Quante sono le sentenze CEDU non rispettate dai paesi aderenti? Moltissime quasi 10mila. L’Italia è il Paese che meno rispetta le sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo, dopo di noi Russia e Turchia.
Circa 10mila sentenze emesse da Strasburgo non hanno avuto ricadute nelle leggi nazionali, al contrario di quanto stabilito dai paesi che hanno aderito. Non sono tutte a carico dell’Italia ma lo il nostro paese vanta il maggior numero di sentenze non rispettate.
Il contenuto di questa pagina è tratto in gran parte da un articolo di Giuditta Mosca apparso su Business Insider Italia.
Non sono tutte a carico dell’Italia ma lo il nostro paese vanta il maggior numero di sentenze non rispettate.
La Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu) è nata nel 1959 in seguito alla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (1950), Magna Charta europea a cui aderiscono tutti i 47 membri del Consiglio d’Europa, firmata a Roma il 4 novembre del 1950 originariamente dai 12 paesi all’epoca membri del Consiglio d’Europa, tra i quali figura anche l’Italia che ne ha decretato l’entrata in vigore nel 1955.
Con l’uscita dal Consiglio d’Europa la Russia, dal 16 settembre 2016, cessa anche di essere Alta parte contraente della Convenzione europea dei diritti dell’Uomo. L’uscita della Russia avrà un netta ripercussione sulla Cedu, che svolge il ruolo di tribunale di ultima istanza quando tutte le vie interne sono esaurite. In seguito al passo indietro della Russia i suoi cittadini non potranno più presentare ricorso a Strasburgo, dove i casi ad oggi presentati sono il 24% del totale. E tra questi ci sono anche quelli che riguardano dissidenti come Alexei Navalny.
La Corte di Strasburgo si sta configurando come un fallimento, soprattutto perché inascoltata.
La conseguenza di ciò, espressa in modo schietto e lapidario, è preoccupante: i governi continuano a violare i diritti dell’uomo nonostante la Cedu abbia riscontrato tali violazioni. I casi a loro modo esemplari sono molteplici.
Uno tra i più eclatanti risale al 2014 quando la Corte ha intimato all’Azerbaijan di porre fine alla carcerazione dell’oppositore politico Ilgar Mammadov. Secondo Strasburgo le autorità azere gli hanno tolto la libertà per metterlo a tacere e come ritorsione per le sue critiche al governo locale. Nonostante la sentenza, Mammadov è rimasto ancora a lungo in carcere e, a ottobre del 2017, il Consiglio d’Europa ha comunicato al governo di Baku di voler avviare una procedura speciale affinché la sentenza venisse rispettata. Mammadov è stato scarcerato il 13 agosto di questo 2018, quindi 4 anni dopo la sentenza, rimasta inascoltata a lungo e che, al pari di ogni altra risoluzione della Cedu, sarebbe dovuta entrare nella giurisprudenza nazionale.
Altri casi di sentenze non recepite dalle nazioni contro cui sono state emesse riguardano la carcerazione dei sieropositivi in Grecia o le morti sospette tra i detenuti in Romania.
la Turchia
Erdoğan ha respinto la sentenza definitiva della Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu) con la quale si chiedeva l’immediata liberazione del leader curdo Selahattin Demirtaş, sostenendo che “la sentenza non è vincolante per Ankara”. Parlando alla riunione settimanale del Comitato esecutivo centrale (MYK) del suo Partito della giustizia e dello sviluppo (AKP), il leader turco ha detto che “la Cedu approva tutti i ricorsi contro la Turchia riguardanti casi di terrorismo”.
