Lo Stato della Unione Europea 2021.
Ma che cosa è il discorso sullo stato dell'unione?
Il discorso sullo stato dell'Unione (in inglese: State of the Union Address) ha origine negli USA ed è una relazione tenuta dal presidente degli Stati Uniti d'America di fronte al Congresso convocato a sezioni unite, in genere con frequenza annuale. In tale discorso il presidente descrive sia le condizioni generali della nazione sotto un profilo sociale, economico e politico, sia l'agenda governativa corrente, i progetti per il futuro e le priorità. Il discorso è tenuto sulla base dell'articolo II, terza sezione, della Costituzione degli Stati Uniti d'America, che richiede al presidente di riferire al congresso lo "stato dell'unione" e le misure che crede sia necessario prendere.
George Washington fece il primo discorso annuale al Congresso a sezioni unite l'8 gennaio 1790, a New York, l'allora capitale). Nel 1801, Thomas Jefferson decise di non tenere il discorso, ritenendolo troppo monarchico, ma di inviare piuttosto un rapporto scritto al Congresso. Questa pratica fu mantenuta per più di un secolo, fino al 1913, con Woodrow Wilson, che tornò a leggere personalmente il discorso. Con l'avvento dei mezzi di comunicazione di massa, in particolare radio e televisione, nel 1922 il discorso iniziò a essere trasmesso in diretta anche al pubblico. È stato rimandato per la prima volta nella storia americana sotto la presidenza di Donald Trump, in seguito al lungo shutdown dell’amministrazione.
Il discorso sullo Stato della Unione Europea
Il discorso sullo stato dell'Unione è il discorso annuale del presidente della Commissione europea al Parlamento europeo durante la sessione plenaria del mese di settembre. Simile al discorso sullo stato dell'Unione statunitense, il discorso sullo stato dell'Unione dell'Unione europea è stato istituito nel 2007 dal Trattato di Lisbona, in vigore dal 2009, al fine di rendere la vita politica dell'Unione più democratica e trasparente rispetto a quello che era stata sino ad allora, introducendo un momento di rendiconto annuale dell'attività della Commissione europea e di esposizione delle sue linee programmatiche per l'anno seguente. Il discorso è seguito da un dibattito generale sulla situazione politica dell'Unione, il cosiddetto dibattito sullo stato dell'Unione, in cui possono intervenire tutti i membri del Parlamento europeo e in cui i leader del Gruppi politici europei possono presentare la posizione del proprio schieramento politico.
Il primo di tali discorsi è stato pronunciato il 7 settembre 2010 dal Presidente della Commissione europea José Manuel Barroso. Egli si è occupato principalmente della situazione economica e del problema della disoccupazione. Da allora il discorso sull'unione è stato pronunciato 4 volte da Jean-Claude Juncker (2015 - 2018) e 2 volte da Ursula von der Leyen (2020 - 2021).
Discorso sullo stato dell'Unione 2021 della Presidente von der Leyen
Nel discorso sullo stato dell'Unione del 15 settembre 2021 la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha illustrato le principali iniziative che la Commissione intende intraprendere nel prossimo anno.
Qui ci limiteremo a riportare l'indice dei principali punti illustrati dalla presidente, segnalando che per una lettura più estensiva è possibile
L'incipit del Discorso sullo stato dell'Unione 2021
Signor Presidente, onorevoli deputate e deputati, sono molte le persone che hanno l'impressione che la loro vita abbia subito una battuta d'arresto mentre il mondo intorno si muoveva a velocità accelerata. La velocità degli eventi e l'enormità delle sfide sono talvolta difficili da afferrare. Questo è stato anche un periodo di ricerca e introspezione. Le persone hanno potuto fare un bilancio delle loro vite e hanno partecipato agli ampi dibattiti sulla condivisione dei vaccini e sui valori condivisi. Ma se volgo lo sguardo all'anno che è trascorso e se osservo lo stato dell'Unione attuale, vedo un'anima forte in tutto quello che facciamo. Robert Schuman ha detto: l'Europa ha bisogno di un'anima, di un ideale e della volontà politica di perseguire questo ideale. Negli ultimi dodici mesi l'Europa ha tradotto in realtà queste parole.
