istituzioni.
L’8 aprile è la Giornata internazionale del popolo Rom, il Romano Dives. L’occasione è stata istituita in tutto il mondo per celebrare la cultura rom e per tenere alta l’attenzione sui problemi e le discriminazioni subite da questo popolo. Riconosciuta dall’ONU, la data dell’8 aprile è stata scelta per ricordare il primo congresso internazionale del popolo Rom del 1971.
La nascita della Giornata internazionale
Dopo la fine della Seconda guerra mondiale e lo sterminio di Rom e Sinti da parte dei nazifascisti, nasce in Europa un movimento che nel 1971 promuove il primo congresso mondiale del popolo Rom (dal 7 al 12 aprile). Durante il summit, tenutosi a Chelsfield, vicino Londra, intellettuali e attivisti rom si confrontano e si interrogano sulle basi della propria cultura e del proprio popolo, definendone i contorni. Da quel congresso nasce quindi la Romani Union, la prima associazione mondiale dei Rom riconosciuta dall'ONU nel 1979. Ma sarà 11 anni dopo, nel 1990, che durante il quarto congresso mondiale della International Romani Union verrà stabilita ufficialmente la data dell’8 aprile come la Giornata internazionale dedicata a Rom e Sinti.
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sapevi che erano zingari?
Nel 2016, Santino Spinelli ha pubblicato il libro Rom questi sconosciuti, sulle origini “zingare” di 500 personaggi famosi. Vediamone alcuni.
Le stelle del circo italiano più famoso
Moira e Nando Orfei.
L’attrice americana Rita Hayworth, l’indimenticabile Gilda. Il suo vero nome era Margarita Carmen Cansino. Il nonno era Antonio Cansino, un kalò spagnolo, grande ballerino di flamenco dei primi del 900.
Il Re del Rock ‘n Roll, Elvis Presley. si chiamava in realtà Presler, cognome diffuso in un gruppo di Sinti tedeschi».
L'attore russo-americano
Yul Brynner
Michael Caine: era un traveller (un caminante), cioè appartenente a un gruppo autoctono che si è assimilato nei secoli allo stile di vita Rom.
L' attaccante del Milan Zlatan Ibrahimovic è Rom bosniaco di religione musulmana», un Korakané, che è anche il titolo della canzone che Fabrizio De André dedicò al pregiudizio che da sempre grava sui Rom.
tratto da un articolo di Marianna Aprile apparso su Dagospia
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Professore Associato e titolare degli insegnanti di Sociologia e Sociologia delle migrazioni (Università di Pavia). I suoi ambiti di ricerca includono l’identità culturale e i processi di trasformazione della realtà degli zingari, la teoria dell’ambivalenza sociologica, l’etica della cura e della responsabilità. Ha pubblicato Il mercato dei corpi. Dal movimento femminista al femminismo diffuso (Angeli, 2004 con L. Grasso), Zingari. Storia di un’emergenza annunciata (Liguori, 2008), Potere e cura. Stili di leadership femminili (Ledizioni, 2012 con M. A. Confalonieri). I suoi numerosi articoli sono apparsi su riviste scientifiche come Quaderni di Sociologia, Il politico, Revue Suisse de Sociologie. (leggi di più)