A onor del vero non è la prima volta che Ankara si rifiuta di eseguire le deliberazioni della Cedu. Non lo aveva fatto il 10 dicembre 2019, quando la Corte di Strasburgo, dopo aver valutato il ricorso per la scarcerazione di Osman Kavala, aveva concluso che il filantropo turco era stato arrestato per “motivi politici” e “per mettere a tacere i difensori dei diritti umani” e ne chiese la “liberazione immediata”, ma la Corte di Istanbul, come è successo anche per lo scrittore Ahmet Altan, non ha tenuto conto della sentenza perentoria della Cedu. E non lo fece nemmeno dopo che, il 4 giugno 2020, il Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa, organo decisionale della Corte di Strasburgo, aveva invitato Ankara a eseguire le sue sentenze e a “liberare immediatamente” l’attivista per i diritti umani Kavala come richiesto dalla Cedu e a novembre di quest’anno lo stesso organo decisionale ha adottato una nuova risoluzione provvisoria con la quale è tornato a chiedere alla Turchia la liberazione immediata del filantropo turco. (continua a leggere)
che cosa è il GRECO
Il Gruppo di Stati contro la corruzione, noto anche con l'acronimo GRECO (dal francese Groupe d'États contre la corruption), è un organo di controllo contro la corruzione del Consiglio d'Europa, con sede a Strasburgo (Francia), istituito nel 1999 con un accordo siglato da diciassette Stati membri del Consiglio d'Europa. Il GRECO è aperto anche a Stati non europei e conta attualmente quarantanove membri, compresi gli Stati Uniti e la Bielorussia. Dal mese di agosto 2010 tutti i membri del Consiglio d'Europa sono anche Stati membri di GRECO.
I paesi fondatori (1999) sono Belgio, Bulgaria, Cipro, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Islanda, Lituania, Lussemburgo, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna e Svezia; l'Italia ne è entrata a far parte nel 2007.
scarica L'Organo anticorruzione del Consiglio d'Europa
Le sentenze CEDU non rispettate dall’Italia
L’Italia si lascia infliggere condanne dai giudici di Strasburgo per avere violato i diritti umani. Le leggi interne rimangono non allineate a quelle imposte dalla Cedu e i risarcimenti si affastellano senza essere pagati.
Siamo il paese con più sentenze Cedu non messe in pratica, delle 9.994 non recepite in totale, 2.219 sono addebitabili all’Italia (il 22% circa, ovvero una su cinque).
A seguire la Russia con 1.540 sentenze non recepite e la Turchia con 1.342, paesi decisamente non in cima alle classifiche di libertà e democrazia.
Delle 2.219 sentenze che non recepiamo, quelle che necessitano azioni rapide o cambiamenti radicali del diritto sono 2.105, altro segnale di quanto Roma e Strasburgo, da questo punto di vista, non siano per nulla allineate.
I temi più caldi
I ricorsi presentati a Strasburgo contro l’Italia, che più hanno attirato l’attenzione dei media locali, sono quelli relativi allo stato dei detenuti, le detenzioni abusive nei Centri di identificazione e espulsione (CIE) e le violenze di Genova durante il G8 del 2001.
A molti dei nostri lettori è ancora nella memoria che cosa sia successo al G8 tenutosi a Genova nel 2001: furono giornate caratterizzate da fatti di violenza inaudita e, malauguratamente, commessi anche da parte di quelle forze di polizia che avrebbero dovuto assicurare l'ordinato svolgimento dei lavori; per un millenial probabilmente questi fatti sono un po' più oscuri; chi volesse approfondire l'argomento trova molti riferimenti sulla rete, Civitas si limita ad indicarne qualcuno.
