Aiuto al suicidio: è legittimo?
Aiuto al suicidio: è legittimo?
A seguito di un incidente stradale, Fabiano Antoniani (Dj Fabo) era rimasto tetraplegico e affetto da cecità permanente. Non era autonomo nella respirazione e nell'alimentazione (vedi casi analoghi). L’uomo era affetto in maniera ricorrente da acute sofferenze, contrazioni e spasmi, alleviabili esclusivamente con i sedativi. Non era stato possibile trovare cure in grado di migliorare la sua condizione. Nonostante tutto, Dj Fabo era pienamente lucido ed era in grado di manifestare liberamente la propria volontà.
leggi anche Il primo caso di suicidio medicalmente assistito in Italia
la scelta di Dj Fabo
La legge 219 del 2017 avrebbe consentito a Dj Fabo di richiedere l’interruzione della respirazione artificiale e di essere sedato fino al momento della morte. In tal modo, tuttavia, sarebbe intercorso un tempo troppo lungo fra il distacco dal respiratore e il decesso. Una condizione che Dj Fabo considerava incompatibile con la sua idea di dignità della vita oltre che causa di sofferenza per i propri cari. La sua volontà di non ricorrere a questa soluzione è stata ferma e determinata.
Aiuto al suicidio: è legittimo? il ruolo di Marco Cappato
Maturata la propria convinzione profonda in merito al voler “morire subito”, Dj Fabo ha preso contatto con Marco Cappato , membro dei Radicali Italiani , che lo ha accompagnato presso la clinica svizzera Dignitas (vedi dove si trova). Nella clinica DJ Fabo ha assunto il farmaco che ha provocato la sua morte immediata, senza essere aiutato nel compimento dell’atto.
L’aver accompagnato Dj Fabo in Svizzera, al fine di favorire la realizzazione del suo intento suicidario, ha comportato che per Marco Cappato si aprisse un processo penale in Italia.
perché?
Marco Cappato è stato processato
Il Codice penale e la Costituzione
Il Codice penale italiano, all'articolo 580, prevede il reato di istigazione o aiuto al suicidio: sulla base di questa norma, è stato avviato un processo penale nei confronti di Marco Cappato. I giudici della Corte d’Assise di Milano, chiamati a decidere sul caso, si sono fermati dinanzi a un dubbio sulla costituzionalità dell’art. 580 c.p. La domanda era se la norma fosse in contrasto con la Costituzione (scarica). La Corte di Milano ha dunque rimesso la questione all'organo cui spetta l’ultima parola in questi casi: la Corte Costituzionale.
l’inerzia del Parlamento e la sentenza della Corte
In un primo momento, di fronte alla delicatezza della decisione, la Corte Costituzionale ha sospeso il proprio giudizio per un anno, aspettando che il Parlamento approvasse una legge sul tema dell’aiuto al suicidio ed eventualmente riformasse l’art. 580 c.p.. Le leggi, infatti, le fa il Parlamento, in quanto rappresentante del popolo italiano. Passato invano l’anno fissato, nell'autunno 2019 la Corte Costituzionale ha emesso la propria sentenza (vedi la sentenza n. 242/2019). In essa ha ribadito, in primo luogo, che l’incriminazione dell’aiuto al suicidio non è, di per sé, in contrasto con la Costituzione ma è giustificata da esigenze di tutela del diritto alla vita, soprattutto delle persone più deboli e vulnerabili, individui che l’ordinamento vuole proteggere, evitando che una scelta definitiva ed estrema, come quella del suicidio, possa essere il frutto di una volontà “viziata” ed alterata a causa di interferenze di terzi soggetti. Detto ciò, la Consulta ha dichiarato che l’art. 580 è costituzionalmente illegittimo nella parte in cui non esclude la punibilità del medico che, con modalità specifiche, agevola l’esecuzione del proposito di suicidio di un soggetto, nel caso in cui ricorrano quattro specifiche condizioni. (vedi sotto)
quali sono le “condizioni” a cui fa riferimento la Corte?
La legge 219 del 2017 consente al paziente di decidere la sospensione dell’applicazione di particolari cure o trattamenti vitali, come l’idratazione e l’alimentazione forzata e, insieme, riconosce il diritto ad essere accompagnato alla morte con adeguata terapia del dolore. Cosa accade però in quelle situazioni in cui si applica la terapia del dolore ma il sopraggiungere della morte è distanziato nel tempo? E' possibile in questo caso aiutare il paziente che lo richiede a morire rapidamente? Nella sentenza, essa ha fissato alcune condizioni specifiche, in presenza delle quali è ammissibile l’aiuto medico al suicidio.
- il paziente deve essere affetto da una patologia irreversibile;
- la patologia comporta grave sofferenza fisica e/o psicologica, di natura intollerabile;
- è presente una chiara ed espressa volontà del paziente;
- il mantenimento in vita della persona è possibile solo attraverso specifici mezzi di sostentamento vitale.
L'agevolazione al suicidio, specifica inoltre la Consulta, deve avvenire con specifiche modalità (il riferimento della Corte è alla procedura definita nella legge 219 del 2017 agli articoli 1 e 2). Infine, la Corte evidenzia che tanto le c.d. quattro condizioni quanto le modalità di esecuzione devono essere verificate da una struttura pubblica del servizio sanitario nazionale, previo parere del comitato etico territorialmente competente.