Bebe Vio è stata ospite al Parlamento Europeo, che ha celebrato la sua storia di tenacia e coraggio - resa ancora più emblematica dagli ultimi successi a Tokyo (l’oro nel fioretto individuale e l’argento nel fioretto a squadre) – con un lungo applauso. “Ad aprile rischiava di morire, poi è riuscita a vincere una medaglia olimpica”, ha detto la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. “Bebe - ha continuato von der Leyen - ha superato tanto nonostante la sua giovane età. La sua storia è un contrasto delle avversità. Ce l’ha fatta attraverso il talento, la tenacia. Il suo è un atteggiamento positivo, è una paladina dei valori in cui crede e ha raggiunto i suoi risultati applicando il suo credo. Se sembra impossibile allora può essere fatto”. La presidente ha poi concluso: “Prendiamo Bebe come esempio di ispirazione, questa è l’anima dell’Europa e del suo futuro”.
i punti trattati nel discorso sull'Unione
Vaccini e Unione Sanitaria
Economia dell'Unione
Microchip e semiconduttori
Lotta all'evasione fiscale
I giovani dell'Unione
Clima e ambiente
Siamo vicini al popolo afghano
Unione Europea della Difesa
Partneship - Gateway globale
Processi migratori
Proteggiamo le donne
Libertà dell'informazione
Conclusioni e Bebe Vio
Vaccini e Unione Sanitaria
Nonostante tutte le voci critiche, l'Europa è all'avanguardia a livello mondiale. Nell'UE, più del 70 % degli adulti ha ricevuto una vaccinazione completa. Siamo stati gli unici a condividere la metà della nostra produzione di vaccini con il resto del mondo. Abbiamo consegnato più di 700 milioni di dosi agli europei e più di 700 milioni di dosi al resto del mondo, in più di 130 paesi. La nostra prima - e più urgente - priorità consiste nell'accelerare la vaccinazione a livello mondiale. La seconda priorità consiste nel proseguire i nostri sforzi qui in Europa. La priorità finale consiste nel rafforzare la nostra preparazione alle pandemie. L'anno scorso ho dichiarato che era giunto il momento di costruire l'Unione europea della salute. Oggi teniamo fede al nostro impegno: con la nostra proposta rendiamo operativa l'autorità Hera. La Hera rappresenterà una risorsa enorme per far fronte alle future minacce sanitarie più rapidamente e in modo migliore. Disponiamo delle capacità di innovazione e delle capacità scientifiche, delle conoscenze del settore privato e di autorità nazionali competenti. Ora non ci resta che far interagire queste risorse, con un apporto significativo di finanziamenti. Propongo quindi una nuova missione di preparazione e resilienza sanitaria a livello di UE. E propongo che sia sostenuta da un investimento di Team Europa pari a 50 miliardi di euro entro il 2027.
Economia dell'Unione
In molti campi abbiamo fatto quello che serviva. Ci siamo attivati per creare subito SURE, che ha sostenuto più di 31 milioni di lavoratori e due milioni e mezzo di imprese in tutta Europa. La differenza è netta: la scorsa volta ci sono voluti otto anni per far tornare il PIL della zona euro ai livelli pre-crisi. Questa volta ci aspettiamo che 19 paesi tornino ai livelli pre-pandemia nel corso dell'anno, con gli altri che li seguiranno a breve. Nell'ultimo trimestre la crescita della zona euro ha superato sia quella degli Stati Uniti che quella della Cina. La buona notizia è che ora, con NextGenerationEU, investiremo sia nella ripresa a breve termine che nella prosperità a lungo termine. Affronteremo i problemi strutturali della nostra economia: dalle riforme del mercato del lavoro in Spagna, alle riforme delle pensioni in Slovenia, fino alla riforma fiscale in Austria. Come mai prima d'ora investiremo nel 5G e nella fibra. Ma altrettanto importante è l'investimento nelle competenze digitali. È un compito che richiede l'attenzione dei leader e un dialogo strutturato al massimo livello. Ma nel guardare al futuro dobbiamo anche riflettere su come la crisi abbia inciso sul modello della nostra economia: dall'aumento del debito all'impatto disomogeneo sui vari settori, fino alle nuove modalità di lavoro. In quest'ottica, nelle prossime settimane la Commissione riavvierà il dibattito sul riesame della governance economica, nell'intento di costruire, ben prima del 2023, un consenso sulla via da seguire
Microchip e semiconduttori
Il digitale è, senza alcun dubbio, decisivo. Gli Stati membri condividono questa valutazione: la spesa per il digitale nel NextGenerationEU sforerà addirittura l'obiettivo del 20 %. Permettetemi di citare, in particolare, i semiconduttori, quei minuscoli chip che fanno funzionare tutto: smartphone, scooter e monopattini elettrici, treni o intere fabbriche intelligenti. Non esiste digitale senza chip. Mentre parliamo, intere linee di produzione stanno già lavorando a velocità ridotta, nonostante la domanda crescente, proprio per la carenza di semiconduttori. Ma mentre la domanda mondiale è esplosa, la quota europea dell'intera catena del valore, dalla progettazione alla capacità di produzione, si è assottigliata. Ora dipendiamo dai chip di ultima generazione fabbricati in Asia. È nostra intenzione presentare una nuova legge europea sui semiconduttori. Dobbiamo mettere insieme le nostre capacità di ricerca, progettazione e sperimentazione di livello mondiale. Dobbiamo coordinare gli investimenti dell'UE e nazionali lungo la catena del valore. È vero: è un compito estremamente arduo. E so che alcuni lo considerano fuori portata.