Fatti del G8 di Genova (Wikipedia)
G8 Genova, Strasburgo condanna Italia: "A Bolzaneto fu tortura" (la Repubblica)
Strasburgo incalza l’Italia, stop a porte girevoli tra magistratura e politica
3 giugno 2022 - Il Sole 24Ore
È una delle richieste all’Italia che il Greco, organo anticorruzione del Consiglio d’Europa, torna a ribadire in occasione della pubblicazione del suo rapporto annuale. Stop alle porte girevoli tra magistratura e politica. È una delle richieste all’Italia che il Greco, organo anti corruzione del Consiglio d’Europa, torna a ribadire in occasione della pubblicazione del suo rapporto annuale. L’altro dossier a cui Strasburgo chiede di mettere mano è quello dell’adozione di un codice di condotta alla Camera e al Senato.... L’altro fronte su cui il Greco si attende progressi è quello della prevenzione della corruzione tra i parlamentari. «I progressi in questo ambito sono stati lenti», ha detto ancora Mrcela notando che questa non è comunque una particolarità italiana poiché anche altri Paesi del Consiglio d’Europa sono nella stessa situazione. Nella fattispecie il Greco si aspetta che Camera e Senato adottino in modo formale un loro codice di condotta. (continua a leggere)
leggi anche su Civitas La corruzione in Europa e in Italia
La Corte europea dei diritti umani condanna l’Italia per maltrattamenti a un detenuto
24 gennaio 2022 - Il Sole 24Ore
Trattamento inumano per una persona con gravi problemi psichiatrici in carcere a Rebibbia. L’Italia dovrà versargli oltre 36mila euro per danni morali. Giacomo Seydou Sy è figlio di Loretta Rossi Stuart, attrice. Già nell’aprile 2020 la Cedu era intervenuta chiedendone la liberazione dal carcere. Ai tempi, era in attesa di un ricovero in una Rems (Residenza Esecuzione Misura di Sicurezza). È affetto da deliri a sfondo persecutorio fin da quando aveva 18 anni, aggravati dall’assunzione di stupefacenti. (continua a leggere)
La Corte europea dei diritti umani: Mosca responsabile dell’assassinio Litvinenko
21 settembre 2021 - Il Sole 24Ore
La Corte europea dei diritti umani ha stabilito che la Russia è responsabile dell’assassinio di Aleksandr Litvinenko nel 2006. L’ex agente dei servizi di sicurezza russi che aveva ricevuto asilo in Gran Bretagna era stato avvelenato con il polonio. La Corte ha stabilito che «è ragionevole presupporre che, nell’avvelenare Litvinenko, gli assassini abbiano agito come agenti dello Stato russo. Si nota che il governo russo non ha fornito nessun’altra spiegazione degli eventi convincente e soddisfacente in grado di contrastare le conclusioni dell’inchiesta britannica». L’inchiesta pubblica britannica aveva concluso che l’assassinio era stato portato a termine da persone su commissione di altri. La sentenza della Corte, in cui si decreta che la Russia ha violato la Carta europea dei diritti fondamentali per non aver fornito tutte le informazioni richieste in un caso giudiziario e non aver rispettato il diritto alla vita, fa seguito a un ricorso presentato dalla moglie di Aleksandr Litvinenko, Marina Litvinenko nota anche come Maria Anna Carter, che in tutti questi anni si è battuta, in Gran Bretagna e all’estero, per avere giustizia per l’assassinio del marito. (continua a leggere)
"Pregiudizi sulle donne stuprate", la Corte di Strasburgo condanna l'Italia
Decisione unanime dei 6 giudici: “È essenziale che le autorità giudiziarie evitino di riprodurre stereotipi sessisti nelle loro decisione, di minimizzare le violenze basate sul genere". La Corte europea dei diritti dell’uomo ha condannato l’Italia per “pregiudizi sulla donna” in una sentenza per violenza sessuale su una trentenne. Con una decisione unanime dei sei giudici, la Corte di Strasburgo ha accusato la giustizia italiana di “violazione della vita privata” della presunta vittima di aggressioni sessuali risalenti al 2008, quando era ancora studentessa. Più grave ancora, nel corso del dibattimento le autorità giudiziarie dell’Italia hanno fatto leva su una serie di argomentazioni emblematiche “dei pregiudizi sul ruolo della donna che esistono nella società italiana”. Nel rendere il suo giudizio, l’istituzione giudiziaria della Consiglio d’Europa ha sottolineato che “è essenziale che le autorità giudiziarie evitino di riprodurre stereotipi sessisti nelle loro decisioni, di minimizzare le violenze basate sul genere e di esporre le donne ad una vittimizzazione secondaria con parole colpevolizzanti e moralizzatrici”.
continua su AGI del 27 maggio 2021
continua su RaiNews del 27 maggio 2021
La situazione nei 47 paesi aderenti
L’Italia è fanalino di coda, come scritto, alle spalle di Russia e Turchia. Anche a usare come indice di lettura la percentuale di sentenze non applicate sul totale di quelle emesse, siamo nelle ultime posizioni della graduatoria, dietro all’Ucraina.