A queste condizioni, la Corte ha dichiarato illegittimo l’art. 580 c.p. in quanto contrastante con la Costituzione (articoli 2, 13 e 32, secondo comma, Costituzione).
La Corte e il fine vita: intervento di Francesco Viganò
Intervento di Francesco Viganò, Giudice della Corte Costituzionale, nell'ambito della Libreria dei Podcast della Corte Costituzionale che, nel solco di altre analoghe iniziative e utilizzando uno degli strumenti oggi più diffusi nella comunicazione, si propone di promuovere la cultura costituzionale. (Registrazione prodotta dalla Corte Costituzionale e trasmessa da Radio Radicale).
ascolta il podcast: durata 17 minuti
esito processuale - 23 dicembre 2019
Marco Cappato, imputato a Milano per aver accompagnato nel 2017 Fabiano Antoniani a morire in una clinica in Svizzera, è stato assolto il 23 dicembre 2019, dalla Corte d’Assise di Milano, dopo la menzionata pronuncia della Consulta, con la formula "perché il fatto non sussiste". La Corte ha evidenziato come Marco Cappato abbia aiutato Fabiano Antoniani a morire, come da lui scelto, solo dopo aver accertato che la sua decisione fosse stata autonoma e consapevole, che la sua patologia fosse grave e irreversibile e che gli fossero state prospettate correttamente le possibilità alternative, come il rifiuto alle cure (scarica la sentenza)
ATTENZIONE la presentazione Google Slide vista su cellulare è decisamente sconsigliata a causa delle ridotte dimensioni del display; si consiglia di visualizzarla su desktop o al massimo su tablet
scarica PPT | PDF vedi anche istruzioni per l'uso.
incorpora la presentazione nel tuo sito - condividi il codice
<iframe src="https://docs.google.com/presentation/d/e/2PACX-1vSSNcQ7sijeQ9vhF70ZwM_Lzvq-UXqT5gUNGphZZcYZ9J7L3_-KFPlLDXhmVtRHcrLACI-kT8TrMf0b/embed?start=false&loop=false&delayms=60000" frameborder="0" width="960" height="569" allowfullscreen="true" mozallowfullscreen="true" webkitallowfullscreen="true"></iframe>
le persone coinvolte
chi è Marco Cappato?
Associazione Coscioni
Dj Fabo prima di morire ...
E' disponibile sulla rete un video sulle ultime parole pronunciate da Dj Fabo prima di spingere il pulsante che gli avrebbe tolto la vita; il video è molto commovente e atroce nello stesso tempo: se volete guardatelo
per approfondire il caso Welby
il caso
Enciclopedia Treccani
la sentenza del Tribunale di Roma .
per approfondire il caso Englaro
il caso
Enciclopedia Treccani
la sentenza della Corte di Cassazione
approfondimenti e link
Francesco Palazzo, La sentenza Cappato può dirsi «storica»?, in "Politica del diritto, Rivista trimestrale di cultura giuridica fondata da Stefano Rodota'" 1/2020, pp. 3-14, doi: 10.1437/96613; leggi
Corte d'Assise: "Dj Fabo decise morte in autonomia: solo allora Cappato lo aiutò" (30/01/2020 - Ansa - Redazione)
Dj Fabo, le motivazioni dei giudici: “Scelse di morire. Solo dopo Cappato lo aiutò” (30/01/2020 - IlFattoQuotidiano - Redazione)
Il processo a Marco Cappato, punto per punto (Associazione Coscioni)
“Tanto tuonò che piovve”. Pubblicata finalmente la sentenza sull'aiuto al suicidio (“caso Cappato”) (22.11.2019 - LaCostituzione.info - Roberto Bin)
Il caso Cappato e il legislatore latitante (2.10.2019 - IlSole24Ore - Valeria Cianciolo)
Aiuto al suicidio non punibile a determinate condizioni (26.9.2019 - Altalex - Redazione)
Corte costituzionale: sent. 242/2019 (Caso Cappato): assistenza al suicidio (22.11.2019 - Biodiritto - Marta Fasan)
Per un chiarimento sul concetto di suicidio ed eutanasia, consultare le voci
suicidio Enciclopedia Treccani Ragazzi
eutanasia Enciclopedia Treccani
Comitato nazionale di bioetica
Riflessioni bioetiche sul suicidio assistito
Aiuto al suicidio: è legittimo?
Di seguito alcuni articoli apparsi sulla stampa italiana on line sul tema del suicidio e dell'assistenza al suicidio; per ognuno viene riportato un breve riassunto e il link al sito del giornale per poter leggere l'articolo completo.
Matilde Botto, nasce nel 1994. Dall’aprile 2019, dopo il conseguimento della laurea in Diritto penale, collabora con la cattedra del Prof. Stefano Canestrari. Dal maggio 2019 è tirocinante presso la Sezione Gip/Gup del Tribunale di Bologna. Nell’ottobre del medesimo anno ha ricevuto la nomina di cultore della materia in Diritto Penale presso il Dipartimento di Sociologia e Diritto dell’Economia dell’Università degli Studi di Bologna.
Enrico Verdolini. nasce nel 1992. Laureato in Giurisprudenza, attualmente è dottorando in Diritto costituzionale presso l’Università di Bologna. Le principali tematiche di studio sono la c.d. Costituzione economica (in particolar modo, gli art. 3, 41, 42 e 43 Cost.), il diritto della concorrenza, l’attività dell’Autorità antitrust, le nuove problematiche della platform economy