Lotta all'evasione fiscale
La pandemia ha lasciato cicatrici profonde che hanno avuto un enorme impatto sulla nostra economia sociale di mercato. Ogni sera eravamo tutti alle finestre o sulla soglia di casa ad applaudire coloro che lavoravano in prima linea. Gli applausi si sono forse spenti, ma la forza delle nostre emozioni deve restare viva. Ed è per questo che è così importante attuare il pilastro europeo dei diritti sociali. Se c'è una cosa che abbiamo imparato dalla pandemia, è il valore del tempo. Abbiamo capito che il tempo più prezioso è quello dedicato alle persone a cui vogliamo bene. Proporremo perciò una nuova strategia europea per l'assistenza, Nella nostra economia sociale di mercato è giusto che le imprese realizzino profitti. Ma per realizzare profitti hanno bisogno della qualità delle nostre infrastrutture, della nostra sicurezza sociale e dei nostri sistemi di istruzione. Quindi il minimo che possano fare è pagare il giusto contributo. Per questo motivo continueremo a combattere l'evasione e la frode fiscale. Proporremo un progetto di legge per combattere i profitti dissimulati grazie alla copertura di società di comodo. E faremo di tutto per portare a termine lo storico accordo mondiale sul tasso minimo di imposta sulle società.
I Giovani dell'Unione
Abbiamo tutti tratto profitto dai fondamenti della nostra economia sociale di mercato. Dobbiamo fare in modo che la prossima generazione possa costruire il proprio avvenire. È una generazione di giovani con un alto livello di istruzione, dotati di grandi talenti e fortemente motivati. Una generazione che si è sacrificata molto per salvaguardare la sicurezza degli altri. Di solito gli anni della giovinezza rappresentano un momento di scoperta: si vivono nuove esperienze, si trovano gli amici di una vita, si individua il proprio cammino. Cosa è stato chiesto invece ai giovani d'oggi? Di rispettare le distanze sociali, di isolarsi e di seguire i corsi da casa. E questo per più di un anno. Ai giovani offriremo un nuovo programma: ALMA. ALMA darà a questi giovani la possibilità di fare un'esperienza professionale temporanea in un altro Stato membro. Perché anche loro meritano di vivere un'esperienza come Erasmus, per acquisire competenze, creare legami e forgiare la loro identità europea. Per questo motivo proporremo che il 2022 sia l'anno europeo dei giovani: un anno dedicato a valorizzare i giovani che si sono tanto sacrificati per gli altri. Saranno i giovani a dover condurre i dibattiti della Conferenza sul futuro dell'Europa. A essere in gioco è il loro futuro e questa deve essere la loro Conferenza.