Tra i virtuosi figurano nazioni più piccole; il Lussemburgo ha recepito tutte le 142 sentenze tranne 1 (il 99,7%), l’Irlanda non ha recepito 5 sentenze su 162 (3,09%), l’Islanda 3 su 115 (2,61%) e San Marino 2 su 43 (8,7%)
Violazione dei diritti umani nel mondo tra il 2006 e il 2014
Le violazioni dei diritti umani misurate su un sistema di punteggio da 0 a 10 (dove 10 è il peggiore). Questa è una metrica aggregata sulla base di molteplici variabili, tra cui: libertà di stampa, libertà civili, libertà politiche, traffico di esseri umani, prigionieri politici, , incarcerazione, persecuzione religiosa, tortura ed esecuzioni.
Il grafico sotto riportato è stato desunto dal portale Our World in Data (vai all'originale).
se non avete mai utilizzato questo tipo di grafici vi consigliamo di aprire e leggere prima il riquadro che cosa è il portale Our World in Data
che cosa è il portale Our World in Data
OurWorldInData è un sito di pubblicazione scientifica appartenente alla categoria della Editoria digitale che presenta ricerche empiriche e dati che mostrano come stanno cambiando le condizioni di vita nel mondo. Questa pubblicazione web sullo sviluppo globale comunica questa conoscenza empirica per mezzo di visualizzazioni di dati interattive (diagrammi e mappe) e presenta le scoperte sullo sviluppo che spiegano cosa provoca i cambiamenti che osserviamo e quali sono le conseguenze di questi cambiamenti.
I grafici mostrano dati interessanti relativi a diversi paesi del mondo; le modalità di visualizzazione sono tre: CHART, MAP e TABLE.
- CHART mostra i dati come grafico nel tempo, in questo caso è possibile aggiungere altre nazioni rispetto a quelle mostrate inizialmente; con il comando ±add country è possibile aggiungere (ma anche togliere) qualche paese (Italia, Francia e Germania ad esempio).
- MAP i dati sono mostrati sulla mappa mondiale assegnando ad ogni paese un colore che simboleggia l'intensità della violazione, con un azione di mouse over compaio altri dati relativi al paese specifico
- TABLE i dati sono visualizzati in tabella (e sono esportabile in formato CSV con il comando download)
- con il tasto
il grafico (sia CHART che MAP) viene animato( nel tempo)
L'obiettivo è mostrare come il mondo sta cambiando e perché. La pubblicazione è sviluppata all'Università di Oxford ed il suo autore è Max Roser, storico sociale ed economista dello sviluppo. Copre una vasta gamma di argomenti in molte discipline accademiche: le tendenze riguardo a salute, risorse alimentari, crescita e distribuzione della ricchezza, violenza, diritti, guerre, cultura, consumo di energia, istruzione, e cambiamento ambientale. Coprire tutti questi aspetti in una sola risorsa rende possibile capire come le tendenze a lungo termine osservate siano interconnesse.
La ricerca sullo sviluppo globale viene presentata ad un pubblico di curiosi, giornalisti, accademici e persone che devono prendere decisioni strategiche. Gli articoli hanno dei riferimenti incrociati tra di loro far capire cosa provoca le tendenze a lungo termine osservate. Per ogni argomento viene discussa la qualità dei dati e, indicando le fonti al visitatore, il sito agisce come database di database – un meta-database.
OurWorldInData è reso disponibile come bene pubblico:
- l'intera pubblicazione e disponibile liberamente
- i dati pubblicati sul sito possono essere scaricati
- tutte le visualizzazioni create per la pubblicazione web sono rese disponibili con la licenza Creative Commons
gli strumenti usati per pubblicare OurWorldInData e per creare le visualizzazioni possono essere usati liberamente
Attualmente, OurWorldInData è interamente finanziato attraverso piccole donazioni individuali dai suoi lettori.
un portale per un’educazione alla vita civile