Clima e ambiente
Questa è una generazione consapevole. Ci spinge a fare di più e più in fretta per far fronte alla crisi climatica. Gli eventi di quest'estate ne hanno ulteriormente dimostrato la necessità. Ci riferiamo alle inondazioni in Belgio e in Germania e agli incendi divampati dalle isole della Grecia alle colline della Francia. Come ho sentito dire ultimamente: il surriscaldamento del pianeta è in corso. Dipende da noi. Ne siamo certi. È una cosa grave, ma possiamo rimediare. E le cose stanno già cambiando. Nella prima metà di quest'anno il numero degli autoveicoli elettrici immatricolati in Germania ha superato quello dei veicoli diesel. La Polonia è diventata il maggior esportatore dell'UE di batterie per auto e autobus elettrici. Senza dimenticare il nuovo Bauhaus europeo che ha portato a un'esplosione di creatività di architetti, designer e ingegneri in tutta l'Unione. Nel mio discorso dell'anno scorso ho annunciato il nostro obiettivo di ridurre le emissioni di almeno il 55 % entro il 2030. Da allora, insieme, abbiamo trasformato i nostri obiettivi climatici in obblighi giuridici. E siamo la prima grande potenza economica a presentare un quadro legislativo globale per far sì che ciò diventi realtà. Ogni paese ha le sue responsabilità! Gli obiettivi fissati dal presidente Xi per la Cina sono incoraggianti. Ma invitiamo le autorità cinesi a precisare in che modo il paese li raggiungerà. Il mondo intero sarà sollevato se dimostreranno di poter iniziare a ridurre le emissioni entro la metà del decennio e abbandonare il carbone, sia all'interno che all'esterno del loro paese. In Messico e a Parigi, le principali economie si sono impegnate a fornire 100 miliardi di dollari all'anno fino al 2025 ai paesi meno sviluppati e più vulnerabili. Noi terremo fede al nostro impegno. Team Europa contribuisce con 25 miliardi di dollari all'anno. Ma vi sono altri che sono ancora lontani dal raggiungere l'obiettivo globale. Il mio messaggio di oggi è che l'Europa è pronta a fare di più. Proporremo adesso un finanziamento supplementare di quattro miliardi di euro fino al 2027 per il clima, ma ci aspettiamo che anche gli Stati Uniti e i nostri partner intensifichino i loro sforzi.
Siamo vicini al popolo afghano
Stiamo entrando in una nuova era caratterizzata dall'ipercompetitività, un'epoca in cui c'è chi non si ferma davanti a nulla pur di aumentare la propria influenza, dalle promesse sui vaccini ai prestiti a tasso elevato fino ai missili e alla disinformazione. È un'epoca di rivalità regionali in cui le grandi potenze stanno concentrando di nuovo l'attenzione l'una sull'altra. I recenti avvenimenti in Afghanistan non sono la causa di questo cambiamento, ma ne sono un sintomo. Innanzitutto, tengo a sottolineare che siamo a fianco del popolo afghano: donne e bambini, procuratori, giornalisti e difensori dei diritti umani. Il mio pensiero va in particolare alle donne giudice che al momento devono nascondersi dagli uomini che avevano incarcerato: donne che si trovano a rischio per aver dato il loro contributo alla giustizia e allo Stato di diritto. È nostro dovere sostenerle e coordinare i nostri sforzi con gli Stati membri per metterle in sicurezza. Dobbiamo inoltre continuare a sostenere tutti gli afghani che si trovano nel loro paese e nei paesi vicini. Dobbiamo fare tutto il possibile per scongiurare il rischio reale di una grave carestia e di una catastrofe umanitaria. Faremo la nostra parte. Aumenteremo gli aiuti umanitari per gli afghani di 100 milioni di euro.
Unione Europea della Difesa
Assistere a ciò che sta accadendo in Afghanistan è stato profondamente doloroso per tutte le famiglie delle donne e degli uomini caduti in servizio. Rendiamo omaggio al sacrificio di questi soldati, diplomatici e operatori umanitari che hanno perso la vita. Per fare in modo che il loro sacrificio non sia stato vano, dobbiamo riflettere su come sia stato possibile che la missione si sia conclusa così bruscamente. Vi sono questioni profondamente preoccupanti che gli alleati dovranno affrontare all'interno della Nato. Per questo motivo stiamo lavorando con il Segretario generale Jens Stoltenberg a una nuova dichiarazione congiunta UE-Nato da presentare entro la fine dell'anno. Questa però è solo una parte dell'equazione. L'Europa può — e chiaramente dovrebbe — essere in grado e avere la volontà di fare di più in autonomia. Ma se vogliamo fare di più, dobbiamo innanzitutto spiegare perché. Ritengo si possano abbozzare tre grandi categorie di motivi .... Ma ciò di cui abbiamo bisogno è l'Unione europea della difesa. Nelle ultime settimane vi sono state numerose discussioni sulle forze di spedizione, sul loro tipo e sul loro numero: gruppi tattici o forze di intervento dell'UE. Tutto questo è senza dubbio parte del dibattito e credo che farà anche parte della soluzione. non si può parlare di difesa senza parlare di cibernetica. Se tutto è collegato, tutto può essere piratato. Dato che le risorse sono scarse, dobbiamo unire le nostre forze. E non dovremmo limitarci ad affrontare le minacce informatiche, ma dovremmo cercare anche di conquistare un posto di primo piano nella cibersicurezza. L'Europa dovrebbe essere il luogo in cui si sviluppano gli strumenti di ciberdifesa. Perciò abbiamo bisogno di una politica europea della ciberdifesa, compresa una legislazione su norme comuni nel quadro di una nuova legge europea sulla ciberresilienza.
Partneship - Gateway globale
Il primo passo è approfondire il partenariato con i nostri alleati più stretti. Lo stesso vale per i nostri vicini nei Balcani occidentali. Entro la fine del mese mi recherò nella regione per trasmettere un segnale forte del nostro impegno nei confronti del processo di adesione. Lo dobbiamo a tutti quei giovani che credono in un futuro europeo. Se l'Europa vuole diventare più attiva in quanto attore globale, deve anche concentrarsi sulla nuova generazione di partenariati. Da questo punto di vista, la nuova strategia odierna dell'UE per la regione indopacifica è una pietra miliare, visto che la regione riveste un'importanza crescente per la nostra prosperità e sicurezza, ma è anche usata da regimi autocratici che cercano di espandere la loro influenza. Perciò presenteremo a breve la nostra nuova strategia in materia di connettività denominata Gateway globale. Sulla base di questa strategia intrecceremo partenariati con paesi di tutto il mondo. Vogliamo investimenti in infrastrutture di qualità, che colleghino beni, persone e servizi in tutto il mondo. Per realizzare il Gateway globale abbiamo bisogno di un approccio "Team Europa". Collegheremo le istituzioni e gli investimenti, le banche e la comunità imprenditoriale. E faremo in modo che questa diventi una priorità dei vertici regionali, a cominciare dal prossimo vertice UE-Africa di febbraio. Il Gateway globale deve diventare un marchio conosciuto in tutto il mondo.
Processi migratori
Siamo di fronte a un attacco ibrido per destabilizzare l'Europa. Ma finché noi non troviamo un terreno comune su come gestire la migrazione, i nostri avversari continueranno ad approfittarne. Nel frattempo, i trafficanti di esseri umani continuano a sfruttare le persone lungo rotte letali che attraversano il Mediterraneo. Questi eventi dimostrano che ogni paese ha interesse a costruire un sistema europeo della migrazione. Il nuovo patto sulla migrazione e l'asilo ci mette a disposizione tutto ciò di cui abbiamo bisogno per gestire i diversi tipi di situazione che dobbiamo affrontare. Il patto contiene tutti gli elementi. È un sistema equilibrato e umano che funziona per tutti gli Stati membri, in ogni circostanza. Sappiamo di poter trovare un terreno comune. Eppure, nell'anno trascorso da quando la Commissione ha presentato il patto, i progressi sono stati lenti e faticosi. Penso che sia giunto il momento per una politica europea di gestione della migrazione. Quindi vi esorto ad accelerare il processo, in quest'aula e negli Stati membri. Dobbiamo rimpatriare coloro che non hanno il diritto di soggiornare qui, ma accogliere coloro che immigrano legalmente e offrono un contributo così vitale alla nostra società e alla nostra economia. E dovremmo tutti convenire che la questione della migrazione non dev'essere mai usata per dividere. Sono convinta che esista un modo in cui l'Europa può creare fiducia tra di noi in materia di migrazione.
Proteggiamo le donne
È stato un periodo a dir poco terribile per chi non aveva un posto dove nascondersi, per chi non poteva fuggire da nessuna parte per sottrarsi alle violenze. Dobbiamo illuminare queste tenebre, indicando vie per porre fine alla sofferenza. Gli autori delle violenze devono essere portati in giudizio. E le donne devono poter vivere libere e indipendenti. Per questo motivo entro la fine dell'anno presenteremo una proposta di legge per la lotta contro la violenza sulle donne. Parliamo del perseguimento efficace dei reati, di prevenzione e protezione, online
Libertà di informazione
Ci sono giornalisti e giornaliste che sono aggrediti solo perché fanno il proprio lavoro. Alcuni sono minacciati e picchiati, altri sono assassinati tragicamente nel cuore della nostra Unione europea. Vorrei ricordare alcuni dei loro nomi: Daphné Caruana Galizia, Jan Kuciak, Peter de Vries. Le loro storie si differenziano nei dettagli. Una cosa però le accomuna tutte: hanno lottato tutti per il nostro diritto all'informazione. E per questo sono morti. L'informazione è un bene pubblico. Dobbiamo proteggere chi offre trasparenza: le giornaliste e i giornalisti. Per questo motivo oggi abbiamo presentato una raccomandazione per una migliore protezione dei giornalisti e delle giornaliste. Dobbiamo porre un freno a chi minaccia la libertà dei media. I media non sono imprese commerciali come le altre. La loro indipendenza è fondamentale. Per questo l'Europa ha bisogno di una legge che ne garantisca l'indipendenza. L'anno prossimo presenteremo proprio una legge per la libertà dei media. Perché, difendendo la libertà dei nostri media, difendiamo anche la nostra democrazia.
Conclusioni e ringraziamenti a Bebe Vio
Per quanto imperfetta, la nostra Unione è straordinaria nella sua unicità e unica nella sua straordinarietà. È un'Unione in cui consolidiamo la nostra libertà individuale attraverso la forza della nostra comunità. Un'Unione plasmata tanto dalla nostra storia e dai nostri valori condivisi quanto dalle nostre culture e prospettive diverse. Un'Unione con un'anima. Non è facile trovare le parole giuste per cogliere questo sentimento nella sua essenza. Ma è più semplice se usiamo quelle di qualcuno che è per noi fonte di ispirazione. Per questo motivo oggi ho invitato qui da noi un'ospite d'onore. Molti di voi la conosceranno: è un'atleta che ha vinto la medaglia d'oro per l'Italia e quest'estate ha conquistato il mio cuore. Quello che però forse non sapete è che, soltanto ad aprile, le era stato detto che era in pericolo di vita. Ha subito un'operazione, ha lottato, si è ripresa. E appena 119 giorni dopo aver lasciato l'ospedale ha conquistato una medaglia alle Paralimpiadi. Onorevoli deputate e deputati, date il benvenuto assieme a me a Beatrice Vio. Così giovane, Bebe ha già dovuto affrontare molti ostacoli. La sua storia è l'emblema di una rinascita contro ogni aspettativa. Di un successo raggiunto grazie al talento, alla tenacia e ad un'indefessa positività. È l'immagine della sua generazione: una leader e una sostenitrice delle cause in cui crede, che è riuscita a raggiungere tutto questo rimanendo fedele alla sua convinzione secondo cui, se sembra impossibile, allora si può fare. Questo è lo spirito dei fondatori dell'Europa e questo è lo spirito della prossima generazione dell'Europa. Facciamoci dunque ispirare da Bebe e da tutti i giovani che cambiano la nostra percezione di ciò che è possibile, che ci dimostrano che è possibile essere chi vogliamo essere. E che è possibile raggiungere tutto quello in cui crediamo. Onorevoli deputate, onorevoli deputati, questa è l'anima dell'Europa; questo è il futuro dell'Europa. Rendiamola più forte, insieme.
Viva l'Europa
il video dura circa un'ora, la parte che riguarda Bebe Vio è a partire dal minuto 56; il video può anche essere ascoltato in italiano anche se gli ultimi minuti, quelli che riguardano Bebe, è meglio ascoltarli in originale perché sentirete Ursula cimentarsi in un buon italiano
E’ il portale per un’educazione alla vita civile, rivolto agli studenti delle scuole superiori e ai loro inseganti; è stato progettato e implementato (2020) dalla Associazione di cultura e politica Il Mulino e, a partire dal secondo semestre 2023, gestito dalla Fondazione Biblioteca Il Mulino; nel 2022 l’Associazione ha anche sviluppato una sezione didattica, finalizzata a costruire alcuni kit educativi; gli argomenti sono Europea casa comune, Migrazioni e Migranti, Clima e società, Disinformazione e responsabilità (visita il nuovo portale)